
Ho scattato questa foto durante la photomarathon genovese della primavera scorsa (ma sembrava inverno). E’ una foto particolare, una foto di strada: c’era questa bravissima coppia di artisti e un capannello di gente ad ascoltare. E poi un bambino di colore che, incuriosito e stupito dalla situazione, si divertiva a prendere i soldi dal cappello delle offerte. Fra le risate degli astanti e i goffi tentativi del padre di fermarlo. A quel punto ho deciso di fotografare la scena ma appena mi sono abbassato, per cogliere il punto di vista del bambino, lui si è accorto della mia presenza e come se nulla fosse mi ha salutato. Ciao con la manina. La foto è scattata a 24mm quindi ero veramente vicino: difficile passare inosservato. Sono stato parecchio indeciso se pubblicare questa foto: c’è un bambino e non ho la liberatoria firmata dai genitori. Ma credo si tratti di una foto innocente e quindi ho lasciato da parte per una volta il discorso della privacy. Ma penso che un giorno ritornerò sull’argomento.
[…] A meno di artifici che rendano la fotografia equivoca, introducendo contenuti morbosi, incongrui e potenzialmente pregiudizievoli per l’incolumità del soggetto, l’immagine pubblica dei bambini deve poter tornare a disposizione del “sogno” (di cui la fotografia è al servizio), sempre più minacciato dalla ventata oscurantista e persecutoria che sta ammorbando questa fase storica della nostra società.
Fotografare bene, fotografare tutto ma con amore. Ecco la battaglia di libertà che ogni fotografo oggi dovrebbe consapevolmente combattere, un piccolo contributo alla cura della paranoia. Uno dei modi in cui l’arte può provare a migliorare il mondo. Sempre che ci crediamo ancora. (Carlo Riggi)

La settimana scorsa, a Fossano, si è tenuta l’undicesima edizione di Mirabilia: mi permetto di definirlo il festival degli artisti di strada. Fra gli ospiti della manifestazione mi ha colpito molto Steli, performance messa in scena dalla compagnia Stalker Teatro di Rivoli. Non ho mezzi linguistici per definirla in maniera completa: si tratta in sostanza di tanti bastoni colorati incrociati fra di loro con il nastro adesivo che formano una gigantesca struttura decisamente variopinta e, soprattutto, molto fotogenica. Al termine del lavoro di montaggio il pubblico è chiamato a camminare in mezzo all’installazione a tempo di musica. E ci si diverte parecchio, sembra di essere Tom Cruise in una nota scena di Mission Impossibile. Anche Alice ha voluto provare l’esperienza e credo che le foto esprimano al meglio la sua soddisfazione.





“Steli” è un intervento urbano della compagnia Stalker Teatro realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. Una performance interattiva, dal forte impatto visivo che si rivolge a un pubblico eterogeneo, curioso e attento alle novità. Un spettacolo dal vivo visionario, un ponte tra arte visiva e performing art, che può essere presentato anche in luoghi non convenzional.
“Steli” è una delle performance del ciclo “Reaction”, un più ampio progetto sperimentale che indaga, secondo la poetica tipica della compagnia, il rapporto fra arti visive e teatro.

Le emozioni dei bambini sono quanto di più puro e limpido esista in natura. Sono spontanee, sincere, istintive. Ogni nuova esperienza di gioco, e di vita, plasma il carattere e genera una serie di ricordi, più o meno intensi, che resteranno legati all’infanzia. A Beinette, nel verde Parco di Rifreddo, c’è un’area giochi dove mia figlia adora andare per condividere del tempo con altri bimbi; ma si diverte anche da sola. Lo scivolo con il papero, la giostra che gira velocissima, l’altalena che ti permette di toccare il cielo con la punta dei piedi; ogni gioco, una soddisfazione, una gioia! Un sorriso! I genitori di Marco Taverna hanno creato su quel pezzo di prato un’isola di sorrisi che rinnovano ogni volta il ricordo del loro amato figlio, mancato in un incidente stradale il 22 Giugno 2013. Personalmente non ho avuto il piacere di conoscere TAV (come lo chiamavano i suoi amici), ma tutte le volte che vengo qui mi sembra di incontrarlo. Perché davvero Marco rinasce nel sorriso di Alice: ed è un’emozione bellissima. Alice è ancora troppo piccola, ma un giorno vorrei spiegarle qual è il miracolo che si compie qui ogni giorno.








Il tuo sorriso rinasce ogni giorno nel sorriso dei bambini che vengono a giocare qui.

Domani si disputa la quarta edizione della maratona fotografica di Primavera. E quest’anno sono fra gli organizzatori dell’evento: quindi mi si prospetta una domenica davvero fantastica [cit]. Scopro, con orrore, che nonostante (rullo di tamburi in sottofondo) abbia vinto la seconda edizione (prima e unica volta da concorrente) non ho mai pubblicato la foto vincente. Nel 2014 probabilmente avevo altri pensieri per la testa. Come spesso mi accade trovo che l’elaborazione dell’epoca fosse tremenda (ma comunque adatta alla giuria popolare) e quindi propongo a distanza di due anni una versione retouched. Trovo le maratone fotografiche molto difficili, impegnative e mentalmente stressanti. E molte volte ingiuste (ma quest’anno abbiamo scelto una giuria di fotografi di altissimo livello). Da concorrente. Da organizzatore invece sono una figata pazzesca. :-)


Mentre percorrevo Le Sentier des Ocres ho notato questi bambini che giocavano per terra. Erano bellissimi, incuranti del fatto che l’ocra potesse sporcare ovunque (poveri genitori). Ho subito composto nella mia testa lo scatto. Minimale. Senza troppi fronzoli. Le foto sono interessanti, basiche come piace a me, riescono a catturare il soggetto e ad esaltare il contesto: ma il bello di queste due immagini è il titolo che trovo bellissimo e divertente. Tuttaapertura (f/2.8) per rendere omogeneo lo sfondo e velocità (1/640) per congelare il movimento. E l’ocra tutt’intorno.
![Alice #07 [Tarta]](https://farm8.staticflickr.com/7513/15344612504_eab324fd78_b.jpg)
Sono passati tre mesi dal mio ultimo post. Tre mesi particolari, intensi, frenetici. La sera di quel 7 settembre (poco dopo la pubblicazione delle foto) siamo andati in ospedale. Il mattino successivo, alle 9.55, Alice decideva di scoprire il mondo reale. E fra pianti, pannolini (lavabili) sporchi, poppate, notti insonni e tante risate i primi tre mesi sono passati volando. Davvero volando. Ed è ora di tornare a scattare foto. In realtà non ho mai smesso di fotografare quella che giocoforza è diventata la mia modella preferita: dai primi secondi di vita sino a ieri sera. Ed ecco una selezione di immagini, le prime tre. Non saranno certo le ultime anche perché per il sottoscritto la piccola Alice Agnese (si, doppio nome) è la protagonista indiscussa di questo 2014. E non so per quale motivo ma credo che i prossimi anni della mia vita saranno dedicati in gran parte, fotograficamente e non, a questa piccola modella.
![Alice #02 [Wadding]](https://farm8.staticflickr.com/7578/15779344758_c523701e4b.jpg)
![Alice #01 [New Born]](https://farm8.staticflickr.com/7527/15940883566_2ba3fa26f6.jpg)