Prosegue il periodo di quarantena dovuto al Covid-19 e non ho voglia di fare niente. Nemmeno quelle cose che farò quando avrò tempo a disposizione: era una scusa, evidentemente. In realtà ho lavorato un po’ in giardino e… basta. Non ho voglia nemmeno di sistemare le foto che avrei dovuto sistemare anche senza tempo a disposizione. E’ la rivincita dell’apatia. Ieri pomeriggio però mi sono visto costretto a imbracciare nuovamente la EOS R (non mi ricordavo nemmeno come si accendesse) per scattare la foto di classe ad Alice: si, perchè quest’anno la foto sarà un collage di tante singole foto. Non sono sicuro di come sarà il risultato, ma comunque mi sono dato da fare sfruttando la giornata nuvolosa e un pannello riflettente. Lei si è prestata volentieri (modella inside) ed è rimasta una interessante foto ricordo.
Questo piccolo angelo (quello della foto) ha passato l’ultimo giorno dell’anno in punizione (perché qualche volta, raramente, diventa demone). Ma credo che oggi riuscirà comunque ad andare al cinema: in famiglia non riusciamo ad essere cattivi e severi come sembra. E colgo l’occasione per pubblicare questa immagine, la prima scattata con il nuovo RF 50 F/1.2 L USM, ovviamente a tuttaapertura. Si tratta di uno Ius Primae Fotis, una definizione, un piccolo gioco di fotodialoghi, la mailing-list dedicata alla fotografia che frequentavo nel secolo scorso. Oggi è anche il primo giorno del nuovo anno e per augurarVi (di nuovo) uno splendido 2020 utilizzo queste bellissime parole di Sara Taricani: sono in bozza da due anni, e finalmente è giunto il momento di utilizzarle.
Si chiude un anno che ci ha amato e sfidato, un giocoliere che ci ha tenuto col fiato sospeso mentre lanciava in aria le crisi, le speranze, le certezze e le fragilità, legandole in coreografie diverse, a volte indulgenti, a volte spericolate. Come un artista, è stato capriccioso e seducente. Crudele, quando ha colpito basso. Fedele, quando ha realizzato i programmi, facendo fruttare ciò che si era piantato. Ha viaggiato deridendo la bussola, seguendo la rotta. Ha esplorato con noi nuove terre con poca convinzione, con divertita curiosità. Ha consolato con delicatezza, ha giudicato senza pietà. Ci ha ammonito tutti: il passato non va dimenticato. Ha mortificato la nostra ingenuità: per spingerci avanti, bisogna lasciar andare il peso che portiamo. L’anno si chiude con l’invito ad aprire. Il nuovo che ci attende è la più bella eredità dei capitoli già scritti. Il nuovo che ci attende porta cambiamenti che neanche si possono immaginare. Buon anno a tutti voi.
– Sara Taricani
E’ un po’ di tempo che non pubblico una foto di Alice (ma continuo a fotografarla). E colgo l’occasione del ritorno in Sicilia (ma solo con la fotografia) per ricordare questo bellissimo momento al Teatro Antico di Taormina. Perchè quel giorno la curiosità storica ha preso il sopravvento e Alice ha preteso di ascoltare la storia del Teatro dall’inizio alla fine: e si è seduta fra il pubblico ad ascoltare le incredili vicende greco/romane (le piace la mitologia) con gli occhiali da sole della mamma. E ogni giorno che passa è sempre un po’ più grande.
Questa è una delle foto con il quale ho partecipato alla 5ª edizione della Maratona Fotografica di Primavera organizzata da MondovìPhoto (e quindi anche un po’ da me). Il tema per questa foto era La città è una giungla. Appena ho visto il titolo mi è subito balzata in testa l’idea: aveva visto poco prima la truccabimbi e avevo a disposizione una bambina. E’ stato facile, quasi fisiologico, collegare le due cose. Le altre non le pubblico per decenza, questa invece la trovo divertente (mi piace soprattutto per la fantasia); la giuria ormai ha votato e quindi non posso influenzare il lavoro dei giudici. :-)