Castello di M.

POSTED ON 26 Feb 2021 IN Landscape     TAGS: urbex, castle, fish-eye

Castello di M.

La vibrazione sfacciata della pietra, un’epoca lontana ma ancora intatta e quel modo che hanno le torri di farsi guardare.
Sono uno da castelli, io.
– Fabrizio Caramagna

Il Castello di Re Claudio

POSTED ON 22 Gen 2021 IN Reportage     TAGS: URBEX, castle

Il Castello di Re Claudio #24

Claudio è un nome di fantasia, un re che ho inventato io. In realtà non esiste, almeno non qui, perché da qualche parte un Re Claudio ci sarà pure stato. Però nel castello del Re viveva sicuramente una contessa, una contessa molto conosciuta: Elisabetta Guasco Giriodi Panissera. Qui la storia si fra intrigante e diventa misto fra realtà e leggenda. Sembra che la contessa, intorno al 1935, avesse ricevuto in dono, dal cugino Duca di Aosta, una bellissima coppia di gatti Birmani, la prima a giungere, attraverso mille peripezie, in Europa. Nel tempo questi Birmani e la loro progenie presero possesso del castello. E’ diventato celebre come il castello dei gatti birmani. Gli abitanti del luogo, quelli un po’ più anziani, ricordano ancora i preziosi gatti della contessa. Forse è più storia che leggenda. Di sicuro durante la seconda guerra mondiale il castello venne occupato dai tedeschi, che stabilirono qui un importante centro operativo: terminata la guerra non fu più restaurato e da allora vive in stato di abbandono. Ci fu un tentativo di recupero nel 2005: una parte venne aperta al pubblico, ma la bella novità durò pochissimo. Ad oggi è ancora vuoto, triste e desolato.

L’attuale costruzione è il risultato di successivi ampliamenti e ristrutturazioni dell’antico torrione esistente fin dal decimo secolo. L’edificio è collocato in posizione dominante e si presenta con una monumentale torre quadrata, un corpo bel articolato, fossato e ponte levatoio. Per via di queste ragioni, durante il secondo conflitto mondiale fu trasformato in base logistica per l’armata tedesca.

Il Castello di Re Claudio #29Il Castello di Re Claudio #25Il Castello di Re Claudio #27

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Il Castello di Re Claudio #07Il Castello di Re Claudio #08

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Uchisar Kalesi

POSTED ON 11 Dic 2020 IN Landmark, Landscape     TAGS: travel, castle, fog

Uchisar Kalesi

Kalesi nella lingua locale (il cappadociano?) significa castello e questo è il celebre castello di Uchisar. L’avevo già notato il giorno prima dalla mongolfiera e appena sceso a terra avevo puntato la mia bussola proprio su Uchisar. E’ un castello davvero molto particolare in quanto interamente di tufo e completamente naturale. Uchisar è un po’ la Matera Turca, se mi permettete il paragone. Purtroppo non siamo riusciti ad entrare, a Gennaio la piccola città della Cappadocia vive la stessa trasformazione di Rimini e locali, musei e attrazioni turistiche sono chiusi. Ma comunque la bellezza è tutta nella vista (ricorda vagamente Porto Maurizio, ma questa la capiranno solo i Ciantafurche): e infatti abbiamo incontrato la giornata più nebbiosa degli ultimi 150 anni. Ma per un momento, velocissimo, la nebbia è scesa. E ho scattato una foto ricordo senza timore reverenziale.

Palazzo Gonzaga di Vescovato

POSTED ON 29 Nov 2020 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Palazzo Gonzaga di Vescovato /01

Il Palazzo Gonzaga di Vescovato si trova a Portiolo, una piccola frazione di San Benedetto Po in provincia di Mantova. E’ una corte rurale, la prima villa-castello costruita fra il XV e il XI secolo dai Gonzaga, divenne poi cascina di caccia del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato e infine residenza nobiliare e di prestigio. Fu abitato fino agli anni Sessanta del secolo scorso per poi essere completamente abbandonato al suo destino. La foto dei divani con le foto di famiglia è un simbolo nel mondo urbex, una delle più classiche figurine: dovevo andare. Sembra che da ottobre 2020 siano iniziati dei lavori di consolidamento, la cifra non è clamorosa quindi credo si possa parlare solo di messa in sicurezza. Vedremo.

La costruzione fu in proprietà di Sigismondo I Gonzaga, dei Gonzaga di Vescovato. La villa fu abitata dal condottiero Fulvio Gonzaga, che compì importanti lavori di ristrutturazione e qui si ritirò alla fine del Cinquecento per dedicarsi alle attività letterarie. La costruzione passò a Sigismondo II Gonzaga, marchese di Vescovato, quindi nel 1567 al figlio Carlo Gonzaga. Il principe Ottavio I Gonzaga fece edificare la parte centrale del palazzo e i giardini nel 1661 per trasformarlo in sua residenza, con l’apporto dell’architetto Frans Geffels. Nella proprietà succedettero Pirro Maria, Ottavio II Gonzaga e la figlia Marianna (1706-1758). Dopo questo periodo cominciò il declino della corte, che fino alla metà del XIX secolo restò in proprietà della famiglia Cavriani.

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Il Castello del Drosso

POSTED ON 22 Mar 2020 IN Reportage     TAGS: urbex

Castello del Drosso #22

Quello che in zona viene comunemente definito il Drosso è un castello abbandonato poco a sud di Torino sulle rive del torrente Sangone. E’ uno dei monumenti più antichi della città, si vede da lontano, da una strada a scorrimento veloce e non è facile arrivarci: per questo motivo è praticamente sconosciuto. Probabilmente sorse già come villa romana per poi ergersi come grangia cistercense nel XII secolo. L’edificio era di proprietà dei conti di Savoia, che al Drosso misero alcuni monaci anche per sorvegliare il territorio. Feudo dei monaci di Staffarda, poi dei vescovi di Torino, nel 1334 passò ai Gorzani, poi ai Vagnone; frazionato in quattro parti nel 1496 e condiviso fra più proprietari, fino al 1539 quando il conte Gugliemo Gromis di Trana riuscì ad acquisirne la maggior parte, il castello smise la sua funzione di fortezza per diventare una dimora gentilizia per il soggiorno delle famiglie nobili che frequentavano l’attigua reggia ducale di Mirafiori. L’ultima pagina della storia del castello risale agli anni quaranta del secolo scorso quando, con l’occupazione nazista, è costretto ad accogliere il comando Torino Sud dell’esercito tedesco. La presenza militare ha lasciato diverse tracce sulle rovine del castello: disegni e graffiti, tramezzi e impianti idraulici ed elettrici. Meravigliosa la piccola cappella di gusto alfieriano custodita nel parco. Un piccolo gioiello di origine tardomedievale, purtroppo in abbandono, che rimane in attesa di trovare nuovi proprietari e nuovo splendore.

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Castello di San Giorgio

POSTED ON 5 Mar 2020 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Castello di San Giorgio #11

C’era una volta (le favole iniziano tutte così) un uomo molto molto ricco che voleva per la sua famiglia una dimora grandiosa, che potesse rappresentare il suo enorme potere. Così cerco un architetto molto famoso e costruì il suo castello in cima alla collina, in modo che tutti riuscissero ad ammirarne la bellezza e la maestosità. Il suo interno era decorato da quadri, arazzi, stucchi, dipinti, ceramiche e velluti pregiati, alcuni di altissimo valore artistico che finirono nei musei della zona. Nell’enorme parco che lo circondava fece costruire tane, grotte, voliere, laghetti artificiali e fontane, tutto sembrava così perfetto. Ora queste stanze sembrano sospese in un incredibile silenzio rotto solo dai nostri passi…

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Castello di San Giorgio #03Castello di San Giorgio #02Castello di San Giorgio #15

Castello di San Giorgio #17Castello di San Giorgio #18

Il Castello ha molti ingressi.
Ora è in voga l’uno, e tutti passano di lì, ora l’altro,
e il primo è disertato. Secondo quali regole avvengano questi cambiamenti non s’è ancora potuto scoprire.
– Franz Kafka

Castello di San Giorgio #04Castello di San Giorgio #06Castello di San Giorgio #07

Castello di San Giorgio #19Castello di San Giorgio #12

Castello di San Giorgio #08Castello di San Giorgio #09Castello di San Giorgio #10

Il cavaliere inesistente

POSTED ON 4 Mar 2020 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Il cavaliere inesistente

È l’ora in cui le cose perdono la consistenza d’ombra che le ha accompagnate nella notte e riacquistano poco a poco i colori, ma intanto attraversano come un limbo incerto, appena sfiorate e quasi alonate dalla luce: l’ora in cui meno si è sicuri dell’esistenza del mondo.
– Italo Calvino

Castello di C.

POSTED ON 26 Set 2019 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Il Castello di C. #14

Il Castello di C. #08Il Castello di C. #11Il Castello di C. #16

“Sir, I think his fantasy built a castle in the air”
“What should I do with it, Lloyd?”
“He could take it with him, tied to a thread of hope, sir”
“What if the thread breaks, Lloyd?”
“The castle will fly away, sir”
“This is sad, Lloyd”
“I would say no, sir. The castles are wonderful on earth, try to imagine in the sky”
Vita con Lloyd di Simone Tempia

Il Castello di C. #01Il Castello di C. #02Il Castello di C. #03

Il Castello di C. #15Il Castello di C. #10

Il Castello di C. #04Il Castello di C. #05Il Castello di C. #12

Il Castello di C. #17Il Castello di C. #13

Il Castello di C. #06Il Castello di C. #07Il Castello di C. #09

Castillo de San Gabriel

POSTED ON 14 Set 2018 IN Landmark, Landscape     TAGS: travel, castle, longexposure, superwideangle

Castillo de San Gabriel #01

Sono arrivato ad Arrecife la sera tardi. E ho subito notato il Castillo de San Gabriel, troppo tardi per poterlo visitare, ma ancora in tempo per qualche scatto al sorgere del sole il giorno successivo. Sono arrivato all’alba, la città era praticamente deserta e nei dintorni del castello nemmeno un’anima viva. Purtroppo il cielo sereno, ma troppo grigio (caratteristica di tutte le sveglie mattutina a Lanzarote) non ha aiutato la mia idea di scatto; ho utilizzato il treppiede con tempo lungo di esposizione (8 secondi nella prima foto) per catturare il fermo del mare. Da vicino non è proprio questa incredibile bellezza, ma osservato dalla città è davvero un’opera intrigante.

Già nel 1586 il fortino, ribattezzato castillo de San Gabriel, dovette resistere ad un intenso attacco dal mare, da cui ne uscì malridotto. L’italiano Leonardo Torriani impiegò così tutto il suo genio per progettare nel 1591 una innovativa rete di passaggi coperti e fortificati con postazioni per cannoni che moltiplicavano la potenza di fuoco del castello e rendevano più difficili attacchi dal mare. La storia dei secoli seguenti darà ragione all’ingegneria difensiva di Leonardo Torriani: non si registrano più attacchi vincenti provenienti dalla porzione di mare protetta dal fortino.

Castillo de San Gabriel #04Castillo de San Gabriel #03Castillo de San Gabriel #02

C’era una volta il Castello di Beinette

POSTED ON 27 Gen 2016 IN Reportage     TAGS: urbex, castle

Castello di Beinette #02Castello di Beinette #01

Un pò più in alto rispetto alla piazza del paese, accanto alla chiesa, in cima alla salita, ecco il Castello di Beinette. L’accesso, da sempre proibito, avvolgeva il castello in un alone di mistero: fin da bambina mi ero chiesta come fosse all’interno e chi lo abitasse. Fantasmi? Pipistrelli? Vampiri? No, in realtà intorno alla seconda metà del 1800 era stata la residenza estiva dei marchesi di Rudinì, che venivano in Piemonte con la figlia Alessandra e il suo cagnolino Chatain (come racconta il libro ‘Alessandra di Rudinì’ di Gigi Moncalvo). Una ragazza disinibita lei, che era stata sorpresa a cavalcare nuda nel parco del castello e che aveva ospitato proprio qui il suo amato Gabriele D’Annunzio. Ma forse questa è solo una leggenda. Come quell’altra che narra che nei sotterranei del castello ci fosse l’accesso a un tunnel segreto, lungo chilometri, usato come via di fuga, verso la Certosa di Pesio, in tempo di guerra. È così che, guardando il castello, seppure ormai fatiscente, la mia fantasia aveva galoppato per anni. Poi sabato scorso, grazie ad un amico, ho avuto la possibilità di visitarlo. Intanto va precisato che l’ingresso principale dà sul cortile della cartiera e non in cima alla salita della chiesa come molti pensano. L’ottantenne sig. Castellino, proprietario dell’immobile da circa 30 anni, ci ha aperto il castello e la seconda porta, decorata di vetri colorati a piombo, benché non del tutto intatta, ci ha comunque sorpresi.

Castello di Beinette #09Castello di Beinette #07Castello di Beinette #06

Castello di Beinette #08Castello di Beinette #17

Le sale del castello sono ampie e le finestre, ormai divelte, le rendono particolarmente luminose. Ognuna è provvista di un camino a legna: i soffitti sono molto alti e immagino non fosse semplice riscaldare quelle stanze. Alcune volte si sono conservate e si possono notare rosoni e stemmi di chissà quale famiglia nobile, ma anche soffitti a cassettoni di legno. I pavimenti variano dai parquet, quasi completamente intatti ed in ottime condizioni, alle piastrelle quadrate di cotto. C’è da dire che negli anni il Castello è stato più volte saccheggiato per cui si nota la mancanza di piastrelle, porte, lampadari e addirittura di una cassaforte!

Castello di Beinette #10Castello di Beinette #11Castello di Beinette #12

Castello di Beinette #03Castello di Beinette #04

Al piano seminterrato, dove erano allocate le cucine, c’è ancora un pozzo, che secondo i racconti sul castello, sarebbe diventato la tomba di due soldati tedeschi, che anziché essere catturati e trucidati preferirono la morte per annegamento. Da fuori non si nota, ma due piani di un’ala del castello sono crollati pertanto è meglio non inoltrarsi di nascosto per curiosare perché, oltre ad essere illegale, potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso. Penso a quei ragazzini che sono entrati senza conoscere le zone in sicurezza e hanno imbrattato i muri con graffiti di rara bruttezza: oltre a danneggiare un monumento, già decadente, avrebbero potuto anche farsi del male!

Castello di Beinette #18Castello di Beinette #19

La torre del castello si raggiunge grazie a una scala a chiocciola. Di lì, a 26 metri di altezza, il panorama ripaga la visita: si vedono tutto il centro di Beinette e le campagne, fino al campanile di Margarita! Il tetto, con il consenso della Soprintendenza alle Belle Arti, è stato ristrutturato dalla proprietà circa 8 anni fa: un pilastro portante regge le nuove travi; il tetto è stato isolato con materiali moderni, ma esternamente sono stati riutilizzati i coppi storici. Da allora la gru sembra voler vivere in simbiosi con il Castello! Da fonti attendibili ho appreso che tuttora l’amministrazione comunale sta vagliando, insieme ai proprietari, quale potrebbe essere la destinazione d’uso della residenza. Si punta a un impiego di pubblica utilità che di certo soddisferebbe le aspettative dei beinettesi. Ora non resta che trovare i fondi per mettersi all’opera!

Castello di Beinette #13Castello di Beinette #14Castello di Beinette #15

Castello di Beinette #05Castello di Beinette #16

Il testo di questo racconto è di Michela Agnese, le immagini, ovviamente, sono del sottoscritto. Non avevo mai pubblicato così tante foto in un post, ma ho voluto permettermi un’eccezione vista l’importanza del Castello. Per questo reportage ho utilizzato due obbiettivi: il 50 fisso per una documentazione il più reale possibile ed il 16-35 per riuscire a cogliere tutti gli angoli del castello. Ho preferito evitare le panoramiche, anche se suggestive, perché volevo concentrare l’attenzione sugli interni, sulla storia e sulle condizioni attuali della residenza dei marchesi di Rudinì. Purtroppo le notizie in rete non sono molte, anzi, sono praticamente nulle ed è difficile ricostruire la storia del castello in modo storicamente preciso; spero in futuro di riuscire ad ottenere informazioni maggiori: magari con un’anacronistica visita in biblioteca. :-)

Sunset in Portovenere [Extended]

POSTED ON 2 Feb 2014 IN Landscape

Sunset in Portovenere [extended] by Samuele Silva on 500px.com

Sunset in Portovenere [high]

POSTED ON 31 Gen 2014 IN Landscape

Sunset in Portovenere [high] by Samuele Silva on 500px.com

Fotografare il tramonto è sempre qualcosa di banale. Provate a digitare ‘sunset’ su Instagram (oppure Flickr) e verrete inondati da milioni di foto; la stragrande maggioranza inutili e anche noiose. E poi c’è una piccola percentuale, piccolissima, che merita di essere vista, forse anche ammirata. Io credo (e spero) che questa immagine possa far parte di quel piccolo ed infinitesimale insieme di foto che meritano un po’ di attenzione. Ancora Portovenere, ultima perla ad Est della Liguria: treppiede, grandangolo estremo (16mm) e filtro ND64. Per avere la possibilità di utilizzare un tempo lungo ho chiuso completamente il diaframma (f/22) e abbassato gli ISO a 50, il minimo consentito dalla legge. Questo piccoli accorgimenti mi hanno permesso di scattare con 30 secondi di esposizione per ottenere un cielo leggermente mosso ed un mare effetto seta. Un po’ di fotoritocco e la magia di Portovenere hanno fatto il resto.

Sunset in Portovenere [lower]

POSTED ON 31 Gen 2014 IN Landscape

Sunset in Portovenere [lower]

Castle in the Sky

POSTED ON 29 Gen 2014 IN Landscape

Castle in the sky

Scusate il titolo, lo so, è davvero orribile. Ma è uscito così, istintivo, e non ho saputo resistere alla tentazione. Questa è una parte, se non ricordo male la punta estrema, del Castello di Porto Venere anche conosciuto come Castello Doria. Purtroppo non sono riuscito a visitarlo, in inverno è chiuso nei giorni feriali: viaggiare in bassa/bassissima stagione presenta anche degli inconvenienti. Quindi mi sono visto costretto ad ammirarlo dal basso ma, complice un cielo quasi perfetto (talvolta capita), un paio di foto interessanti sono uscite ugualmente. Questa è la mia preferita. E guarda caso sembra proprio un castello nel cielo.

Cristiano Tempio

POSTED ON 28 Gen 2014 IN City & Architecture

Cristiano Tempio (Red)Cristiano Tempio (Blu)

Questa è la Chiesa di San Pietro, il celebre Cristiano Tempio di Eugenio Montale. E’ una sorta di meraviglia dell’Umanità. Io non riesco a rimanere insensibile come solitamente mi riesce quando sbuco (è il termina adatto) in questa piazza: c’è un’aria magica, incantata. Ho avuto la fortuna di arrivarci nel primissimo pomeriggio di un nuvoloso ma accogliente giorno d’inverno: deserto, non c’era anima viva (o quasi). Ho fotografato, ho visitato la grotta di Byron, sono entrato nella chiesa, ammirato il panorama e assaggiato il mare infinito. E infine mi sono seduto all’inizio della scalinata e ho aspettato il tramonto, nel silenzio che solo questa incredibile piazza può concedere.

Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi per assumere un volto.

(Portovenere – E.Montale)

Sunset and snow on the vineyard

POSTED ON 6 Dic 2013 IN Landscape

Sunset and snow on the vineyard

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