A suo tempo avevo clamorosamente bocciato queste immagini. Era stato una scelta di tempo veloce, qualche scatto (pochi) sulla spiaggia in una giornata che stava diventando uggiosa. A distanza di 8 anni devo dire che non erano poi così male: sarà anche la voglia di sport e di acqua salata che nell’ultimo anno di Covid abbiamo visto e assaporato sulle labbra con il contagocce, ma voglio pubblicarle a distanza di tempo, molto tempo. Che dite, riuscirò a scattare gli sport acquatici la prossima estate?
Non sono quello che può definirsi un patriota e nelle mie vene non scorre certo sangue nazionalista. Però se penso a Pietro Crespi, morto a 21 anni nel 1918 durante la prima guerra mondiale, capisco quali sentimenti possano averlo spinto a mettere in gioco la propria vita per difendere il suo paese oltre cento anni fa, era il 27 ottobre. A Imperia, la mia città, dal 1958 c’è una caserma dedicata al valoroso sottotenente, e pensare che la sua memoria sia infangata nell’abbandono e nella becera discussione politica lo trovo davvero avvilente. Eppure è proprio quello che succede: la caserma che porta il suo nome è ormai in stato di totale disagio, preda dei senzatetto, della distruzione e dell’incuria. E’ completamente vuota, ma dal punto di vista fotografico è splendida: tantissime finestre, stanze vuote che si succedono una dopo l’altra con continui cambi di prospettiva e dimensione. Spero davvero che la querelle politica abbia una fine e che la memoria di Pietro Crespi venga onorata come merita, al più presto.
«In un momento particolarmente delicato e difficile, in cui l’esempio personale aveva la più grande influenza, alla testa della propria sezione mitragliatrici, sotto l’intenso bombardamento nemico, risolutamente accorreva per proteggere il fianco di una colonna di attacco. Incontrata aspra resistenza per parte di nuclei avversari provvisti di mitragliatrici, impegnava viva lotta, prima di potersi mettere in posizione, facendo fuoco egli stesso con un’arma sostenuta da un servente. Raggiunta infine la linea da occupare, portava le proprie armi allo scoperto, e dando mirabile prova di coraggio e di fermezza continuava ancora personalmente a far fuoco neutralizzando ogni tentativo dì avanzata nemica, finché, colpito a morte, cadeva gloriosamente sulla propria arma dopo aver gridato: “Forza, mitraglieri, evviva la vittoria !“.»
— Monte Pertica (Grappa), 27 ottobre 1918.
Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite.
– William Blake
Quando ero ragazzo, e parliamo di scuole superiori quindi primi anni ’90, si andava a giocare a tennis ai Piani. Per il mio gruppo di amici, appassionati di sport, era un classico: si prendeva la corriera in piazza Dante (conosco ancora gli orari e conservo l’abbonamento con i timbri mensili) e si giocava tutto il pomeriggio a tennis. Era una gara per chi arrivava prima e poi ci si alternava. C’erano due campi, entrambi in pessime condizioni, ma per noi dilettanti della racchetta erano il top: ricordo ancora quando si provava a rammendare la rete con le fascette di plastica, oppure quando si cercava di alzarla a misure certificate FIT (magari con un bastone) per dare un minimo di regolarità alle partite. Non era insolito essere in tanti e allora ci si organizzava in tornei da 1 set, magari con il finto commento di Rino Tommasi e Gianni Clerici a bordo campo. Era un luogo meraviglioso di sport e amicizia. Gratis. Ci sono tornato a distanza di vent’anni, raramente mi capita di inoltrarmi oltre la rotonda per andare in corso Allende. E sono rimasto profondamente deluso: i campi non esistono più, la rete manco a parlarne, le erbacce spuntano ovunque dal cemento, i lampioni (che non si sono mai accesi) sono arrugginiti. Quelli che avrebbero dovuto essere spogliatoi, mai portati a termine, sono diventati un rifugio per i senza tetto: dentro si intravedono un letto, un materasso, lenzuola, bottiglie di birra vuote, oggetti personali. Una tristezza e uno squallore infinito. Possibile che una città come Imperia non riesca a gestire e conservare uno spazio di aggregazione di questo tipo?