Gelo è dappertutto

POSTED ON 30 Apr 2019 IN Reportage     TAGS: urbex, graffiti, superwideangle

Gelo è dappertutto #01

Gelo è davvero dappertutto. Ultimamente vedo i suoi lavori praticamente ovunque, forse anche per la mia propensione a passare per luoghi e muri abbandonati. E devo ammettere che rimango sempre colpito dai suoi graffiti, sicuramente di altissimo livello (anche se non sono certo un fine intenditore). E proprio ieri sono entrato in un magazzino davvero particolare: bombolette impilate, un parete in legno con scritto gelo è dappertutto e tantissimi graffiti. Quasi una composizione scenica appositamente studiata; ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che qui hanno registrato il video di Cobra, l’ultimo/penultimo pezzo di Vheno, tratto dal mixtape Nemesi, e realizzato proprio in collaborazione con Gelo. E l’effetto è stato davvero straniante, ho avuto l’idea che la scenografia stesse proprio aspettando il sottoscritto. Ma d’altrocanto anche io ho il veleno sotto pelle.

Sempre col veleno sotto pelle come cobra
faccio un backflip così scappo dalla moda
sono un argentone perchè non vi lascio spazi
impara il copione write alla nazione

Gelo è dappertutto #02Gelo è dappertutto #03

Ritorno ai Salesiani

POSTED ON 22 Apr 2019 IN Reportage     TAGS: urbex, graffiti, superwideangle

Ritorno ai Salesiani #01

Ritornare ai Salesiani è un’esperienza sempre nuova e interessante. Credo che da queste parti passi più gente che in certi locali notturni, è un luogo vivo e in continua mutazione; ed è incredibile pensare che si tratta di un edificio abbandonato da quasi 30 anni. Tutte le volte che fotografo fra queste mura la situazione è completamente cambiata rispetto alla volta precedente: i graffiti sono sempre nuovi e sempre più belli (non tutti)(ultimamente il sesso si è preso la scena), gli arredi sono spostati e purtroppo gli atti vandalici (adesso anche in chiesa) sono sempre più evidenti e importanti. Per l’occasione ho accompagnato alcuni amici a visitare il collegio e ho deciso di fotografare solo con il 14mm per dare spazio e importanza all’opera dei writer che continuano a utilizzare le pareti per mandare il loro messaggio al mondo. Il problema adesso è capire quale messaggio vogliono mandare.

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Discoteca El Cielo

POSTED ON 25 Mar 2019 IN Reportage     TAGS: travel, urbex, disco, graffiti

El Cielo #01

El Cielo è una discoteca abbandonata vicino all’aereoporto di Lanzarote. Ci sono arrivato in macchina un pomeriggio, sul posto (decisamente isolato) c’era già parcheggiato un altro automezzo; nemmeno il tempo di riflettere e vedo uscire di corsa dalla porta della discoteca una ragazza: capelli lunghi, stivali neri, vestito nero, maschera e fucile. Ho impiegato una frazione di secondo per capire che all’interno si stava disputando una partita (si definisce cosi?) di softair. Ho alzato i tacchi e sono tornato all’alba del giorno successivo. L’interno è saturo di munizioni (evidentemente le partite non sono sporadiche) e la situazione è di totale abbandono; sono state costruite, probabilmente dai giocatori, delle fortificazioni da utilizzare durante le battaglie sul campo. Ma quello che rende particolare la discoteca è l’enorme quantità e varietà dei graffiti che colorano le pareti: qui la fantasia non manca e la qualità dei disegni è davvero alta. Del tendone che copriva la pista principale è rimasto solo qualche brandello, si trattava chiaramente una discoteca all’aperto. Nonostante fosse un locale di alto livello, curato nei minimi particolari, è stato chiuso dopo solo due anni dall’apertura: mi hanno riferito che la posizione scomoda e le difficoltà ad arrivare senza mezzi pubblici (praticamente inesistenti in orario notturno) ne hanno decretato un veloce e inesorabile declino. Per la gioia dei softgunners.

El Cielo #02El Cielo #03

El Cielo #04El Cielo #05El Cielo #06

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Drug 2016

POSTED ON 30 Apr 2018 IN City & Architecture     TAGS: graffiti, wideaperture, travel

Drug 2016

Triste partire

POSTED ON 14 Nov 2017 IN Portrait     TAGS: MODEL, urbex, graffiti

Partire è un po' morire #01Partire è un po' morire #02

Ho creato queste due immagini in molto un po’ veloce e quasi casuale. C’è questo concorso fotografico che dovrebbe servire a valorizzare la zona della defunta linea ferroviaria fra Bastia Mondovì e Bra. Ho sfruttato un’idea, cercato una modella, chiesto la valigia di cartone e in 48 ore le foto erano pronte. Sono anche stato fortunato perché il cielo plumbeo e piovoso ha aiutato non poco il mood un po’ triste che avevo in testa; la pioggia mi ha anche lasciato un paio d’ore di pausa proprio quando servivano. Colgo l’occasione (altrimenti quando?) per ringraziare Valentina che ha raccolto con entusiasmo la mia OPM (Offerta Pubblica di Modella) e che si è prestata a interpretare la viaggiatrice un po’ malinconica. Direi in modo praticamente perfetto.

Bansky e 99 Luftballons

POSTED ON 15 Feb 2017 IN City & Architecture     TAGS: graffiti, 50ne

99 luftballons

In centro a Mondovì c’è una bellissima (e utile) scalinata che collega via Montegrappa a via della Cornice. E’ molto strana perché interamente ricoperta di bellissimi graffiti. Mi ha colpito in modo particolare una bambina con palloncini: non certo un’idea nuova, si tratta più che altro di un tentativo di imitazione del celebre Bansky, artista inglese famoso per i suoi graffiti; probabilmente il più conosciuto autore di street-art del mondo. L’originale si trova sulla barriera di separazione che divide Cisgiordania e Israele e rappresenta la voglia di aggirare il muro, la voglia di fuggire dalla guerra. E’ un graffito molto forte, potente, e sapere che quelle idee siano nel cuore di Mondovì mi regala una sensazione di libertà e di voglia di fuggire all’oppressione che mi rende felice e leggero. Vorrei che le persone che percorrono quella scalinata potessero capire l’importanza ed il valore di quello che a prima vista sembra un semplice e colorato disegno. Il titolo del post è una dedica a Nena e alla sua più celebre hit (anche l’unica probabilmente): 99 luftballons. La canzone è stata scritta nel 1983, in uno dei momenti più critici della Guerra Fredda, e parla di palloncini che superano il muro (nel caso il muro di Berlino). E’ un allarme, un monito contro la guerra. E credo che tutte queste combinazioni positive debbano far riflettere e possano anche meritare una foto, semplice ma importante.

Graffiti d’amore

POSTED ON 14 Feb 2017 IN City & Architecture     TAGS: Graffiti

Amore Mio Ti AmoILY

San Valentino, la festa degli innamorati. E’ incredibilmente odiata da tutti (o quasi) ma credo che sia necessaria: per ricordare, almeno una volta l’anno, quell’amore sdolcinato nel quale siamo caduti (fallen in love) un po’ tutti nella vita. E per l’occasione tiro fuori dal cassetto due graffiti inneggianti all’ammmore. Sono due immagini assolutamente didascaliche, quasi inutili: la prima catturata ad Imperia durante una passeggiata sul mare, la seconda invece è una foto urbex direttamente dall’ecomostro delle nevi. E per quanto possa essere un gesto incivile e censurabile credo che il graffito inneggiante all’amore sia, nel nostro mondo privo di valori, un’ultima apprezzabile vena di romanticismo reale. E vive all’ombra di quella paura di essere sorpresi mentre si dimostrano i propri sentimenti. Una parte di adrenalina, una parte di amore: una miscela veramente esplosiva e al quale l’uomo, suo malgrado, non sa resistere.

La Villa della Contessa

POSTED ON 30 Nov 2016 IN Reportage     TAGS: URBEX, graffiti

La villa della contessa #01

Sul promontorio che domina Costa Rei, nel comune di Muravera, si erge una villa abbandonata chiamata da tutti La Villa della Contessa. Quando si è in questa zona della Sardegna, celebre per le sue spiagge e per il clima, difficilmente passa per la testa di avventurarsi in un luogo abbandonato. Ma era settembre, pioveva, e andare in spiaggia non era fra le opzioni consentite. Ho deciso quindi (mio malgrado) di dedicarmi all’esplorazione urbex.

La Villa della Contessa è abbandonata da tantissimi anni, decenni direi. E’ completamente distrutta, i muri interni sono state buttati giù, i graffiti (alcuni anche di pessimo gusto) sono ormai su tutti le pareti e lo scorrere del tempo si nota anche dalla tipologia delle scritte: la morte di Kurt Cobain deve aver lasciato un segno molto importante da queste parti. La vegetazione ha completamente invaso il giardino e le aree circostanti: per entrare nella casa è necessario farsi largo tra edera, arbusti e rovi. Tanti rovi.

Dentro non è rimasto quasi nulla, la vasca in ghisa è stata riempita di mattoni e calcinacci; nel tempo qualcuno si deve essere parecchio divertito con la mazza. Chissà con quale gusto poi. La pavimentazione del porticato ricorda la moda degli anni ’70 e della idea originale di abitazione non è rimasto quasi più nulla: si riconosce il bagno per via degli attacchi idraulici e poco altro. La vista sulla Costa è però ancora qualcosa di incredibile e lascia spazio all’immaginazione. Sulle pareti si legge una scritta: “Lasciare libero il paesaggio“. E forse questo è l’insegnamento più importante che ci lascia la Villa della Contessa.

La villa in passato doveva essere molto bella: si possono vedere ancora oggi la piscina, il porticato con le colonne e la veranda che dà sul paesaggio della costa. Su chi fosse la “Contessa” non ci sono informazioni certe. Le leggende del posto dicono che fosse una donna del nord Italia, molto ricca, che, in seguito alla morte del figlio (secondo alcune versioni della storia affogato proprio in quella piscina; secondo altre morto in un incidente stradale), disperata lasciò la Sardegna, abbandonando la sua bellissima villa.

La villa della contessa #07La villa della contessa #04

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Ti amo x tutta la vita

POSTED ON 14 Feb 2014 IN City & Architecture     TAGS: Graffiti

Ti amo x tutta la vita

Ho scattato questa foto l’anno scorso, a Venezia. Erano i giorni del carnevale (ricordo il freddo incredibile) e, camminando per le calle, mi sono accorto di questo scorcio urbano: sei, forse sette tipologie di disegno diversi, colori e texture che si incrociano senza simmetria apparente, senza nessuna logica architettonica. E poi l’idrante rosso, la stella di Natale, un riflesso, il graffito ed una frase d’amore (con un doppio articolo davvero strano). Una foto confusa, carica di elementi ma anche bilanciata e viva, intensa, che conservo da oltre un anno per poterla pubblicare il 14 febbraio. Perfetta per il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. E posso e voglio dirlo anche io, senza paura, che TI AMO X TUTTA LA VITA. ;-)

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