
Il 25 settembre scorso ho partecipato, per la seconda volta, alla Cuneo Photo Marathon. E’ una sfida che mi procura una certa angoscia e che sinceramente non mi piace: anche quest’anno i temi erano molto particolari per non definirli assurdi. Purtroppo non sono riuscito a portare a termine la gara (ma preferisco non dilungarmi sui motivi) e ho consegnato solo una foto (anzi due). Questa rappresenta il tema “Un uomo e una donna“, ho avuto l’ispirazione osservando (e seguendo) due giovani partecipanti al raduno. Un uomo e una donna (appunto), due ragazzi, con le loro ‘converse‘ nuove fiammanti. Grigio e viola, maschile e femminile.

Got a sweet black angel, Got a pin up girl,
got a sweet black angel, up upon my wall.
Well, she ain’t no singer and she ain’t no star,
but she sure talk good, and she move so fast.
But the gal in danger, yeah, de gal in chains,
but she keep on pushin’, would ya take her place? […]
Free de sweet black slave, free de sweet black slave.
– M. Jagger/K. Richards

In questa foto ci sono due icone, contrapposte. Da una parte il pugno che significa offesa, dall’altra parte il celebre simbolo della pace. Questo accostamento non è certo una novità, anzi, è nato nel 1970. Io non ero ancora nato. Ma miscelare significati diversi è sempre interessante, tende a lasciare interdetti. E poi c’è il colore nero, predominante, molto lontano dall’arcobaleno che da sempre significa pace. Eppure questo è soprattutto un ritratto, perché sullo sfondo c’è una ragazza, fuori fuoco, che sorride. Ed è un sorriso dolce, armonioso, carico di significato. Ed è questo sorriso il protagonista nascosto di questa immagine.

è il dolore del silenzio / quello che ti attanaglia dentro
che ti morde / azzanna, strappa
viscere / sogni / parole
/ il dolore del non detto / che si contorce / e dilata
in te
Te / nei miei pensieri / nel mio sangue / nella mia pelle
epidermide / di setose anomalie / tatuata di te / ti si offre / indecentemente
è tua
nella moltitudine / di brividi / sfiorala / sfiorami / mordimi / mangiami
è l’inesistenza / separata da te
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Zoe.

Questo è il panorama tipico del Cuneese a fine settembre. I campi di granoturco sono spariti, gli avanzi di mais e le celebri balle di fieno diventano abitudine. Oggi mi trovavo per la strada di Castelletto Stura quando sono rimasto colpito dal colore decisamente vivace di quella cisterna dell’acqua che si trova in alto a sinistra. Ho cambiato obbiettivo e ho inserito il 17-40 per riuscire ad inserire nell’immagine più campo possibile. Ho cercato di abbassarmi sino al livello del terreno ma così facendo mi sono visto costretto ad inserire ‘troppo’ cielo azzurro (senza nuvole ovviamente). Mi piace però come spicca il colore azzurro della cisterna.

Vi svelerò il segreto delle balle di fieno. Le balle di fieno non rotolano. No, neanche se avete appena fatto una battuta agghiacciante e no, neanche se siete nel far west vestiti da pistoleri. Le balle di fieno non rotolano, restano lì per un po’, raggomitolate, in attesa che qualcuno le imprigioni, in uno scatto, in una stalla, in una bocca.
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Claudiappì.