Non saprei proprio come catalogare questo racconto di Portoferraio, ma credo che possa dividersi fra street e immaginazione. Al termine della tre giorni elbana, con il gruppo di IgersPiemonte, abbiamo trascorso due ore a fotografare il centro storico della capitale dell’isola. Il tempo è sempre tiranno e quindi abbiamo raccontato il pochissimo che siamo riusciti a intravedere: siamo partiti in direzione opposta e contraria verso l’alto, raggiungendo il pittoresco Forte Stella (2 euro d’ingresso spesi bene), poi siamo ridiscesi verso il basso fra piazze, scalinate e tunnel, sino a raggiungere il mare. È un tipo di fotografia che mi piace, soprattutto se realizzata in gruppo (anche se tendo a distrarmi): credo sia un ottimo modo per migliorarsi e comprendere punti di osservazione diversi dal proprio. Sono tante foto, molto distanti tra loro, un concetto diverso dal reportage e dal racconto fotografico: è un potpourri di immagini senza filo logico se non quello cronologico e geografico. È un processo che tempo fa non avrei seguito e forse nemmeno compreso, ma prendetelo così: senza capo e senza discepoli.
Questa è una banale e ironica foto di street a Torino. Ma nasconde qualcosa di più, quella vetrina fa parte del più piccolo negozio di Torino, un bugigattolo chiuso fra due pilastri dei portici di via Palazzo di Città, dove in due metri quadri trova spazio solo il suo proprietario: Antonio Ferrara.
Purtroppo pochi giorni fa, il 3 marzo scorso, Antonio è mancato e questo piccolo ma importante pezzo di storia torinese non esiste più. :-(
Domenica scorsa si è svolta a Sanremo la maratona fotografica organizzata dal Fotoclub Riviera dei Fiori. E hanno pensato bene di scegliermi come giurato per le mie straordinarie capacità di giudizio estetico. Ma davvero? Per calarmi nella parte ho deciso di presentarmi alla partenza della gara e di scattare come fossi un concorrente: perché trovo sempre interessante questo tipo di competizione e perché volevo rendermi conto delle difficoltà in prima persona. La scelta degli organizzatori è stata festivaliera e i titoli dei 4 temi sono canzoni che hanno vinto il Festival della Canzone: Nel blu dipinto di blu (1958), L’essenziale (2013), Aprite le finestre (1956) e Storie di tutti i giorni (1982). Diciamo che sono stati bravi e non hanno complicato troppo la vita dei partecipanti. Anche perché ha diluviato per almeno un paio d’ore e quando piove il tutto è molto più complicato. Non voglio mettere in difficoltà i fotomaratoneti, ma queste sarebbero state le mie proposte. Ma tanto non passeranno certo da queste pagine. Provate ad associare titolo e foto se ci riuscite. :-D
Il giorno dell’epifania, dopo la grande nevicata di inizio gennaio, sono sceso in paese per scattare qualche foto di street. Certo Beinette non è Milano e nemmeno New-York, ma ho cercato di adattarmi. Ho montato sulla fotocamera il piccolo Helios 44M-7 58 f/2 e sono andato per strada. Per enfatizzare l’idea del vintage ho scelto di virare le foto in bianco e nero; rimane sempre molto complicato, per la mancanza di abitudine, focheggiare in manuale, soprattutto se si scelgono aperture di diaframma decisamente aperte. La mancanza di nitidezza ai bordi del piccolo soldato russo è evidente, ma nonostante tutto qualcosa di interessante sono riuscito a cogliere. D’altronde è documentazione.
Ho scattato queste foto al Grande Bazar d’Istanbul, un mercato incredibile e variopinto. E’ uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo con 61 strade coperte e oltre 4.000 negozi che attirano ogni giorno tra 250.000 e 400.000 visitatori. Purtroppo la nostra visita è durata un battito di ciglia, giusto il tempo per capire e comprendere la quantità di persone che transitano giornalmente per questi corridori e per ammirare i colori e i sapori del bazar. Ricordo di aver assaggiato un terribile dolce (davvero troppo dolce) al miele. Ma il mio animo ligure ha prevalso e non ho comprato nulla. :-(
Un vago riferimento, sui social, alla Cappadocia mi ha fatto tornare in mente la mia meravigliosa vacanza in Turchia del 2014. E adesso sono qui che ascolto Istanbul dei Litfiba e post-produco foto di quasi 7 anni fa. Perché alla Turchia devo ancora qualcosa dal punto di vista fotografico, per motivi di confusione e lieti eventi non ero riuscito a dedicare troppo tempo a quella incredibile esperienza. Ho scoperto che qualcosa di buono ero riuscito a combinare, nonostante l’assurdità di quei giorni. E sono giorni che ricordo ancora con immenso piacere (e colgo l’occasione per salutare i miei improvvisati compagni di viaggio dell’epoca). Questa è la versione street di quella vacanza, sono le foto che ho scattato girando a piedi per Istanbul nei primi due giorni. Davvero incrocio delle razze e dei popoli. Ma non è finita qui. :-)
Il mio volto nel fango di Istanbul
Istanbul Istanbul baluardo sacro per
L’incrocio delle razze degli uomini brucerà
Istanbul, Istanbul
Forze oscure in Istanbul
– Litfiba