Lucono al sole
ai bordi di strada,
nei fossati caparbi resistono
a misurare l’eternità
coriandoli
del defunto Carnevale.
Ora è l’attesa.
Solo i corvi san dove andare
noi ci lasciamo
abbagliare ancora
non vedendo la viola
che spunta.
La poesia Dopo Carnevale è di Silvia Pio. La foto è stata anche utilizzata per l’articolo Carnevale, festa della trasformazione su Margutte, non-rivista online di letteratura e altro.
Rosalyn è una commedia teatrale noir interpretata dalle bravissime Marina Massironi e Alessandra Faiella; ho fotografato solo 15 minuti e poi ho lasciato la sala per non disturbare le attrici (e per rispetto del pubblico), quindi non posso raccontarVi la trama. Ma posso spiegare quanto è difficile riuscire a trovare degli scatti interessanti in un periodo di tempo così limitato (e senza potersi muovere più di tanto). Fotografare il teatro è camminare sul filo del rasoio degli iso e della velocità di scatto. Nel silenzio, al rallentatore. E devo ammettere che ormai mi sono abituato talmente bene che anche in questo tipo di foto, che difficilmente possono uscire perfette, cerco di trovare nitidezza e messa a fuoco. E non riesco ad essere mai completamente soddisfatto, nonostante sia cosciente dei limiti imposti dalla situazione. Ho fotografato con il 70/200 (ero vicino, ma non vicinissimo) a tuttaapertura, ISO 800, cercando di tenere un tempo di scatto non inferiore a 1/160 sottoesponendo di 1 stop (il buio del teatro tende ad ingannare l’esposimetro della macchina fotografica)(soprattutto se impostato su valutativa). Alla fine qualcosa di buono è uscito.
Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro che Esther presenta insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città. Dopo la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela a Esther la storia del suo amore clandestino per un uomo sposato bugiardo e perverso, che le fa continue violenze fisiche e psicologiche. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita. Esther sbotta: un uomo del genere è da ammazzare. Infatti – dice Rosalyn – è nel bagagliaio. Questo il folgorante avvio della nuova commedia noir di Edoardo Erba. Avvincente, ricco di colpi di scena, sostenuto da una scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea. Uno spaccato su quel grumo di violenza compressa e segreta pronta a esplodere, per mandare in frantumi le nostre fragili vite. Rosalyn è un rebus che vive e che pulsa sul palcoscenico e che la platea è chiamata a risolvere. Una prova di intelligenza, per chi il rebus ha preso in carico di pensarlo e metterlo in scena, con la dovuta cura.
La sfilata dei carri di carnevale è sempre qualcosa che mi riporta alla mia infanzia quando, rigorosamente in treno, si andava al carnevale di Diano Marina. Ricordo dei carri allegorici enormi, ma probabilmente è solo la mia fantasia di bambino. Il Carlevè ‘d Mondvì mi trasporta indietro nel tempo e la tradizione monregalese del carnevale, che rinasce nel 1950 per merito della Famija Monregaleisa, continua rinnovando tutti gli anni la sua tradizione: il moro, la béla monregaleisa, la corte. Quest’anno è stato anche meglio del passato e mi sono divertito ad ammirare gli spettacoli dei vari gruppi che si sono succeduti sul passaggio di Corso Statuto: la fantasia non ha davvero limiti. Impressionante l’organizzazione e la qualità del gruppo di Racconigi, davvero una spanna sopra tutti gli altri. E poi a Mondovì ci sono le mongolfiere che hanno dato qualcosa in più (addirittura 9 in cielo), uno spettacolo nello spettacolo. Se proprio devo trovare un limite alla manifestazione dico che avrei evitato, soprattutto al secondo giro, un paio di esibizioni che si sono protratte oltre il limite consentivo dalla sopportazione umana: un flash mob di 6 minuti davvero interminabile (e di livello non eccelso) e una sbandierata molto bella ma davvero infinita nei tempi. Questo ha di fatto allontanato la gente dalla piazza e i gruppi mascherati che sono arrivati nel buio della sera hanno sfilato praticamente nel deserto e sotto le luci dei riflettori. Per la settimana prossima proverei a fare qualcosa di più veloce e un po’ meno noioso. Ah, giusto, devo parlare delle foto. D’altronde ero lì per quello, non certo per esprimere giudizi non richiesti di stampo giornalistico. Ne ho scelto 10, cercando di evitare il più possibile la foto a carattere didascalico. Volevo dare un’impronta più artistica (spero di esserci riuscito) e raccontare il carnevale da un punto di vista insolito. Non sono completamente soddisfatto, forse avrei dovuto osare di più, ma almeno 4 di queste foto le trovo interessanti. E credo sia un buon numero.
Andrea Loreni è il primatista italiano delle camminate su cavo a grandi altezze: nel 2011 ha stabilito il record nei cieli di Pennabilli, in Romagna, percorrendo 250 metri a 90 di altezza tra i colli di Penna e Billi. Oggi pomeriggio la sua esibizione al filatoio di Caraglio (il più antico setificio d’Europa ancora esistente) ha ufficialmente aperto la prima personale italiana del giovane artista francese Jérémy Gobé. E io sono rimasto estasiato dall’incedere leggero di questo funambolo torinese di 42 anni, laureato in filosofia teoretica, che dal 2006 si dedica a queste imprese dedicate a chi soffre di vertigini. Andrea avanza sul filo con una tale tranquillità che sembra la cosa più semplice del mondo, ma in realtà tanto semplice non è. Ho scattato dall’ultimo piano del filatoio (probabilmente senza permesso, ma noi non abbiamo paura di nulla) e dal cortile, con il teleobbiettivo e con il fish-eye (che sia benedetto) sempre utilizzati a tutta apertura. Dopo l’esibizione mi sono infilato in soffitta (sempre contravvenendo le regole) e ho avuto il piacere di conoscere Andrea che si è prestato cortesemente come modello per un ritratto: e lui è terribilmente fotogenico. Ma quello domani.
La sospensione dell’ordinario nell’alzare gli occhi al cielo e, tra architetture urbane familiari, scoprire un azzardo: l’equilibrio sottile del funambolo.
Arte circense oppure sport. Non saprei come definire lo slacklining: sicuramente è un esercizio, molto impegnativo, di equilibrio. Loro, questi funamboli che camminano sul filo, lo definiscono uno sport e probabilmente hanno ragione da vendere. Mi sono capitati sotto tiro domenica scorsa in via Roma a Torino: sono Torino sul filo, un’associazione sportiva dilettantistica affiliata UISP e riconosciuta dal CONI. E’ stato un colpo di fulmine fotografico: mentre mia figlia si esercitava (e si divertiva) sulla slackline messa a disposizione dei bambini, io non ho perso tempo e mi sono avvicinato il più possibile per fotografare questi appassionati dell’equilibrio. Immancabile tutta apertura (a f/1.2) favorita dalla luce che iniziava a calare (ma comunque 50 ISO). Adesso mi piacerebbe tirare (si dice così?) una slackline fra la porta della sala e la maniglia dei pensili in cucina per fare un po’ di esercizio. :)
Lo Slacklining è un esercizio di equilibrio e bilanciamento dinamico. Esso consiste nel camminare e fare ‘evoluzioni’ su una fettuccia in Nylon o poliestere larga tra 2,5 e 5 cm, tesa tra due punti. Questa disciplina, che per certi versi assomiglia all’arte del funambolismo, ne differisce per alcune fondamentali caratteristiche: non prevede l’uso del bilanciere e si cammina su una fettuccia piatta e spesso elastica, quindi dinamica, con molta oscillazione laterale. Non deriva dal mondo del Circo come si potrebbe immaginare, bensì dall’ambiente dell’Arrampicata. Gli scalatori della Yosemite Valley in California, negli anni ‘70 iniziarono ad allenare il loro Equilibrio in questo modo nei giorni di riposo. Lo Slacklining da allora è cresciuto e si è sempre più sviluppato diventando uno Sport indipendente con le sue varie discipline, fino ad avere un vero e proprio boom negli ultimi 10 anni, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, e in Europa.