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Discoteca Palladium
POSTED ON 9 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, Disco

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Quando si parla di discoteche abbandonate il mio pensiero torna sempre ai meravigliosi anni ’90 quando con gli amici, il sabato sera, si passavano le notti in queste meravigliose cattedrali della musica e del divertimento. Che se ci ripenso adesso mi chiedo sempre: “Ma perché?”. Eravamo giovani e con tanta voglia di divertirci. Ed è proprio questo l’errore, in realtà raramente mi sono divertito in discoteca, forse mai. Ma sono altri discorsi, nostalgici, un po’ da boomer, qui adesso si parla di fotografia e di esplorazione urbana.

Il Palladium è una delle tante discoteche abbandonate che possiamo trovare girando per le strade di periferia. Nel caso è inutile nascondere i dati sensibili: è facilmente rintracciabile con una semplice ricerca su Google. La differenza con le altre sale da ballo tanto in voga alla fine del secolo scorso (e in parte nei primi anni di questo) è l’entrata, l’ingresso principale. La parte centrale è del tutto normale: tanti divanetti (ah, i divanetti), tavolini, un paio di bar, la pista da ballo. Ma l’ingresso è molto particolare, ordinato e pulito, con tanti specchi ancora incredibilmente intatti, un divano centrale, le sfere sul soffitto e tre bellissime statue, riproduzioni di celebri opere del passato (fra cui la Venere di Botticelli).

Non ho scattato molte foto, l’entrata è l’unica parte interessante, ma quando sono uscito mi sono voltato indietro e ho dato un’ultima occhiata alle statue, a quell’atrio così particolare, a quel gioco di specchi, e mi sono immaginato la mole di persone in coda per entrare, il freddo che qui è pungente, i ragazzi in attesa di passare una bella serata. Non erano poi così male i mitici novanta.

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GinItaly a Mondovì
POSTED ON 9 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: EVENT

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Come inviato molto speciale di Igers.Piemonte e Igers.Cuneo ho presenziato (e fotografato) alla preview del GinItaly che si è tenuta a Mondovì nel week-end dell’Immacolata (6-7-8 Dicembre). Il vero festival, che come indica il nome stesso ha aspirazione di carattere nazionale, si terrà a Mondovì dal 31 maggio al 2 giugno 2025; e l’anteprima di questi giorni ha la funzione di avvicinamento al vero e proprio main event (che sarà assolutamente da non perdere).

«Si parla di cultura, non di alcol» specificano subito gli organizzatori.

Io sono riuscito ad essere presente solo nella giornata di domenica, ma devo ammettere che l’evento è stato più che interessante; ho passato quasi tutto il pomeriggio nelle tre stanze dell’Antico Palazzo di Città: tantissimi curiosi, qualche amico, molti bevitori, un gioco di luci non banale (il blu che caratterizza le immagini è il colore ufficiale del festival e delle bacche di ginepro) e una fotografia fra la street e il dettaglio. Ho provato qualche dito di gin, assaggiato tre Gin Tonic e comprato due bottiglie (!): un agrumato e un secco, ma sono regali di Natale ovviamente.

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GinItaly a Mondovì -Preview-
POSTED ON 8 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: EVENT

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Freddo e paura all’Open Season
POSTED ON 8 Dic 2024 IN Concert     TAGS: EVENT

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Questa sera sono andato per la prima volta, e credo ultima, all’Open Season di Prato Nevoso. L’Open Season è l’evento che apre la stagione invernale e sciistica: quest’anno l’ospite d’onore della serata era Anna Pepe. Si tratta chiaramente di un nome importante, la cantante italiana che nel 2024 ha ottenuto più ascolti, amata soprattutto dai giovanissimi. E infatti in Conca (così viene definita la zona spettacolo) sono arrivati migliaia di ragazzi, molti accompagnati dai genitori (compresi figlia e sottoscritto). Prato Nevoso è un piccolo centro e vive una mancanza cronica di parcheggi, quindi per avere qualche possibilità di trovare un buco siamo partiti alle 3 del pomeriggio: quando siamo arrivati era già delirio. Temperature sotto lo zero assicurate, ma questo non ha impedito un enorme flusso di persone; siccome erano previsti molti minorenni (questo è un fattore importante) era proibito somministrare bevande alcoliche. Purtroppo ho visto tantissimi ragazzi con zaini e bottiglie di qualsiasi tipo: Jager, Gordon, Spritz, Pampero e potrei continuare; mentre andavo in direzione palco, sul marciapiede di via Galassia (la strada principale), ho notato una decina di vuoti in fila.

L’evento è iniziato alle 20, un presentatore che vorrei definire solo noioso, un po’ di musica, intrattenimento banale, un altro presentatore. Poi sono salite sul palco le autorità (presidente di regione compreso) che hanno avuto l’intelligenza di parlare pochissimo. Quindi un momento abbastanza struggente dedicato alla lotta contro il cancro e alla raccolta fondi per l’ospedale di Candiolo (iniziativa davvero lodevole).

Tutto questo mentre l’esercito di minorenni, in parte agitato dall’alcool, soffriva le pene dell’inferno a -2 e spingeva spingeva spingeva. Dal palco diverse volte sono arrivate richieste, prima gentili, poi sempre più pressanti, di fare passi indietro per permettere alle prime file di respirare: risultati piuttosto scarsi. Dopo un paio di artisti, che definire artisti credo sia un modo di dire, la musica (se possiamo definirla tale, e no, non sono boomer) si è interrotta: troppa gente, pericolo di incidenti, la pressione era davvero forte e ho dovuto fare non poca fatica a proteggere mia figlia (ricordo, 10 anni) dalla folla.

Ho pensato a cosa sarebbe potuto accadere in caso di incidente e successivo panico, e qualche pensiero negativo è passato nella mia testa.

Per spiegare i problemi sul palco sono saliti gli organizzatori che fortunatamente hanno avuto la scaltrezza di interrompere lo spettacolo per mettere in sicurezza il pubblico. Io non so quali siano state le mosse della security, però siamo rimasti 40 minuti al freddo, senza possibilità di muoversi (e bere, dato il sequestro dell’acqua all’entrata). E fra il pubblico ho visto tanti bambini: forse certe precauzioni andavano prese prima, non era complicato prevedere un simile afflusso di persone (e tanti giovanissimi).

Mia figlia, infreddolita e stanca, mi ha chiesto di andare via: non ho pensato molto, con tanta fatica (ma anche ragazzi gentili che ci hanno permesso di passare) siamo riusciti a guadagnare l’uscita. Abbiamo perso lo spettacolo di Anna (che mi dicono essere salita sul palco intorno alle 23), ma la nostra partenza intelligente ci ha permesso di arrivare a casa per goderci una tazza di latte caldo (con il miele) e una fetta di pandoro.

Comedian
POSTED ON 5 Dic 2024 IN Details     TAGS: art, 50ne

Banana

La meraviglia dietro la porta
POSTED ON 5 Dic 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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So benissimo che aprendo quella porta entrerò in una stanza magica. Perché ho visto qualche foto, poche a dire il vero, e mi hanno raccontato. La porta è socchiusa quindi da fuori capisco che sto per entrare nella famosa stanza; in realtà è più dura del previsto, riesco ad aprirla, con fatica, e sono dentro. Non è come mi aspettavo, è semplicemente dieci volte di più. L’ambiente intorno non è certo quello di altre esplorazione stellate, ma fra queste quattro pareti si respira la meraviglia. Tutto sembra immobile, nessuno ha osato modificare l’immagine: il divano ad angolo, leggermente spostato, il televisore, la lucidatrice e la radio Regler, che ci portano dentro un mondo incredibilmente vintage, le poltrone e un soffitto da lasciare senza parole. Tutto perfetto e preciso.

L’unica stanza interessante è quella mi avevano detto. In realtà tutta la casa è bellissima: soffitti decorati, lo studio, la camera da letto, l’ingresso, i fantastici pavimenti tipici del secolo scorso. Se però devo essere sincero è il bagno ad avermi impressionato maggiormente: oggi ci limitiamo al bianco (e poco altro), ma nella seconda meta del ‘900 era normale, di moda, che i sanitari fossero colorati con tonalità improponibili: visone, rosa sussurrato, castoro (incredibile), champagne, il kashmir, il whisky, il daino, ma anche azzurro sussurrato, cactus, noce, grigio mondrian, blu cobalto. Qui avevano optato per un turchese davvero molto particolare circondato da piastrelle verdi chiaro: oggi sarebbe un insulto all’estetica e al pragmatismo. Ma devo ammettere che questa riscoperta del gusto di una volta è parte integrante del fascino urbex.

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