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Ara Pacis
POSTED ON 8 Feb 2007 IN Landmark     TAGS: museum

Ara Pacis #01

Il museo dell’Ara Pacis è la prima opera di architettura realizzata nel centro storico di Roma dalla caduta del fascismo ad oggi. Ero incuriosito dall’opera dello studio di Architettura Richard Meier & Partners Architects e ho quindi deciso di spendere i 6 euro e 50 (eccessivo) dell’entrata. La costruzione è davvero imponente, le forme molto piacevoli e devo ammettere che l’impatto è molto ma molto forte. Peccato che l’interno sia un po’ spoglio: c’è il tempio di Augusto, splendido, ma tutto il contorno sembra finto, messo per giustificare la spesa all’ingresso. La visita non richiede, anche per il più attento osservatore, non più di trenta minuti: al Prado ho speso la metà e ho impiegato circa 9 ore per ammirare, velocemente, quanto proponeva il museo. Una delle caratteristiche interessanti della visita è la possibilita di scaricare gratuitamente dal sito ufficiale il podcast dell’audioguida. Avendo un lettore mp3 è quindi possibile disporre di una voce che ci aiuta nella visita al museo. Davvero un bel servizio.

Ara Pacis #02Ara Pacis #03Ara Pacis #04

Cristo Rei
POSTED ON 8 Feb 2007 IN Landmark

Cristo Rei

Davide in Yellow
POSTED ON 7 Feb 2007 IN Portrait

Davide in Yellow #01Davide in Yellow #02

Questi due ritratti di Davide risalgono ormai al 2004. E dall’epoca è passata tanta acqua sotto i ponti (e almeno un paio di corpi macchina). Ho scattato queste foto alle due del pomeriggio, in spiaggia, un errore che adesso non rifarei. Ho lavorato sul contrasto e sulla luminosità (all’epoca scattavo ancora in jpg) e credo di essere riuscito (grazie al fotoritocco) a recuperare due foto di un servizio fotografico che visto a distanza di anni mi mette i brividi. Davide ormai sarà quasi maggiorenne. ;-)

Colosseo in Gold
POSTED ON 6 Feb 2007 IN Landmark

Colosseo in Gold

Elevador
POSTED ON 5 Feb 2007 IN City & Architecture     TAGS: railway

Elevador

Qualche tempo fa scrissi che il primo post più bello che avessi mai letto era quello di Valentina intitolato La Partenza. L’immagine che accompagna quel testo, dedicato al viaggio, era un tram di Lisbona. E allora mi sembra giusto, a distanza di tempo, tanto tempo, aggiungere alla mia foto il suo racconto, la sua descrizione del viaggio. Buona lettura. ;-)

Ogni volta che sono partita, la mia vita ha fatto un piccolo balzo nervoso – come la puntina dei vecchi giradischi sugli LP impolverati dei genitori. In ogni partenza c’è ogni cosa, e più di tutto c’è la vita che fa cortocircuito. Le valige, ad esempio. Nelle valige mettiamo tutto il superfluo di cui non possiamo fare a meno, gli oggetti più belli accanto a quelli più vecchi; il funzionale e l’elegante, il tacco e l’infradito, il maglioncino di lana e la canotta. Il tanga e l’assorbente, per dire. E sono cose talmente banali sulle quali è probabile non ci soffermiamo mai a pensare; sono il nostro mondo tascabile, il nostro ego fuori da noi stessi, l’anima che si materializza. Mara ad esempio, quando andammo a Praga, portò nella valigia un rotolo srotolato di carta assorbente da cucina. Per l’igiene intima, mi spiegò. Questo credo che renda l’idea.
Con la valigia pronta si parte per gioia, per dimenticare, per festeggiare, per commemorare, per darsi un’altra chance o per darla a qualcun altro. Si parte anche per smettere un attimo di essere se stessi, tirare un sospiro di sollievo dalla quotidianità, dai soliti ruoli, le stesse maschere. Si parte per nascondersi o per svelarsi, forse anche a se stessi. Si parte per amore, per curiosità o per dolore. Si parte perché ci va, e si parte anche se non ci va: perché ci sono momenti in cui partire è l’ultima spiaggia davvero – anche se poi si va in montagna. Si parte per sete di conoscenza, per egoismo, lusso o vizio; ma si parte pure per altruismo, fratellanza e solidarietà. Si parte per omologarsi a “tutti gli altri”, e si parte per protestare, rompere gli schemi, chiamarsi fuori. Si parte per seguire una strada, perderne cento, inseguire un sogno o seminare un incubo. In fondo, si parte solo perché la vita è un viaggio che ha destinazione certa. Si parte, quindi, per dimenticare la morte ma, come scrive Enrique J. Poncela, per trovare il senso della vita non c’è niente come morire.
E allora: viaggiamo! (Valentina Calzia)
EliMa – 01
POSTED ON 3 Feb 2007 IN Portrait     TAGS: model, beauty

EliMa - 01