Forse domenica. Il cielo è frastagliato e sulla spiaggia il vento è fortissimo. Il mare è agitato, rumoroso, nervoso. La sabbia si alza a folate e costringe a stringere gli occhi, costringe a riparare con le mani. E’ autunno ma sembra che l’inverno abbia già preso posizione. Si gela, mi stringo nella giacca. In acqua, freddissima, uomini (e donne) cercano di controllare il loro aquilone. I windsurf sono quasi spariti, sono merce rara. Sulla riva un solo uomo: cerca di entrare in acqua ma il vento si ribella e stragonfia la vela. E’ terribilmente complicato, difficile, faticoso.
Non sono mai stato a Napoli. E penso che dovrò rimediare a questa mancanza al più presto; insieme a Palermo. Perché non sono sicuro del fatto che sia migliore e più bella di Torino (più stupenda) ma questa curiosità devo proprio togliermela. Ma andrò il più tardi possibile perché se vedi Napoli, poi muori…
Mondovì è la capitale italiana delle mongolfiere e non di rado capita di vederle volare nel cielo. Questa mattina, complice la splendida giornata (estate di San Martino), il cielo era costellato di palloni aerostatici. Non ho perso tempo, ho aspettato una buona composizione ed ho scattato. ISO 50.
C’è sempre quel maledetto passo di mezzo, troppo breve e troppo lungo insieme, che ci tiene separati. E io, quando mi trovo nei pressi della sua pausa sigaretta, mi affretto goffamente ad allungarlo, quel passo, di svariati metri. E lo faccio un po’ per timore di essere nuovamente mortificato dal suo sguardo di cortese disappunto. E un po’ lo faccio per me, per provare a me stesso che ho l’orgoglio, io. Ma non conta niente, davvero. Il suo unico passo, il disagio pieno e appuntito di vedermi, mi scaraventa via come una foglia sbigottita e fluttuante in una folata di vento. E se continuiamo ad essere vicini, per colpa di una qualche contingenza capricciosa, in definitiva poi, restiamo sempre lontani. Come su due pianeti. E io su sta cazzo di panchina gelida e capricciosamente contingente, uno sguardo lo lancio, di tanto in tanto, nei pressi della sua pausa sigaretta, ché non posso farne a meno. Come se scrutassi le galassie che intercorrono tra di noi. Distratto da qualche clacson sulle strisce pedonali.
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Sara Taricani.