
Sono passati 9 anni dalla mia prima volta a Messer Tulipano, l’incredibile esplosione di fiori e colori che tutti gli anni, nel mese di Aprile, illumina il Castello di Pralormo. Quest’anno la fioritura è semplicemente strepitosa: sono stati piantati oltre 100.000 tulipani di tantissime varietà diverse e si rimane davvero a bocca aperta quando si entra nel parco. Per evitare la massa ho scelto il Venerdì pomeriggio, ma all’arrivo nella strada che porta al Castello sono rimasto sorpreso, e non poco, dalla lunghissima colonna di macchine che cercava parcheggio: ho avuto un sentimento di pietà per le persone costrette a visitare Messer Tulipano nel fine settimana.
Dal 2000 nel parco del castello medievale di Pralormo, nel cuore del Piemonte, la straordinaria fioritura di 100.000 tulipani e narcisi annuncia la primavera: ogni edizione di questo evento botanico ospita un nuovo piantamento, completamente rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore.
Prima di partire ho riguardato le mie foto del 2014 e sembra passato un secolo dal punto di vista fotografico. Non solo per il livello delle immagini, che nel 2023 è nettamente superiore, ma proprio per un concetto di approccio allo scatto: come attrezzatura (macro, slitta micrometrica e treppiede) e come preparazione. Ho scelto 28 (+1) foto che comprendono anche 5 immagini macro: ho evitato le panoramiche e mi sono concentrato sul dettaglio e sui colori scattando con il grandangolo e con il nuovo RF 100 Macro. Devo ammettere che quest’ultimo mi ha davvero sorpreso: nitidezza, colori e sfuocato sono davvero micidiali. Sarà difficile toglierlo dallo zaino. :-)







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Da qualche giorno mi capita di incrociare un bellissimo campo di papaveri. Anticipo la sveglia di 30 minuti, prepara lo zaino e con il grandangolo mi infilo dentro l’erba alta: situazione tragica, in meno di 10 secondi ero completamente bagnato. Ma non mi sono dato per vinto: ho posizionato il cavalletto, mentre l’umidità mi entrava nelle scarpe, ho impostato diaframma e tempo e scelto la posizione migliore.
I papaveri sono meravigliosi, è chiaro, purtroppo complice un sfondo non adeguato (zona industriale), un cielo completamente terso, la foschia e l’eccesso di controluce (avrei dovuto anticipare la sveglia di almeno 60 minuti) non sono riuscito ad ottenere la foto che avrei voluto (e che immaginavo nella mia testa).
Ma ho mille risorse fotografiche e nello zaino avevo inserito, non per caso, anche il 35mm macro. Non sono un grande esperto/estimatore del genere, ma devo ammettere che da qualche tempo la possibilità di dedicarmi anche ai dettagli mi incuriosisce. Non è il primo fiore che pubblico su queste pagine e probabilmente non sarà l’ultimo.

Non sono quello che si può definire un appassionato del genere Macro; questo è praticamente il secondo post originale dedicato a questo tipo di fotografia. Ma in giorni di lockdown in zona rossa ci si arrangia: ho comprato una bellissima serie di tubi di prolunga e ho deciso di cimentarmi nella nobile arte. Per questo ritorno al macro ho scelto un albero di ciliegio nel giardino dei miei suoceri, la primavera è appena iniziata e il nostro è in piena fioritura. Ho utilizzato il 24-105 f/4 impostando il fuoco manuale con diaframma a f/13. In realtà non si tratta di un vero macro che in teoria richiederebbe un rapporto almeno di 1:1 (ripeto, in teoria), nel mio caso utilizzando tubi di prolunga da 36mm e una focale di 105 arrivo all’incirca a 1:3, quindi si parla di fotografia a distanza ravvicinata: vi risparmio calcoli noiosi, ma per ottenere il rapporto di legge avrei dovuto scattare a 35mm. Come anticipato pocanzi non sono un esperto del macro e quindi ci saranno degli errori, ma trovo comunque le foto gradevoli.



Non sono sicuro che un giorno troverò le capacità per appassionarmi alla fotografia macro. Certamente è un mondo affascinante, ma anche decisamente difficile. Ed io sono un po’ troppo scheggia impazzita, un po’ troppo agitato per questo tipo di pazienza. Ho scattato questa foto poco dopo mezzogiorno, nel parco di un ristorante; avevo con me l’obbiettivo macro quasi per caso. Fotografare una lucertola in pieno sole è un’impresa: si muovono in continuazione ed è quasi impossibile avvicinarsi senza farle scappare. Probabilmente non era abituata alla presenza dell’uomo, ha esitato un attimo e sono riuscito a scattare. Questa posso definirla la mia prima foto macro (1:1). Non credo sarà l’ultima.

Questa foto è il mio primo esperimento macro con gocce. Ero veramente curioso di capire come potessero riuscire le gocce a catturare i riflessi del fiore, ma alla fine ho capito che con un po’ di pazienza si può riuscire. Due cavalletti, un paio di plamp (una per il fiore, una per il filo d’erba), una slitta micrometrica per la macchinafoto e tanti scatti a diversa distanza per ottenere la foto con la giusta messa a fuoco. Alberto Ghizzi Panizza ha allestito il set, io mi sono divertito a muovere la slitta e ho premuto il pulsante di scatto ben 17 volte. Ho già messo nel carrello della spesa slitta micrometrica, plamp e siringa. Adesso la parte più difficile: riuscire a procurarsi la miracolosa acqua di Parma che permette la perfetta stabilità delle gocce sul filo d’erba. :-)