Ieri mattina mi sono lanciato nella tipica escursione estiva monregalese: partenza dalla porta di Pian Marchisa con arrivo al rifugio Havis de Giorgio, meglio conosciuto come rifugio Mondovì (poi qualcuno un giorno mi spiegherà la scelta del nome che per me rimane incomprensibile). È un strada semplice, circa 40 minuti (dislivello minimo), ma molto bella e frequentata: in estate sembra quasi di essere sulla riviera romagnola. Arrivato al rifugio ho salutato il gestore, ho bevuto una birra, mi sono sono sdraiato sull’erba e, mentre Alice si riposava per la fatica (lamentarsi per tutto il tragitto stanca), ho osservato le montagne circostanti e le nuvole sopra la mia testa. Erano bellissime, una sensazione di pace e serenità rotta solamente dalle urla dei bambini alle mie spalle. Ho comunque deciso di scattare una foto per ricordare il momento e celebrare la bellezza della natura. Un’immagine banale, ma che mi ricorda un momento delicato e piacevole. Ho scoperto che la cima di sinistra si chiama proprio punta Havis de Giorgio, quella di destra non la conosce nessuno.
Anche quest’anno il comune di Murazzano ha organizzato il concorso fotografico “Vivere Murazzano“. Il tema del 2024 era difficile, ma comunque interessante: L’essenza dell’alta langa.
L’essenza profonda di questo territorio unico. Le fotografie dovranno rivelare ciò che rende l’Alta Langa speciale, unendo la sua storia secolare alle tradizioni vive e alla bellezza contemporanea. Ogni scatto dovrà svelare l’anima autentica dell’Alta Langa, catturando la sua identità attraverso paesaggi, volti, e momenti che narrano la sua storia di ieri e di oggi.
Purtroppo quest’anno non sono riuscito a fotografare su commissione e quindi ho riciclato foto del passato. Due immagini del celebre Mulino a Vento che avevo già pubblicato in passato e una visione zenitale del Santuario della Beata Vergine di Hal. E anche quest’anno sono riuscito ad arrivare al secondo posto (con la foto zenitale): eterno secondo si dice di un atleta che non riesce a vincere mai. La foto verrà stampata in formato gigante ed esposta per un anno nella piazza del paese. Se passate da Murazzano sapete dove trovarmi.
Ai piedi della Bisalta, nelle campagne di Peveragno, potete incontrare un esempio straordinario di amore. Il castagno secolare e il glicine anche quest’anno, teneramente abbracciati, vivono e manifestano la loro passione. La natura non smette mai di sorprendere: è un abbraccio meraviglioso che forma un cuore e che ogni giorno attira curiosi, innamorati e fotografi. Avevo già tentato lo scorso anno, ma come sempre in ritardo mi ero perso il periodo propizio (e poi le piogge torrenziali di maggio avevano fatto il resto). Quest’anno no, quest’anno sono andato in avanscoperta domenica scorsa, ho scelto l’ora migliore e sono tornato armato di treppiede (e ho scelto una foto a mano libera). Il Glicine è ormai una star, su Instagram è diventato uno degli spot più conosciuti del cuneese, e chi sono io per non fotografare quello che ormai è definito da tutto il Cuore di Peveragno?
«Sono stanco, sono vecchio, sono brutto, voglio morire», dice il castagno. «Le tue radici sono piene di vita, il tuo tronco è robusto, io lo abbraccio e farò una corona di fiori sulla tua chioma. Sarà il più bell’albero che ci sia: l’albero del cuore» gli risponde il compagno.