Proteggi il mio cuore
Tenta di capirlo, difendilo dalla tua arroganza
Espandi la sua anima più pura
Esplora la sua sofferenza
– Michele Dol (Twitter)
Meno di un mese fa l’amico Domenico Rota, durante la riunione mensile di MondovìPhoto, ha tenuto una lectio magistralis sulla fotografia all’infrarosso. Serata splendida (peccato per gli assenti) ricca di spunti e informazioni tecniche. Colpito dall’entusiasmo sulla via di Damasco della novità tecnologica non ho perso tempo: mi sono procurato una reflex digitale (Canon EOS 600D usata) adatta alla fotografia IR e l’ho spedita a Casale Monferrato. Domenico, nel suo laboratorio, mi ha modificato la macchina.foto togliendo il filtro Low-Pass che impedisce il passaggio di UV e infrarosso, ha pulito il sensore e mi ha rispedito il pacco. Ho comprato un obbiettivo grandangolo economico (usato) che non avesse problemi di hotspot, ho comprato un filtro per la luce infrarosso (cioè che permette il passaggio di luce solo superiore a 720nm) e sono uscito per strada. Questa è la mia prima foto all’infrarosso, un esordio promettente credo. Vediamo adesso cosa mi riserva il futuro.
Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello.
– Morpheus
I trattoristi di Beinette ne hanno combinata un’altra. Dopo l’albero di Natale hanno deciso di dedicare una composizione anche al giro d’Italia. E questa volta si sono davvero superati. Ho dovuto alzarmi in volo con il Drone (nuovo) per riprendere la loro opera. Adesso farò un giro in paese per fotografare il rosa e nei prossimi giorni pubblicherò il reportage. Ero andato al Gran Premio della Montagna, sul Nava, ma non potevo perdermi il passaggio del giro nel mio paese adottivo e sono tornato a casa. Ci vediamo a bordo strada. :-)
La Civita di Bagnoregio è un altro dei miei sogni fotografici realizzati. Devo dire in parte, perché purtroppo non ho avuto la fortuna che speravo: una nebbia bassa, qualche nuvola artistica. Niente di niente. Mi sono alzato ad un orario disumano e sono salito un macchina per percorrere i circa 3000 metri che mi separavano dal punto panoramico. E la macchina non è partita: batteria a terra. E la giornata, a circa 700 km da casa, domenica, non è iniziata per niente bene. Ho deciso di andare comunque a piedi, di corsa, con lo zaino e il treppiede (quello pesante), per riuscire ad arrivare prima del sorgere del sole. Alle 6.03, poco prima del crepuscolo civile, sono arrivato, ansimando, sulla terrazza che domina la Civita e ho sistemato il treppiede. Alle 6.07 scattavo la prima foto. I colori sono enfatizzati, come in quasi tutte le foto all’alba, ma se dovessi farVi vedere l’originale vi accorgereste che non ho esagerato. Scattata con il classico 50mm, 1 secondo di esposizione, f/8. Alle 9 del mattino ho poi trovato un auto-ricambi aperto e ho cambiato la batteria: quello si un colpo di fortuna.
La UFO Tower di Bratislava è uno dei luoghi più folli e incredibili del mondo. Si trova in fondo al Ponte SNP (Most Slovenského národného povstania), cioè il Ponte dell’Insurrezione nazionale slovacca, noto anche come Nový Most, che collega le due sponde del Danubio. Per salire sulla torre si utilizza un ascensore (a pagamento) che sale per 80 metri; poi attraverso una scalinata si raggiunge il ristorante che si trova sulla cupola (spoiler: è decisamente costoso) e infine si può accedere alla terrazza dalla quale si gode una meravigliosa vista della città da 95 metri di altezza. È un monumento moderno (costruito fra il 1967 e il 1972) e molto particolare, con un impatto incredibile sulla città: può essere osservato da qualsiasi punto di Bratislava e viene chiamato UFO dagli abitanti della capitale slovacca per via della sua forma che ricorda un disco volante (ed è molto simile all’Enterprise di Star Trek). Fotograficamente parlando l’ho trovato un soggetto meraviglioso e l’ho fotografato davvero da ogni angolazione. :-)
Colline di Toscana, coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista.
– Fernand Braudel
Quello che da tutti viene definito castello in realtà in origine nasce come palazzina di caccia del Mombrisone (dal nome dell’omonimo colle). Ci si arriva da Chiusa Pesio dopo una breve passeggiata in salita di circa 15/20 minuti, nulla di complicato. È davvero un peccato che sia abbandonato a se stesso da ormai troppo tempo: il comune è entrato in possesso di questo piccolo pezzo di storia da qualche anno e dopo averlo messo in sicurezza (in realtà una delle paratie non è sigillata e si entra facilmente) spero possa anche avviare un’opera di rilancio turistico.
Dopo aver fotografato i Triboli della Val d’Orcia in primavera ho pensato fosse giusto e doveroso tornare in Estate per comprendere la mutazione ambientale. E devo ammettere che il gioco vale la candela perché lo scenario cambia radicalmente e sembra quasi di trovarsi in un altro luogo: sicuramente in un altro tempo. Se devo sincero (poi perché non dovrei esserlo?) probabilmente dal punto di vista fotografico preferisco la stagione calda, ma l’impatto emotivo dei cipressi in primavera è stato più intenso. Forse anche perché a Maggio è stata la mia prima volta e la prima volta non si scorda mai.
I Triboli della Val d’Orcia sono uno dei miei tanti sogni fotografici. E realizzare i sogni è sempre qualcosa di bellissimo. Li immaginavo e desideravo fortemente e un giorno, senza pensare, sono partito. Mi ci sono ritrovato quasi per caso e non me l’aspettavo perché appaiono all’improvviso: una sorpresa, un tuffo al cuore. Finalmente. E per una volta la buona sorte mi ha accompagnato: sono arrivato all’ora giusta e con il cielo giusto. È incredibile come questo gruppo circolare di cipressi sia incredibilmente fotogenico: vicino a me avrò contato 30 fotografi. Ho scelto 5 foto, avrei potuto pubblicarne 30 perché i Triboli sono sempre meravigliosi: per definizione.