Mentre spaiate i calzini, oggi, ricordatevi di quel bimbo che è sempre solo, con cui nessuno vuole giocare e che non c’è mai alle feste di compleanno…
…mentre fate la foto dei vostri piedi vestiti da “inclusione” da mettere su Instagram, ricordatevi di quel collega che non parla con nessuno, che non viene alle cene aziendali, l’unico a cui non avete mai offerto il caffè…
mentre vi riempite le bacheche di amore per il diverso e frasi famose, togliete i calzini e invitate quel bimbo al compleanno del vostro e magari offrite il caffè a quel collega… i vostri piedi saranno un po’ più freddi, i social più vuoti, ma quello sarà il giorno in cui “diverso” diventerà davvero uguale!
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Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. È un Natale difficile in un periodo complicato: per la prima volta proverò a sdoppiarmi nel tentativo di partecipare contemporaneamente a due pranzi natalizi. Solo grandi imprese. La foto è scattata in una villa abbandonata nei pressi di Torino: un piccolo e maligno Babbo Natale, almeno questa è l’impressione che mi lascia il suo sguardo. Speriamo comunque voglia portarci un regalo di prestigio. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Ha appena finito di piovere, fra brutto, fa freddo e nel giorno di festa sono a casa che mi diverto con la post. E davanti a me sberluccica questo piccolo Minolta MD Rokkor 50mm f/2 di fine anni ’70 che sembra fatto apposta per i dettagli. Il modello per l’occasione diventa il melograno, solo estetico, che ho piantato sette anni fa: i frutti sono prossimi alla caduta e le foglie, ormai ingiallite dall’autunno, a breve termineranno la loro vita sul terreno. I tubi di prolunga sono eccessivi e troppo dettagliati, quindi mi limito a un macro per finta scattando a mano libera con il focus peaking della EOS R. C’è ancora un percé.
Quando pronuncio la parola champagne, è più forte di me, non posso fare a meno di utilizzare una seconda a lunghissima: champaaaaagne. Deve essere il retaggio di qualche film, anche se al momento non ho memoria. Mentre aspettavo gli ospiti del Montecarlo Film Festival per la cena di Gala mi è stato chiesto di scattare qualche foto al banco di Nero Lifestyle, uno degli sponsor della manifestazione. E quando posso utilizzare il fantastico 50mm a tuttaapertura mi diverto sempre. Queste dettagli li trovo decisamente interessanti e esercitano sul sottoscritto un fascino pazzesco. Purtroppo sono dovuto scappare di corsa e non sono riuscito a degustare il prelibato nettare, magari sarà per un’altra volta (ma magari). Questo non è un articolo sponsorizzato, preferisco essere molto chiaro, sul mio sito non esiste nulla del genere. Non ancora almeno. E’ giusto per il piacere di fotografare e trovare immagini interessanti: che ci volete fare, è una passione.
Attualmente si stima in 15 milioni il numero di bottiglie vendute in oltre 200 paesi, di cui il 95% fuori dalla Francia.
[…]Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale. […]
– Vincenzo Cardarelli
Oggi pomeriggio ho concluso un acquisto compulsivo. Un amico vendeva un gigante russo, un catadiottrico, il celebre Zenit MC 3M-5CA 500mm f/8 con attacco a vite M42. Non ho resistito alla tentazione: non avevo mai utilizzato un 500mm e tantomeno catadiottrico. Ovviamente fuoco manuale, diaframma fisso a F/8, ma molto leggero e piccolo: 620 grammi per 140 millimetri di lunghezza (davvero poco per il tipo di focale). Questa è la prima foto che ho scattato, ovviamente in casa e al buio: un classico Ius Primae Fotis. E’ il lampadario della mia cucina, virato al tricolore con l’aiuto di Alexa, da circa 5 metri di distanza.
Non saprei davvero come definire questo scatto. Sicuramente è uno Ius Primae Fotis, l’esordio di una nuova attrezzatura fotografica: nello specifico il vintage Pentacon 4/200. Si tratta di un tele di produzione DDR (German Democratic Republic) diretto discendente (sono praticamente identici) del Meyer Optik Gorlitz Orestegor f/4; la sua caratteristica più importante sono le 15 lamelle del diaframma che permettono un bokeh molto particolare a tuttaapertura. L’ho pagato poco meno di 40 euro e mi è arrivato sabato mattina: nel pomeriggio mi sono piazzato in giardino e ho fotografato la civetta di plastica che dovrebbe impedire l’arrivo di fastidiosi volatili (spoiler: non ci riesce). Non pensavo che già a f/4 potesse essere così nitido: nei prossimi giorni mi cimenterò in qualcosa di più impegnativo.
A Beinette, i ragazzi della parrocchia hanno creato, per Natale, una sorta di cammino magico fra le cappelle del paese. Il percorso fra i presepi è tempestato di stelle dorate di cartone e per i più piccoli il gioco è riuscire a contare quante più stelle possibile. Per l’occasione ho tirato fuori il mio Carl Zeiss Jena Tessar 50mm f/2.8 e sono andato con Alice alla ricerca delle stelle; durante le feste mi torna sempre in mente il vintage. Il Tessar è uno schema ottico sviluppato dalla Carl Zeiss, brevettato nel lontano 1902 su progetto del celebre Paul Rudolph, e poi largamente usato come obiettivo anche in tempi moderni: l’ottica in mio possesso è stata prodotta fra il 1984 e il 1990 in Germania Est. La caratteristica più riconoscibile di questa lente è il celebre bokeh a bolle di sapone, abbastanza visibile nella prima foto; la nitidezza a tuttaapertura non è straordinaria, ma nonostante gli anni e il progetto ottico datato è comunque divertente tornare (per qualche scatto) a fotografare completamente in manuale; sulle mirrorless elettroniche il focus peaking aiuta molto nella messa a fuoco (soprattutto ad ampie aperture) e il gioco risulta davvero semplice. E niente, la scimmia vintage non accenna a lasciarmi in pace. :-)
Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. La foto di quest’anno è tipicamente urbex, scattata nel 2019 all’interno di una celebre fabbrica abbandonata in Liguria; ed è la seconda volta che pubblico una foto di questo tipo (alberello di natale in luogo abbandonato). Dev’essere una particolarità molto diffusa, perché mi è già capitato in diverse occasioni. E’ un Natale molto strano questo datato 2020, un anno che ricorderemo: niente cene, niente feste, niente assembramenti, ma si al cashback e alla messa di Natale, anticipata dal coprifuoco imposto dal governo e dal virus. Quindi l’augurio questa volta suonerà un po’ finto, ma voglio farlo ugualmente: e il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
E’ passato un mese dal decreto che ha cambiato le nostre un vite: era il giorno 8 marzo, 31 giorni di quarantena obbligata (o quasi). Non so quanti morti, quanti malati, quanta disperazione, non riesco a quantificare. E in questo momento serve davvero qualcosa che ci riesca a portare alla normalità, speriamo possa arrivare il prima possibile. Serve un’uscita di emergenza.
Ci sono due modi di diffondere luce: essere la candela oppure essere lo specchio che la riflette.
– Edith Wharton