Villa Turchese ha una storia piuttosto particolare. O meglio, non tanto la villa in sé, quanto le fotografie che la raccontano. Le immagini che vedete qui (addirittura 48, sì, mi sono lasciato prendere la mano) sono il risultato di due esplorazioni distinte: la prima risale al 2023, la seconda al 2025. Le prime foto, quelle del 2023, non mi convincevano. Le trovavo piatte, poco incisive, con inquadrature sbagliate rispetto a ciò che avrei voluto realizzare. Soprattutto, non riuscivano a trasmettere l’atmosfera della villa, che qualcuno ha persino definito la più bella mai fatta: forse un giudizio un po’ esagerato (non deve aver viaggiato molto), ma sicuramente si tratta di un luogo affascinante e fuori dal comune.
L’accesso è semplice, senza particolari difficoltà (si supera facilmente un cancello: non serve Indiana Jones, basta un po’ di attenzione). Ma una volta dentro ho trovato un ambiente completamente trasformato. Questa volta mi sono preso più tempo, ho lavorato con più calma, e le foto mi soddisfano molto di più. La stanza principale, quella che dà il nome alla villa per le sue meravigliose pareti turchesi, è stata riorganizzata in modo evidente. Il tavolo è stato spostato, le bottiglie riordinate, un’ampolla di vetro (non saprei davvero come definirla: oggetto di design? boccia da pozione?) sistemata a terra, mentre un piccolo divano vintage è scomparso. Sono comparsi anche quadri raffiguranti la via Crucis. Tutto sembra pensato per una nuova narrazione visiva. Due elementi al piano terra mi hanno colpito in modo particolare. La piccola cappella interna è stata svuotata e ripulita: l’altare è ora visibile in tutta la sua semplicità, con una foto di Papa Giovanni XXIII, il papa buono, appesa alla parete. In quella che suppongo fosse la cucina è stato allestito un angolo che potrei definire museale: su un mobiletto sono apparsi un quadro di Don Giovanni Bosco, un’immagine della Madonna, un vecchio telefono, una coppa, foto e altri oggetti che prima non c’erano. Un allestimento decisamente più suggestivo.
Guardando le foto del 2023 e confrontandole con quelle del 2025, la differenza è evidente. Ho pubblicato immagini di entrambe le visite, e in certi casi il confronto è quasi straniante: manca un arco narrativo coerente, come se ci trovassimo di fronte a due versioni diverse dello stesso luogo. La distanza tra i due reportage è dovuta sia a una maggiore consapevolezza tecnica da parte mia, nel 2023 avevo affrontato lo scatto con troppa fretta, in modalità mordi e fuggi, senza prendermi il tempo necessario per osservare davvero, sia a un’evoluzione compositiva: l’allestimento attuale, più ricco e ragionato, rende le inquadrature molto più forti. Anche se, lo ammetto, una parte di me teme che all’epoca fossi semplicemente molto meno preparato… o forse solo con l’ansia addosso.