Il Tempio del Valadier era da anni sulla mia lista personale di luoghi da fotografare. Una di quelle mete che continui a rimandare perché davvero lontana, ma che resta sempre lì, fissa nella testa ogni volta che ti capita di rivederla online. La sua posizione così insolita – una costruzione neoclassica incastrata in una grotta – lo rende perfetto per una sessione fotografica mirata. La giornata non offriva molto dal punto di vista atmosferico: aveva appena smesso di piovere e il cielo era coperto da nuvole compatte, grigio e piatto. Niente luce scenografica, niente riflessi dorati: solo una scena statica da gestire con calma e precisione. Raggiunta Genga, ho affrontato il sentiero che porta al tempio. Servono circa 10-15 minuti per arrivare in cima: c’è un po’ di salita, all’inizio soprattutto, ma il percorso è facile, lastricato e regolare. Semplice, anche con lo zaino fotografico in spalla.
Il tempio si trova nelle Marche, nel comune di Genga, in provincia di Ancona, all’interno del Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi. Fu costruito nel 1828 su iniziativa di papa Leone XII, originario proprio di Genga, che lo pensò come rifugio per chi cercava silenzio e raccoglimento. Il progetto è firmato da Giuseppe Valadier, architetto neoclassico noto per il suo rigore geometrico. Realizzato in travertino chiaro locale, il tempio si incastra con precisione scenografica nella parete rocciosa. Poco distante, la grotta detta rifugio dei peccatori, un tempo usata per ritiri spirituali, oggi fa più la funzione di punto panoramico per la foto da pubblicare sui social.