Il proprietario di questa villa, a quanto si racconta, era titolare di alcune cave di roccia nella zona, da qui il nome: Villa Ardesia. In fondo alla casa è ancora presente un vecchio calendario, che permette di riconoscere dove ci troviamo, utilizzando un termine dialettale tipico di queste parti: l’anno è il 1977. La villa è rimasta abbandonata e chiusa per almeno vent’anni. Ho tentato di esplorarla per ben due volte prima di riuscire, la terza, ad entrare.
L’interno, però, era molto diverso rispetto alle immagini che avevo visto. La villa era buia e pesantemente vandalizzata: si respirava umidità e odore di muffa, gli oggetti erano stati spostati, alcuni elementi erano scomparsi: le statuette del presepe non c’erano più. Nonostante il disordine alcuni dettagli importanti erano ancora presenti: una bicicletta rosa da bambina, alcuni peluche, un vecchio telefono che non squilla più. La cucina era ancora bellissima, ma in particolare, mi ha sorpreso la sala principale, con il soffitto affrescato, che un tempo doveva rappresentare il punto di maggior prestigio della villa. Dopo aver finito di fotografare sono uscito in strada, il freddo era pungente, mi sono voltato un’ultima volta verso l’ingresso: considerando la posizione isolata e il degrado avanzato, credo che difficilmente qualcuno tornerà ad occuparsi di questa villa.