Villa Grock di Imperia è uno dei luoghi più affascinanti e singolari della Riviera Ligure, un piccolo angolo di storia e arte. La Villa in origine si chiamava Villa Bianca e fu ideata e costruita da Adrien Wettach, in arte Grock, consacrato Re dei clown all’Olympia di Parigi nel 1919: Grock fu una vera e propria star internazionale dall’inizio del novecento fino al suo addio alle scene nel 1954. Artista straordinario: parlava 8 lingue, giocoliere, equilibrista, acrobata, in grado di suonare 14 strumenti musicali, ammaliò il pubblico di tutto il mondo trasformando il suo rotondo nome d’arte in autentica leggenda. La villa, che fu costruita nel 1927, si erge su una collina con una vista mozzafiato sul mare. Il suo ideatore scelse personalmente il terreno e progettò gran parte della tenuta, supportato dal geometra Armando Brignole.
La villa fu la casa di Grock fino alla sua morte nel 1959 e, negli anni successivi, la proprietà passò attraverso varie vicissitudini. Negli ultimi decenni del secolo scorso, Villa Grock fu lasciata in stato di abbandono e divenne una sorta di rifugio per chi cercava di scoprirne il passato. Fu proprio durante quegli anni che iniziai a visitarla di nascosto. Mi sentivo attratto dal suo fascino decadente, dalle stanze vuote e dalle antiche strutture che portavano con sé il peso del tempo: era un urbex d’avanguardia, ma ancora non lo sapevo. Ogni angolo sembrava racchiudere un pezzo della vita dell’artista, un ricordo che si stava lentamente dissolvendo. Era una villa che parlava di solitudine, ma anche di un genio che l’aveva abitata, che l’aveva popolata di colori, suoni, risate e magia.
Non saprei dire quante volte ho visto Villa Grock, per gli Imperiesi è un punto di riferimento. La sua imponente presenza sulla collina delle Cascine regala quasi una senso di sicurezza. Sono tornato a visitarla, pagando il biglietto, dopo almeno 25 anni, e sono rimasto meravigliato da come il restauro, soprattutto del parco, abbia restituito al pubblico e alla città un angolo di storia che non solo onora la memoria di Grock, ma racconta anche la bellezza di un luogo che ha continuato nel tempo a esercitare un irresistibile fascino su chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere la sua storia, la sua bellezza e il suo mistero.
Io sono il risultato di mezzo secolo di osservazione e di ostinazione, del desiderio di perfezionare ciò che era già perfetto. Sono convinto di esserci riuscito.
– Grock