
La Bianchina Autobianchi deve la sua enorme ed incredible fama al ragionier Fantozzi che utilizza una mal ridotta 4 posti bianca in tutti i suoi film. Iconica la scena in cui 3 energumeni non troppo gentili tolgono la portiera di forza mentre il ragioniere più sfortunato del mondo cerca di tirare sul il finestrino con la manovella: non riesco a smettere di ridere solo al pensiero. Nella stessa scena la signorina Silvani, dopo che Fantozzi alla guida ha recitato, spacciandole per un suo componimento giovanile, le parole di Lorenzo il Magnifico esclama: “Ah, anche poeta!” e poi sputa sullo specchio che sta usando per truccarsi. Nel 1975 (anno in cui uscì il primo Fantozzi) l’Autobianchi aveva smesso di produrre la Bianchina da 6 anni.
La Bianchina fu concepita come una versione più lussuosa della Fiat Nuova 500, mantenendo però lo stesso telaio e la stessa meccanica della vettura popolare. Il modello fu presentato al pubblico il 16 settembre 1957 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, un contesto che sottolineava l’intento di posizionarla come un’auto elegante e raffinata, lontana dalle sue origini di utilitaria. All’inizio, la Bianchina fu proposta nell’unica versione a tre volumi, denominata Trasformabile, che si distingueva per il tetto apribile in tela, le abbondanti cromature e le pinne posteriori, un tratto stilistico che la rendeva più simile a vetture di categoria superiore. Questo design contribuì a darle un aspetto lussuoso che attirò subito l’attenzione del pubblico, soprattutto dei milanesi, affascinati dall’idea di possedere una macchina più elegante rispetto alla più spartana Nuova 500. Nonostante il prezzo di listino fosse significativamente più alto le vendite iniziali della Bianchina superarono quelle della sua sorella economica. La ragione di questo successo iniziale si può attribuire al fascino del marchio Bianchi, che evocava qualità e raffinatezza, oltre alla possibilità di pagamenti rateali in 30 mesi offerta dalla SAVA, che rese l’acquisto più accessibile. Vista la buona accoglienza, l’Autobianchi decise di ampliare la gamma della Bianchina. Nel 1959, il motore fu potenziato a 17 CV, mentre nel 1960 vennero introdotte le versioni cabriolet e Panoramica. Nel 1962, la Bianchina Trasformabile venne sostituita da una nuova versione denominata ufficialmente 4 posti, un modello che si distingueva per il tetto chiuso e la capacità di ospitare quattro persone. Sebbene il pubblico la definisse spesso berlina, questa denominazione non fu mai adottata ufficialmente dalla Autobianchi, che continuò a chiamarla semplicemente 4 posti. Il design della Bianchina 4 posti era molto apprezzato per la sua eleganza e per la praticità di una berlina compatta, ideale per chi cercava una vettura che unisse il comfort e la versatilità a una guida più dinamica. Sebbene il prezzo fosse superiore a quello delle versioni più semplici, la 4 posti rappresentò un’opzione popolare per chi desiderava una piccola auto familiare, senza rinunciare al fascino della Bianchina e alla sua tradizione di auto dallo stile ricercato.
Il modello in queste immagini, di un bellissimo colore azzurro con tanto di portapacchi in tinta, dovrebbe essere una Bianchina Furgoncino, creata nel 1960 sulla base della Panoramica e rimasta in produzione sino al 1969. Purtroppo il crollo del tetto l’ha praticamente distrutta e non credo possa essere ancora recuperata (anche per via dei costi eccessivi). Un vero peccato, perché parliamo di un piccolo, ma importante pezzo della storia dell’automobile del nostro paese.





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