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Il porto sull’Arno
POSTED ON 24 Gen 2025 IN Reportage
TAGS: URBEX      POST: LR, NIK       

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Non è stato facile raggiungerlo: transenne, rovi, muri pericolanti; ma, varcata la soglia d’ingresso, nella prima stanza siamo stati accolti da una sinfonia di colori, uno spettacolo per gli occhi. Era una struttura fra le più importanti del suo genere: un antico porto sul fiume Arno con annesso casino di delizia. All’epoca il fiume Arno era completamente navigabile e quando fu costruito, all’inizio del 1700, costituiva il punto d’attracco per le imbarcazioni, probabilmente dirette verso Villa Bibbiani, del cui complesso la struttura portuale faceva parte.

In origine l’edificio era circoscritto alla singola partitura del grande arco sormontato da una loggia traforata che inquadrava l’accesso alla villa. Con stratificazioni successive, prevalentemente settecentesche, il complesso si arricchisce di ambienti, pertinenze e decorazioni tese a conferire all’insieme un carattere di vero e proprio luogo di delizia, costruito per il divertimento. Illustri le famiglie fiorentine che hanno posseduto l’intero complesso di Bibbiani attraverso i secoli: dai marchesi Frescobaldi, primi proprietari di Bibbiani fin dal Rinascimento, ai marchesi Ridolfi, tanto per citarne due. Celebre il parco, voluto personalmente da Cosimo Ridolfi (1794 -1865) nel momento in cui acquistò il complesso dai Frescobaldi.

Oggi, il porto mostra segni di un degrado estremo: il tetto è crollato, con coperture temporanee di lamiera e infestazioni di piccioni. L’architettura originale, con il suo corpo centrale rettangolare e aggiunte laterali, conserva ancora tracce di un passato glorioso, come le canalizzazioni, le banchine e le decorazioni in pietra, ma è in netto contrasto con l’abbandono attuale. Le tracce storiche sono ancora visibili vicino al Grande arco dell’Omo, dove una canalizzazione che conduceva al porto è stata interrotta dalla moderna carrabile. Gli affreschi e le decorazioni storiche del porto sono state riscoperte in passato, ma la conservazione di questi elementi è sempre più difficile, complicata da ostacoli burocratici che hanno ritardato qualsiasi tentativo di restauro (si tratta purtroppo di un bene privato). Questo scenario evidenzia l’urgente necessità di azioni concrete per la conservazione e il recupero di un bene culturale che, se perso, rappresenterebbe una perdita irreparabile per il patrimonio storico e artistico del nostro paese.

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