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Freddo e paura all’Open Season
POSTED ON 8 Dic 2024 IN Concert

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Questa sera sono andato per la prima volta, e credo ultima, all’Open Season di Prato Nevoso. L’Open Season è l’evento che apre la stagione invernale e sciistica: quest’anno l’ospite d’onore della serata era Anna Pepe. Si tratta chiaramente di un nome importante, la cantante italiana che nel 2024 ha ottenuto più ascolti, amata soprattutto dai giovanissimi. E infatti in Conca (così viene definita la zona spettacolo) sono arrivati migliaia di ragazzi, molti accompagnati dai genitori (compresi figlia e sottoscritto). Prato Nevoso è un piccolo centro e vive una mancanza cronica di parcheggi, quindi per avere qualche possibilità di trovare un buco siamo partiti alle 3 del pomeriggio: quando siamo arrivati era già delirio. Temperature sotto lo zero assicurate, ma questo non ha impedito un enorme flusso di persone; siccome erano previsti molti minorenni (questo è un fattore importante) era proibito somministrare bevande alcoliche. Purtroppo ho visto tantissimi ragazzi con zaini e bottiglie di qualsiasi tipo: Jager, Gordon, Spritz, Pampero e potrei continuare; mentre andavo in direzione palco, sul marciapiede di via Galassia (la strada principale), ho notato una decina di vuoti in fila.

L’evento è iniziato alle 20, un presentatore che vorrei definire solo noioso, un po’ di musica, intrattenimento banale, un altro presentatore. Poi sono salite sul palco le autorità (presidente di regione compreso) che hanno avuto l’intelligenza di parlare pochissimo. Quindi un momento abbastanza struggente dedicato alla lotta contro il cancro e alla raccolta fondi per l’ospedale di Candiolo (iniziativa davvero lodevole).

Tutto questo mentre l’esercito di minorenni, in parte agitato dall’alcool, soffriva le pene dell’inferno a -2 e spingeva spingeva spingeva. Dal palco diverse volte sono arrivate richieste, prima gentili, poi sempre più pressanti, di fare passi indietro per permettere alle prime file di respirare: risultati piuttosto scarsi. Dopo un paio di artisti, che definire artisti credo sia un modo di dire, la musica (se possiamo definirla tale, e no, non sono boomer) si è interrotta: troppa gente, pericolo di incidenti, la pressione era davvero forte e ho dovuto fare non poca fatica a proteggere mia figlia (ricordo, 10 anni) dalla folla.

Ho pensato a cosa sarebbe potuto accadere in caso di incidente e successivo panico, e qualche pensiero negativo è passato nella mia testa.

Per spiegare i problemi sul palco sono saliti gli organizzatori che fortunatamente hanno avuto la scaltrezza di interrompere lo spettacolo per mettere in sicurezza il pubblico. Io non so quali siano state le mosse della security, però siamo rimasti 40 minuti al freddo, senza possibilità di muoversi (e bere, dato il sequestro dell’acqua all’entrata). E fra il pubblico ho visto tanti bambini: forse certe precauzioni andavano prese prima, non era complicato prevedere un simile afflusso di persone (e tanti giovanissimi).

Mia figlia, infreddolita e stanca, mi ha chiesto di andare via: non ho pensato molto, con tanta fatica (ma anche ragazzi gentili che ci hanno permesso di passare) siamo riusciti a guadagnare l’uscita. Abbiamo perso lo spettacolo di Anna (che mi dicono essere salita sul palco intorno alle 23), ma la nostra partenza intelligente ci ha permesso di arrivare a casa per goderci una tazza di latte caldo (con il miele) e una fetta di pandoro.

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