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La Villa del Socialista
POSTED ON 16 Ott 2024 IN Reportage

La Villa del Socialista /13

Francesco Albertini nasce a Gravellona Toce il 30 dicembre 1906 e muore a Verbania il 17 dicembre 1996, avvocato e parlamentare socialista ha dedicato la sua vita a portare avanti i suoi ideali. Attivo antifascista nel 1943 è arrestato e incarcerato a Torino e da qui, nel febbraio 1944, è deportato a Mauthausen: dopo tre giorni di tradotta viene immatricolato con il numero 53347.

Classificato come Schutzhaftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza), il deportato è trasferito dai nazisti al sottocampo di Gusen. Ma Albertini non cede e, nel Lager, entra a far parte dell’organizzazione internazionale di resistenza del sottocampo, dal quale sarà liberato il 5 maggio del 1945, con l’arrivo delle truppe americane.

Tornato in Italia inizia nuovamente a lottare per quegli ideali ai quali ha dedicato tutta la sua vita. Nelle prime consultazioni elettorali dopo la Liberazione l’avvocato Albertini viene eletto consigliere provinciale di Novara. Nel 1958 e nel 1963 è eletto deputato per il PSI. Nel 1963, nominato senatore, diventerà vice presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama; sarà anche deputato europeo e in tutti questi incarichi (farà anche parte come sottosegretario al Tesoro del 2° e 3° Governo Moro), Albertini si adopererà per proporre e far approvare leggi a favore degli ex deportati, che rappresenterà per tutta la sua lunga vita, come dirigente della loro associazione nazionale e le cui sofferenze, nel 1982, ricorderà nel saggio “Come e perché i Lager nazisti”.

La villa dove ha vissuto conserva ancora tantissime tracce della sua attività politica: nella biblioteca un gigantesco manifesto elettorale suggerisce di votare Albertini al senato. Ci sono oggetti, libri, ricordi, piccoli pezzi di storia dell’Italia del secolo scorso. Si prova un’emozione particolare a camminare in queste stanze: dall’ampio ingresso con volte a crociera e archi a sesto ribassato, alla splendida biblioteca, passando per la cucina, in totale disordine, che racconta una parte di vita del senatore. E poi la sala da pranzo, l’archivio con volta a vela, lo studio e un piccolo salottino con un meraviglioso soffitto affrescato ormai quasi completamente crollato.

Alla fine del secolo scorso la villa era stata ceduta al comune di Gravellona Toce; dopo un periodo di totale abbandono nel 2018 si è tornato a parlare di recupero e con spesa di circa 2 milioni di euro si disse che sarebbe diventata il fiore all’occhiello della città. Dopo l’importante ristrutturazione al suo interno dovrebbero trovare posto una sala polifunzionale, un’area museo, un punto di informazione turistica e un caffè letterario, con dehors, in grado di dare alla villa una funzione turistica e culturale. Quanti anni sono passati?

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