Il giorno dell’epifania, dopo la grande nevicata di inizio gennaio, sono sceso in paese per scattare qualche foto di street. Certo Beinette non è Milano e nemmeno New-York, ma ho cercato di adattarmi. Ho montato sulla fotocamera il piccolo Helios 44M-7 58 f/2 e sono andato per strada. Per enfatizzare l’idea del vintage ho scelto di virare le foto in bianco e nero; rimane sempre molto complicato, per la mancanza di abitudine, focheggiare in manuale, soprattutto se si scelgono aperture di diaframma decisamente aperte. La mancanza di nitidezza ai bordi del piccolo soldato russo è evidente, ma nonostante tutto qualcosa di interessante sono riuscito a cogliere. D’altronde è documentazione.
A Beinette, i ragazzi della parrocchia hanno creato, per Natale, una sorta di cammino magico fra le cappelle del paese. Il percorso fra i presepi è tempestato di stelle dorate di cartone e per i più piccoli il gioco è riuscire a contare quante più stelle possibile. Per l’occasione ho tirato fuori il mio Carl Zeiss Jena Tessar 50mm f/2.8 e sono andato con Alice alla ricerca delle stelle; durante le feste mi torna sempre in mente il vintage. Il Tessar è uno schema ottico sviluppato dalla Carl Zeiss, brevettato nel lontano 1902 su progetto del celebre Paul Rudolph, e poi largamente usato come obiettivo anche in tempi moderni: l’ottica in mio possesso è stata prodotta fra il 1984 e il 1990 in Germania Est. La caratteristica più riconoscibile di questa lente è il celebre bokeh a bolle di sapone, abbastanza visibile nella prima foto; la nitidezza a tuttaapertura non è straordinaria, ma nonostante gli anni e il progetto ottico datato è comunque divertente tornare (per qualche scatto) a fotografare completamente in manuale; sulle mirrorless elettroniche il focus peaking aiuta molto nella messa a fuoco (soprattutto ad ampie aperture) e il gioco risulta davvero semplice. E niente, la scimmia vintage non accenna a lasciarmi in pace. :-)
Ho scattato queste foto al Grande Bazar d’Istanbul, un mercato incredibile e variopinto. E’ uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo con 61 strade coperte e oltre 4.000 negozi che attirano ogni giorno tra 250.000 e 400.000 visitatori. Purtroppo la nostra visita è durata un battito di ciglia, giusto il tempo per capire e comprendere la quantità di persone che transitano giornalmente per questi corridori e per ammirare i colori e i sapori del bazar. Ricordo di aver assaggiato un terribile dolce (davvero troppo dolce) al miele. Ma il mio animo ligure ha prevalso e non ho comprato nulla. :-(
Un vago riferimento, sui social, alla Cappadocia mi ha fatto tornare in mente la mia meravigliosa vacanza in Turchia del 2014. E adesso sono qui che ascolto Istanbul dei Litfiba e post-produco foto di quasi 7 anni fa. Perché alla Turchia devo ancora qualcosa dal punto di vista fotografico, per motivi di confusione e lieti eventi non ero riuscito a dedicare troppo tempo a quella incredibile esperienza. Ho scoperto che qualcosa di buono ero riuscito a combinare, nonostante l’assurdità di quei giorni. E sono giorni che ricordo ancora con immenso piacere (e colgo l’occasione per salutare i miei improvvisati compagni di viaggio dell’epoca). Questa è la versione street di quella vacanza, sono le foto che ho scattato girando a piedi per Istanbul nei primi due giorni. Davvero incrocio delle razze e dei popoli. Ma non è finita qui. :-)
Il mio volto nel fango di Istanbul
Istanbul Istanbul baluardo sacro per
L’incrocio delle razze degli uomini brucerà
Istanbul, Istanbul
Forze oscure in Istanbul
– Litfiba
Da diverso tempo avevo intenzione di visitare Milano City Life, la nuova zona commerciale del capoluogo lombardo. Avevo visto una bellissima foto geometrica scattata in piazza Tre Pini (il cuore della zona) e mi ero incuriosito. Purtroppo sono arrivato a Milano nella peggiore giornata possibile, con pioggia battente, primo freddo invernale e tempo da lupi. Sono rimasto al bar, poi al coperto e al freddo, poi di nuovo al bar (troppi caffè). Quando ha smesso di piovere mi è uscito un tremendo mal di testa (troppi caffè) e ho scattato davvero pochissimo (impegnato anche ad imparare i comandi della nuova EOS R). Ho scelto 7 foto e trasformato in silver come da mia personalissima consuetudine street.
Intanto fuori tempo da lupi, infatti piovono cani…
– Alessandro Bergonzoni
C’è questo mio amico, musicista (soprattutto) e fotografo, che ha la capacità di scattare un certo tipo di street utilizzando un fortissimo contrasto tra luci e ombre. Si chiama Enzo Fornione e le sue immagini, monocromatiche, hanno sempre un incredibile impatto emotivo e visivo. E quando ho visto questa composizione il mio pensiero è subito andato al suo stile: ho aspettato che il mio soggetto uscisse dall’ombra per scattare e ottenere una sorta di yin e yang. In post ho esaltato il contrasto e rafforzato la differenza fra luci e ombre. E questo è il mio primo Fornionismo (si può dire?).
Per il terzo anno consecutivo, il 29 settembre scorso, ho partecipato alla Torino Photo Marathon. E’ una manifestazione che mi piace e Torino è una città, la domenica, davvero bellissima. Anche questa volta ho partecipato in solitaria e non ho idea di quanti passi abbiamo fatto le mie gambe: ho girato un po’ tutto il centro di Torino, una parte di San Salvario e sono arrivato sino al parco della Pellerina; una maratona vera e propria. Ho recuperato 9 foto che credo siano interessanti (una l’ho pubblicata ieri) e anche quest’anno ho deciso di scendere a compromessi con l’arte della Street Photography. L’impresa sarebbe riuscire a salire per la terza volta consecutiva sul podio, vedremo se la giuria apprezzerà anche quest’anno le mie immagini.
In ordine di apparizione i titoli sono:
Umani diritti
Portami con te
Viaggiare sotto casa
Fermi tutti
Liberty
Inarrestabile come un raptor
Plastic free
Questo non è un selfie
Vivere Murazzano, il concorso organizzato dal comune in collaborazione con MondovìPhoto, è stata la scusa che mi ha permesso di passare qualche ora in questo piccolo e particolare paese in alta langa, celebre per il formaggio e per il Parco Safari delle Langhe. Ho girovagato tre ore nel centro storico, fotografando il Santuario, la Torre Medioevale (emblema del paese), il Mulino e, soprattutto, il cafè Gianduja. Ho cenato con un meraviglioso panino al Murazzano DOP con bagnet verde (da impazzire) e poi sono tornato a fotografare in notturna. Ho selezionato 5 foto, la mia preferita è la prima, con il Santuario sullo sfondo. Era quasi notte, ho scattato il con 16-35, il treppiede, e 6 secondi di esposizione: la trovo interessante perchè il Santuario, nonostante occupi solo una piccola parte del fotogramma, è il protagonista evidente della foto. E questo fatto di riuscire a evidenziare un elemento, soprattutto se piccolo, è sempre complicato in fotografia.
Se passate dalle parti di Catania, a pochi metri dalla centralissima piazza del Duomo, potreste imbattervi nel mercato del pesce. Si trova al di sotto delle mura antiche di Palazzo dei Chierici, vicino alla Fontana dei Sette Canali. E’ qualcosa di eccezionale: un tourbillon di colori, profumi, odori, emozioni, persone, vita, parole; e poi le cosiddette “abbanniate”, le grida dei pescivendoli che propongono ad alta voce i loro prodotti. Si viene catapultati nel tipico e puro folclore siciliano ed è un’esperienza assolutamente da vivere. E, per i più fortunati, anche da gustare. Ho scelto 14 foto per raccontare un’ora dentro al cuore del mercato del pesce di Catania; ho pensato molto, trattandosi di reportage/street, se utilizzare il bianco e nero, ma poi ha prevalso la voglia di colore che credo riesca a rendere al meglio l’idea del mercato. Vorrei poter avere il teletrasporto e passare più giorni a raccontare la vita dei pescivendoli: è una cosa che invidio molto ai fotografi catanesi.