Il ritratto è sicuramente la mia più grande passione fotografica: riprendere le persone, riuscire a cogliere un attimo, allestire un set fotografico, trovare un’espressione, un sorriso, una smorfia, non esiste niente che possa darmi più soddisfazione. E poi c’è il discorso che con le persone ci devi parlare e per un timido come il sottoscritto è la ricetta migliore per guarire: e magari un giorno mi piacerebbe riuscire anche a fermare la gente per strada e chiedere di mettersi in posa per me. Ma questo è un sogno che difficilmente riuscirò a realizzare. Per il momento mi accontento di scattare nello studio fotografico che ho allestito in casa (e lo sfondo nero è il mio karma).

La foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro vi s’incontrano, vi si raffrontano, vi si deformano. Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. (Roland Barthes)