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Leonardo, vita di un genio
POSTED ON 14 Mag 2019 IN Performing Arts

Leonardo, vita di un genio #01

E dopo qualche ora di attesa eccomi a raccontare, con le foto ovviamente, la rappresentazione dell’istituto Baruffi, dal titolo: “Leonardo, vita di un genio”. Quest’anno l’oggetto in scena era una rete, mentre per quanto riguarda la frase da citare: “Ogni uscita è un’entrata da un’altra parte”, i ragazzi hanno deciso, credo senza fonti reali, di attribuirla al grande Leonardo del quale quest’anno ricorre l’anniversario della morte (2 maggio 1519). La storia si svolge dopo la morte del genio toscano, che non appare mai in scena; il racconto scorre veloce e, in certe fasi, anche in modo divertente. Ma non sono un critico teatrale, quindi credo sia giusto fermarmi qui e parlare di fotografia. Ho scattato con l’inseparabile 70-200 e credo ormai di aver raggiunto un ottimo feeling con quello che sicuramente è uno degli obbiettivi di maggior successo e qualità di casa Canon; ovviamente a tutta apertura e in manuale (con iso mediamente alti). Ho lasciato sempre il diaframma aperto (F/2.8) e un tempo di scatto che mi permettesse di evitare il mosso (1/125). E poi ho giocato con gli iso, ma dopo qualche scatto ho capito che le luci non sarebbero variate molto (cioè sempre buio) e questo mi ha permesso di non impazzire troppo. Credo di essere riuscito, non senza fatica, a raccontare l’essenza della rappresentazione e l’impegno che questi ragazzi hanno profuso sul palco e durante le prove. Davvero molto bravi.

Leonardo, vita di un genio #02Leonardo, vita di un genio #03

Leonardo, vita di un genio #04Leonardo, vita di un genio #05Leonardo, vita di un genio #06

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Yellow
POSTED ON 2 Mag 2019 IN Performing Arts, Street

Yellow

Barcellona è una città che pullula di artisti di strada (si, sono stato a Barcellona). La Rambla poi è il regno incontrastato delle statue, cioè artisti completamente truccati che rimangono immobili sino a quando una persona non regala loro una monetina; e allora si muovono e si mettono a disposizione per una fotografia. E fra le tante io sono rimasto colpito da questa ragazza completamente gialla che rimaneva in equilibrio (era infatti l’equilibrista) sopra una bicicletta, perfettamente immobile. Ho versato l’obolo e ho cercato di trovare qualcosa di leggermente diverso dalla solita foto ricordo: ho sfruttato la quinta proposta da un passante e ho scattato dal basso verso l’alto a tuttaapertura per isolare dalla sfondo il giallo.

Volti
POSTED ON 5 Gen 2019 IN Performing Arts

Volti

Lirica alla Fiera del Marrone
POSTED ON 22 Ott 2018 IN Performing Arts, Street

Lirica #01Lirica #02

Ieri pomeriggio ho fatto un giro alla ormai celeberrima fiera nazionale del Marrone di Cuneo. Siamo alla ventesima edizione e direi che ormai si tratta di un evento che ha raggiunto un livello altissimo: il sole e la giornata quasi estiva hanno permesso numeri, credo, da record, parcheggiare è stata un’impresa e fra le bancarelle sembrava di essere al carnevale di Venezia (per la folla, non per le maschere). Non ho dati riguardanti il numero degli espositori, ma ho visto veramente qualsiasi prodotto tipico fra artigianato, agricoltura e cucina. Castagne (mundai come vengono definiti nel cuneese), miele, nocciole, cioccolato, formaggi, salumi e tantissimi altri prodotti (non voglio dimenticare Porro di Cervere e Aglio di Caraglio) da tutte le zone della Granda e oltre. Ho assaggiato (e comprato) anche il nuovo Nergi, una specie di kiwi con la forma e la consistenza dell’uva. Buonissimo. Non ho fotografo molto, anzi, quasi nulla. Ho tirato fuori la macchinafoto solo per immortalare una bravissima coppia di cantanti lirici: non mi era mai capitato di assistere a questo tipo di esibizione canora per strada e mi ha incuriosito molto. E tanta gente si è fermata ad ascoltare la bravissima (credo) coppia di cantanti. Ho scattato un po’ da lontano con il 135 F/2 (ovviamente a tuttaapertura) cercando di inserire il pubblico come parte integrante della foto. Nel mio percorso fotografico sono passato dall’eliminare in tutti i modi gli elementi di disturbo, all’inserirli di proposito nella foto. Come cambiano le idee quando si studia, si ascolta, si impara.

Ho scoperto, dopo una breve ricerca, anche il nome dei protagonisti di queste immagini: sono Giulia Giraudo (soprano) e William Allione (baritono). Vi suggerisco un giro sulle loro pagine Youtube e Facebook per apprezzare, in video, la loro voce: Il Sussurro dell’opera.

Lazzi & Intrallazzi
POSTED ON 11 Mag 2018 IN Performing Arts

Lazzi & Intrallazzi #24

Dopo aver raccontato il backstage veniamo alla messa in scena vera e propria. Quest’anno l’oggetto comune a tutte le rappresentazioni era uno strano pacco legato con delle corde (non saprei come definirlo) sulla sinistra del palco. La frase da citare era: “Le storie vanno raccontate se non vuoi che si perdano“. I ragazzi del Garelli hanno cercato di inserire l’oggetto misterioso nella storia, ma al mio occhio poco esperto non credo abbiano completato l’impresa. Ma questo è un altro discorso. Io non sono riuscito nemmeno a catturare la frase obbligatoria: d’altronde la mente del fotografo dev’essere concentrata su altri aspetti e diventa difficile riuscire a seguire il filo narrativo. Avendo la possibilità di muovermi liberamente in sala (e anche dietro le quinte) ho scattato sempre il con 70/200, che è l’ideale per questo tipo di foto. Ho impostato 1600 ISO, alternato fra F/4 e F/2.8 e prestato attenzione che il tempo di scatto (in priorità di diaframmi) non scendesse mai sotto 1/125; le luci (e la qualità del sensore) mi avrebbero permesso anche di scendere a 800 ISO, ma ho preferito non rischiare; un po’ di grana non ha mai fatto male a nessuno, specialmente a teatro.

Lazzi & Intrallazzi #14Lazzi & Intrallazzi #17

Lazzi & Intrallazzi #15Lazzi & Intrallazzi #19Lazzi & Intrallazzi #16

Lazzi & Intrallazzi #22Lazzi & Intrallazzi #18

Ad ogni gruppo spetta il compito di allestire uno spettacolo, con durata massima di 60 minuti in orario scolastico e serale, recitando la frase “le storie vanno raccontate se non vuoi che si perdano”. Scenografia caratterizzata da un oggetto misterioso, che non potrà essere toccato, spostato o spogliato, ubicato alla sinistra del palco in posizione leggermente defilata verso il fondale.

Lazzi & Intrallazzi #20Lazzi & Intrallazzi #23Lazzi & Intrallazzi #21

Lazzi & Intrallazzi #26Lazzi & Intrallazzi #25

Holi Festival
POSTED ON 26 Mar 2018 IN Performing Arts

Holi Festival

Per la domenica della palme ho deciso di concedermi un giro a Torino, al Lingotto, dove era in programma il Festival dell’Oriente. Niente di eccezionale e nulla di nuovo sotto il sole. Uscendo dal padiglione ho notato che impazzava l’Holi Festival, proprio nel momento del lancio delle polveri. Non ho tergiversato e con il 135 ho fotografato a distanza di sicurezza; peccato che fossi in manuale con le impostazioni da interno buio, e ISO impostato a 1600. Sono riuscito a scattare 7 foto completamente bianche, o quasi. Ma non mi sono perso d’animo e ho aspettato un altro lancio colorato, sempre a distanza di sicurezza. Buona la prima della seconda serie. Ho applicato un filtro tipo Cross-Processing (si fa per dire), mi piaceva l’idea di desaturare i colori (troppo forti) e dare un tocco vintage all’immagine.

Carlevè [Esibizione]
POSTED ON 16 Feb 2018 IN Performing Arts

Esibizione #02

Quello che mi stupisce sempre del carnevale è il livello di preparazione e di studio che alcuni gruppi portano lungo il percorso della sfilata. Ho ammirato spettacoli di ottimo livello preparati con cura e passione; parliamo di mesi di preparazione, di serate, di coreografie studiate a tavolino. Per il puro gusto di divertirsi. Ho scelto sei foto del Carlevè ‘d Mondvì sul tema esibizione e, non casualmente, ho preferito dedicarmi ai due gruppi della zona che sono riusciti maggiormente a divertire il pubblico: Margarita e Peveragno, legionari e pevepuzziani (?). Fumogeni, coriandoli, striscioni, balletti, duelli, sangue e arena. Davvero bravi. Sono entrato dentro, fotografando a pochissimi centimetri dalla scena e con il fish-eye ho ottenuto un effetto davvero molto partecipato. Il rovescio della medaglia è che arrivato a casa mi sono trovato coriandoli un po’ ovunque. :-)

Esibizione #03Esibizione #02

Esibizione #05Esibizione #06Esibizione #04

Dopo Carnevale
POSTED ON 15 Feb 2018 IN Performing Arts

Carlevè #08

Lucono al sole
ai bordi di strada,
nei fossati caparbi resistono
a misurare l’eternità
coriandoli
del defunto Carnevale.
Ora è l’attesa.
Solo i corvi san dove andare
noi ci lasciamo
abbagliare ancora
non vedendo la viola
che spunta.

La poesia Dopo Carnevale è di Silvia Pio. La foto è stata anche utilizzata per l’articolo Carnevale, festa della trasformazione su Margutte, non-rivista online di letteratura e altro.

Rosalyn
POSTED ON 8 Feb 2018 IN Performing Arts

Rosalyn #01Rosalyn #02

Rosalyn è una commedia teatrale noir interpretata dalle bravissime Marina Massironi e Alessandra Faiella; ho fotografato solo 15 minuti e poi ho lasciato la sala per non disturbare le attrici (e per rispetto del pubblico), quindi non posso raccontarVi la trama. Ma posso spiegare quanto è difficile riuscire a trovare degli scatti interessanti in un periodo di tempo così limitato (e senza potersi muovere più di tanto). Fotografare il teatro è camminare sul filo del rasoio degli iso e della velocità di scatto. Nel silenzio, al rallentatore. E devo ammettere che ormai mi sono abituato talmente bene che anche in questo tipo di foto, che difficilmente possono uscire perfette, cerco di trovare nitidezza e messa a fuoco. E non riesco ad essere mai completamente soddisfatto, nonostante sia cosciente dei limiti imposti dalla situazione. Ho fotografato con il 70/200 (ero vicino, ma non vicinissimo) a tuttaapertura, ISO 800, cercando di tenere un tempo di scatto non inferiore a 1/160 sottoesponendo di 1 stop (il buio del teatro tende ad ingannare l’esposimetro della macchina fotografica)(soprattutto se impostato su valutativa). Alla fine qualcosa di buono è uscito.

Rosalyn #04Rosalyn #05Rosalyn #03

Rosalyn #06Rosalyn #07

Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro che Esther presenta insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città. Dopo la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela a Esther la storia del suo amore clandestino per un uomo sposato bugiardo e perverso, che le fa continue violenze fisiche e psicologiche. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita. Esther sbotta: un uomo del genere è da ammazzare. Infatti – dice Rosalyn – è nel bagagliaio. Questo il folgorante avvio della nuova commedia noir di Edoardo Erba. Avvincente, ricco di colpi di scena, sostenuto da una scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea. Uno spaccato su quel grumo di violenza compressa e segreta pronta a esplodere, per mandare in frantumi le nostre fragili vite. Rosalyn è un rebus che vive e che pulsa sul palcoscenico e che la platea è chiamata a risolvere. Una prova di intelligenza, per chi il rebus ha preso in carico di pensarlo e metterlo in scena, con la dovuta cura.

Carlevè ‘d Mondvì 2018
POSTED ON 6 Feb 2018 IN Performing Arts, Reportage

Carlevè #01

La sfilata dei carri di carnevale è sempre qualcosa che mi riporta alla mia infanzia quando, rigorosamente in treno, si andava al carnevale di Diano Marina. Ricordo dei carri allegorici enormi, ma probabilmente è solo la mia fantasia di bambino. Il Carlevè ‘d Mondvì mi trasporta indietro nel tempo e la tradizione monregalese del carnevale, che rinasce nel 1950 per merito della Famija Monregaleisa, continua rinnovando tutti gli anni la sua tradizione: il moro, la béla monregaleisa, la corte. Quest’anno è stato anche meglio del passato e mi sono divertito ad ammirare gli spettacoli dei vari gruppi che si sono succeduti sul passaggio di Corso Statuto: la fantasia non ha davvero limiti. Impressionante l’organizzazione e la qualità del gruppo di Racconigi, davvero una spanna sopra tutti gli altri. E poi a Mondovì ci sono le mongolfiere che hanno dato qualcosa in più (addirittura 9 in cielo), uno spettacolo nello spettacolo. Se proprio devo trovare un limite alla manifestazione dico che avrei evitato, soprattutto al secondo giro, un paio di esibizioni che si sono protratte oltre il limite consentivo dalla sopportazione umana: un flash mob di 6 minuti davvero interminabile (e di livello non eccelso) e una sbandierata molto bella ma davvero infinita nei tempi. Questo ha di fatto allontanato la gente dalla piazza e i gruppi mascherati che sono arrivati nel buio della sera hanno sfilato praticamente nel deserto e sotto le luci dei riflettori. Per la settimana prossima proverei a fare qualcosa di più veloce e un po’ meno noioso. Ah, giusto, devo parlare delle foto. D’altronde ero lì per quello, non certo per esprimere giudizi non richiesti di stampo giornalistico. Ne ho scelto 10, cercando di evitare il più possibile la foto a carattere didascalico. Volevo dare un’impronta più artistica (spero di esserci riuscito) e raccontare il carnevale da un punto di vista insolito. Non sono completamente soddisfatto, forse avrei dovuto osare di più, ma almeno 4 di queste foto le trovo interessanti. E credo sia un buon numero.

Carlevè #03Carlevè #02

Carlevè #05Carlevè #04Carlevè #06

Carlevè #07Carlevè #11Carlevè #09Carlevè #10

The street painter
POSTED ON 28 Dic 2017 IN Performing Arts, Street

The Street Painter

Camminare sul filo (letteralmente)
POSTED ON 27 Set 2017 IN Performing Arts, Sport

Vertigimn #01

Arte circense oppure sport. Non saprei come definire lo slacklining: sicuramente è un esercizio, molto impegnativo, di equilibrio. Loro, questi funamboli che camminano sul filo, lo definiscono uno sport e probabilmente hanno ragione da vendere. Mi sono capitati sotto tiro domenica scorsa in via Roma a Torino: sono Torino sul filo, un’associazione sportiva dilettantistica affiliata UISP e riconosciuta dal CONI. E’ stato un colpo di fulmine fotografico: mentre mia figlia si esercitava (e si divertiva) sulla slackline messa a disposizione dei bambini, io non ho perso tempo e mi sono avvicinato il più possibile per fotografare questi appassionati dell’equilibrio. Immancabile tutta apertura (a f/1.2) favorita dalla luce che iniziava a calare (ma comunque 50 ISO). Adesso mi piacerebbe tirare (si dice così?) una slackline fra la porta della sala e la maniglia dei pensili in cucina per fare un po’ di esercizio. :)

Vertigimn #04Vertigimn #02Vertigimn #03

Lo Slacklining è un esercizio di equilibrio e bilanciamento dinamico. Esso consiste nel camminare e fare ‘evoluzioni’ su una fettuccia in Nylon o poliestere larga tra 2,5 e 5 cm, tesa tra due punti. Questa disciplina, che per certi versi assomiglia all’arte del funambolismo, ne differisce per alcune fondamentali caratteristiche: non prevede l’uso del bilanciere e si cammina su una fettuccia piatta e spesso elastica, quindi dinamica, con molta oscillazione laterale. Non deriva dal mondo del Circo come si potrebbe immaginare, bensì dall’ambiente dell’Arrampicata. Gli scalatori della Yosemite Valley in California, negli anni ‘70 iniziarono ad allenare il loro Equilibrio in questo modo nei giorni di riposo. Lo Slacklining da allora è cresciuto e si è sempre più sviluppato diventando uno Sport indipendente con le sue varie discipline, fino ad avere un vero e proprio boom negli ultimi 10 anni, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, e in Europa.

Sliding Ropes
POSTED ON 19 Mag 2017 IN Performing Arts

Sliding Ropes #02

Anche quest’anno MondovìPhoto ha avuto l’onore (e l’onere) di fotografare la rappresentazione teatrale studentesca organizzata dalla compagnia Servi di Scena al teatro Baretti di Mondovì. Ho scoperto che tutti gli anni viene scelto un oggetto per complicare la vita degli attori (e degli autori): quest’anno due corde verticali al centro del palco (se non ho capito male lo scorso anno era un baule). Il tutto per dare un filo conduttore alle varie scuole che provano a cimentarsi nel gioco del teatro. Io sono stato selezionato per fotografare i giovani dei licei e dell’alberghiero; giovani perché ancora iscritti nei primi tre anni di scuola: titolo dell’opera: Sliding Ropes. Teatro dell’assurdo e ci ho capito davvero poco; ma questa sarebbe un’altra storia. E’ stato molto divertente (come sempre) fotografare nel backstage: i ragazzi sono davvero molto disponibili, si divertono e non sono per nulla a disagio nonostante la macchina fotografica. Mi sono sentito decisamente trasparente. Il discorso si è complicato durante la rappresentazione vera e propria: luci molto basse e complicate, attori, vestiti completamente di nero, in movimento continuo; in questo caso devo ammettere che poter contare su un obbiettivo molto luminoso ha semplificato il mio compito. Ho salvato 287 foto, sui social ne ho pubblicate 31, sul sito invece diminuisco ancora: solo 15, quasi equamente divise fra dietro le quinte e rappresentazione. Ho scelto di pubblicare esclusivamente in bianco e nero in quanto i colori, brutti, avrebbe solo distolto e spostato l’attenzione. Trovo bellissima la foto di copertina; chi si loda si imbroda dicevano. Pazienza, per questa volta.

Sliding Ropes #03Sliding Ropes #04Sliding Ropes #05

Sliding Ropes #07Sliding Ropes #01Sliding Ropes #08Sliding Ropes #06

#TEATRO Un grande soddisfazione #tuttiinscena8:
– 2500 spettatori in sala tra gli spettacoli del mattino e della sera;
– 110 attori in scena,
– una sempre più consolidata collaborazione con il C.F.P. Cebano-Monregalese per il trucco e parrucco dei giovani attori
– esperimenti fotografici molto apprezzati e riusciti con il gruppo di Mondoviphoto

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Sliding Ropes #12Sliding Ropes #13Sliding Ropes #14Sliding Ropes #15

Gli Spaventapasseri di Castellar
POSTED ON 8 Mag 2017 IN Performing Arts

Spaventapasseri #02

Questo non è un post di fotografia. E’ più simile a qualcosa di informazione turistica, sarebbe un articolo interessante per un blog di viaggi. Si, perché ho passato una splendida domenica a Castellar, in provincia di Cuneo, a poca distanza dalla signorile Saluzzo. Questo piccolo paese di quasi 300 abitanti ha una caratteristica particolare: dal 1995 è il paese degli spaventapasseri. E nelle prime settimane di maggio (quest’anno dal 7 al 14) si celebra la festa di questi personaggi buffi e stravaganti: sono tantissimi ed arrivano da tutto il Piemonte. Non ho avuto modo di contarli (è impossibile, sono nascosti ovunque), ma sono davvero un numero spropositato. E poi si scopre un borgo davvero bellissimo: il percorso che si snoda fra queste che possiamo definire sentinelle dei campi è un anello che culmina con l’arrivo al castello che domina il paese. Assolutamente da visitare. In questi giorni Castellar si anima di manifestazioni ed eventi, giochi e musica, ma i veri padroni incontrasti della scena sono i bambini di tutte le età (anche più grandicelli): corrono per le vie del paese senza sosta con esclamazioni di sorpresa ed entusiasmo ad ogni ciciu (termine piemontese per indicare pupazzo) avvistato. E la fantasia in questi casi non conosce davvero limiti: ho visto spaventapasseri costruiti con in tutti i modi, quasi sempre, come vuole la tradizione, con materiali di recupero. L’esposizione continua sino a domenica prossima, c’è anche (non poteva mancare) un concorso fotografico ed è tutto assolutamente gratuito. Ho scattato qualche foto (al solito) quasi sempre a tuttaapertura (al solito): ho scelto i miei esemplari preferiti. Diciamo i più fotogenici. ;-)

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Galà di Musical
POSTED ON 9 Gen 2017 IN Performing Arts

Recital #085

Questo foto risalgono al luglio 2014, fotograficamente parlando circa un secolo fa. Erano nel cassetto delle foto da controllare e finalmente sono riuscito; mi dispiaceva lasciarle nel limbo del ‘forse potrei‘. In realtà avevo già pubblicato una foto, ma non aveva nessuna attinenza con l’evento. Si tratta dell’annuale rassegna Roccaforte in Danza, lo spettacolo è una recital di Musical celebri messo in scena dagli allievi della prestigiosa accademia di Parma ‘Professione Musica e Danza’. Lo spettacolo è stato divertente, ben recitato e mai noioso: ricordo di essermi divertito tantissimo a fotografare. Non ero molto lontano dal palco, ma ho comunque scattato quasi sempre con il 70-200 utilizzato (ovviamente) a tutta apertura. L’unica foto scattata con il 24-70 è la scena disco tratta da ‘La febbre del sabato sera’. Devo ammettere che fotografare il teatro dà sempre grandi soddisfazione (ma ci vuole qualcosa di decisamente luminoso).

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Roccaforte in Danza è una rassegna che offre ai propri ospiti danzatori giornate di studio e approfondimento nella danza accademica, ma anche una piacevole vacanza di svago in luoghi pieni di tranquillità e relax nel verde della Valle Ellero.
Cadute dalle nuvole
POSTED ON 18 Set 2016 IN Performing Arts

Cadute dalle nuvole #01Cadute dalle nuvole #02

Impasse è il nuovo spettacolo di Cadute dalle nuvole, al secolo Simona Gallo e Rachele Rabbino. Io non sono un esperto del settore ma, da profano, lo definirei uno spettacolo circense. Le due ragazze riescono a tenere il pubblico con il fiato sospeso (e con lo sguardo all’insù) per quasi 40 minuti utilizzando le tecniche del trapezio doppio, del cerchio e delle corde multiple, il tutto condito con danza e musica d’atmosfera. E per il sottoscritto che non è mai riuscito a salire nemmeno sulla pertica (ma al quadro svedese ero sotto zero) è qualcosa al limite della magia bianca. Emozionanti e bravissime. Ma parliamo anche un po’ di fotografia, siamo qui per questo no? Le condizioni di luce erano al limite delle potenzialità del sensore (e umane): buio completo e soggetti in continuo movimento, sfondo grigio cemento. Si fa presto a dire che la macchina non conta ma oggi, senza un’attrezzatura decente, non avrei cavato un ragno dal buco. Ho scattato fra 3200 e 6400 ISO (benedetto sia il sensore della 6D), ovviamente a tutta apertura. Ho scelto la conversione in silver perchè quando le immagini sono rumorose credo che la resa monocromatica sia nettamente superiore: il rumore lascia sempre un’aurea particolare, di vissuto, di sofferenza, di bianco antico. E credo che per questa tipologia di foto possa calzare a pennello. Inoltre i colori intorno non erano proprio straordinari (un capannone industriale) e nella conversione non si è perso niente di importante. E più guardo le foto e più non capiscono come riescano a non cadere dalle nuvole. Mah…

Cadute dalle nuvole #03Cadute dalle nuvole #04Cadute dalle nuvole #05

Cadute dalle nuvole #06Cadute dalle nuvole #07

…Abbiamo toccato con i piedi per terra un giorno d’inverno quando, mangiando la solita minestra, abbiamo capito che in realtà, per Cadere Dalle Nuvole, bisogna stare a testa in giù…

L’ispettore Javert
POSTED ON 1 Giu 2016 IN Performing Arts

L'Ispettore Javert

“L’onestà, la sincerità, l’ingenuità, la convinzione, l’idea del dovere, se si deformano possono diventare vergognose, ma anche vergognose restano grandi. Sono virtù che hanno un vizio: l’errore”.

I Miserabili
POSTED ON 1 Giu 2016 IN Performing Arts

I Miserabili #01

Lunedì 23 maggio l’Accademia Teatrale Giovanni Toselli e la scuola di teatro di Cuneo hanno messo in scena l’immortale capolavoro di Victor Hugo: I miserabili. Ed il sottoscritto è stato invitato a fotografare lo spettacolo. E’ sempre interessante visitare il dietro le quinte di un evento teatrale: il trucco, gli ultimi preparativi, la tensione, il ripasso finale delle battute, l’incitamento prima di salire sul palco, la concentrazione. Ogni attore vive a modo suo l’attesa e riuscire a capire lo stato d’animo di ognuno di loro permette di comprendere al meglio le emozioni che si scatenano durante la recitazione. Lo spettacolo è stato molto bello, nonostante fossi impegnato a scattare mi sono scoperto a seguire le vicende del forzato Jean Valjean e a ridere per le buffe espressioni dell’ispettore Javert (che mi ha ricordato un po’ Zenigata). Il momento clou è stato l’inizio dello spettacolo: mi sono posizionato nel corridoio centrale in attesa che gli attori salissero sul palco. Ma sorpresa delle sorprese (nessuno aveva pensato di avvisarmi) gli attori sono arrivati alle mie spalle e a luci incredibilmente accese: per evitare di intralciare mi sono fatto piccolo piccolo con il mio zaino grande grande e con il 70-200 montato in macchina. Penso che tutto il pubblico mi abbia guardato con aria di disapprovazione e disappunto. Poco male, sono un fotografo: disappunto e disapprovazione sono il mio pane quotidiano. Ho scattato circa 400 foto sempre a tuttaapertura come piace a me. E queste sono le 17 che preferisco e che rappresentano un po’ tutto quanto messo in scena dalla regista Claudia Giordanengo, che ha rielaborato l’opera di Victor Hugo in modo magistrale. Aggiungo i miei personalissimi complimenti a Luigi Cando (Jean Valjean), ad Angelo Marasco (Javert) e a Giorgia Fantino (Cosette): davvero bravissimi.

I Miserabili #05I Miserabili #06

I Miserabili #03I Miserabili #02I Miserabili #04

I Miserabili #07I Miserabili #08I Miserabili #09I Miserabili #10

Se un gruppo di “mendicanti” decide di raccontare una storia senz’altro la vicenda è interessante, se poi una storia simile è già stata scritta da un genio della letteratura qual è Victor Hugo il fatto può diventare curioso e intrigante.

La parabola di Jean Valjean, il buon forzato vittima di una società crudele con i deboli e vile con i potenti, il suo incontro con ogni tipo di umanità, ci permettono di usare anche la tecnica del gioco, di lavorare, come scuola di teatro, sui caratteri, passando dalla lievità poetica alla narrazione più cupa.

I Miserabili #11I Miserabili #12I Miserabili #13

I Miserabili #14I Miserabili #15I Miserabili #16I Miserabili #17

Strane Coincidenze
POSTED ON 26 Apr 2016 IN Performing Arts

Strane Coincidenze #29

Sabato scorso ho proposto le immagini del backstage. Oggi aggiungo (a colori questa volta) le foto della rappresentazione di ‘Strane Coincidenze’. Sul palco solo una panchina, un orologio e il cartellone delle partenze e degli arrivi; e ovviamente i ragazzi dell’Istituto Cigna che hanno presentato la loro visione di quasi 200 anni di storia italiana (la Napoli-Portici è del 1839) vista attraverso la vita in una stazione ferroviaria. La presentazione della storia è stata affidata ad un ragazzo di colore, credo non per caso: si parlava in modo sottile (ma comunque chiaro) di razzismo. Il razzismo nei confronti degli italiani che all’inizio del secolo scorso (anche attraverso il treno) cercavano fortuna all’estero: storie di povertà, di emigrazione, di lavoro, di sofferenza. Ma anche di ignoranza e, perché no, schiavitù. Un parallelo già visto e sentito (e forse abusato), ma comunque proposto in modo interessante e che ha invitato gli spettatori a riflettere e a pensare su quello che succede intorno a noi: sono passati 100 anni, sono cambiati sicuramente i protagonisti, ma non il modo di pensare degli essere umani. Complimenti ai ragazzi dell’Istituto Cigna per il lavoro, d’altronde hanno anche vinto il premio ‘della giuria’. Un appunto però, da pistino quale sono, voglio farlo alla direzione artistica: se vogliamo ricordare il mondiale di calcio vinto nel 1982, sul cartello deve esserci scritto Spagna 82. Italia 82 non vuole dire nulla ed è troppo semplicistico: è un po’ come insultare le capacità intellettive del pubblico in sala.

Strane Coincidenze #28Strane Coincidenze #30Strane Coincidenze #31Strane Coincidenze #32

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Carlevè ‘d Mondvì 2016 [Reprise]
POSTED ON 17 Feb 2016 IN Performing Arts, Reportage

Carlevè #10

Le immagini del carnevale di Mondovì hanno ottenuto un successo che mai avrei immaginato. E sono costretto a replicare. Ho salvato in bella circa 150 foto delle quasi mille che ho scattato e mi sembra corretto pubblicare ancora qualcosa per mettere in evidenza i personaggi che hanno animato il Carlevè Monregalese. Una delle situazioni che mi ha fatto ammattire è stata la foto a richiesta: mi sono piazzato con lo zoom (volevo evidenziare i volti, le espressioni, le risate) nei pressi del palco, nel momento più importante della sfilata. In tantissimi mi hanno chiesto di essere fotografati, generalmente in gruppi di 10-15 amici. Il punto è che riuscire a fare una foto di gruppo con il 70mm è un’impresa non da poco: e allora iniziavo a indietreggiare (dire di no non era nelle opzioni consentite) nel tentativo di allargare la visuale. Mi sarà capitato almeno 50 volte e loro, i fotografati, rimanevano in posa diversi secondi con lo sguardo fra l’incredulo e il sofferente.

Carlevè #11Carlevè #12

In queste foto ci sono ancora le persone, i loro sorrisi, la loro concentrazione. Su due voglio però lasciare un commento. Il Babbo Natale che vedete nella terza foto è un mio concittadino (che saluto). Per riuscire al meglio si è fatto crescere la barba (perfetta) e l’ha colorata di bianco. L’idea della barba finta non l’ha presa nemmeno in considerazione. Attore vero. E poi c’è l’ultima, non ricordo nemmeno di averla scattata. E’ un colpo di fortuna di quelli che possono capitare; non è una foto tecnicamente perfetta ma ha il suo perché e mi ricorda che è possibile sempre migliorare. Ho impostato gli iso a 800 nonostante fossimo in pieno giorno e nonostante l’apertura fosse f/2.8. Ma è stata una scelta vincente perché mi ha permesso di arrivare a scattare a 1/1250 e ad ottenere una foto perfettamente nitida senza il minimo mosso. E’ sempre bene ascoltare i consigli degli amici. Soprattutto quando sono ottimi fotografi.

Carlevè #18Carlevè #13Carlevè #14

Il Carnevale di Mondovì – Carlevè ‘d Mondvì in dialetto piemontese – ha origini antiche, risalenti al XVI secolo e ritorna ogni anno ad allietare gli abitanti del basso Piemonte e non solo coinvolgendo tutta la città per almeno dieci giorni.

La figura del Moro che raduna il popolo per i festeggiamenti del carnevale trae spunto da un automa in ferro realizzato nella seconda metà del diciottesimo secolo da un artigiano locale, Matteo Mondino. L’automa, con un martello in mano per battere le ore su una campana, è stato collocato sotto un baldacchino posto sopra la facciata della chiesa di San Pietro, nel centro di Mondovì dove sta ancora adesso.

Il Moro diventa quindi uno dei simboli di Mondovì, insieme a quello più antico della Torre del Belvedere e diventa maschera ufficiale nel 1950, con la prima interpretazione da parte di Bastianin Vinai.

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