POSTED ON 18 Mar 2024 IN
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Non avevo mai pubblicato una foto del genere e mai avrei pensavo che un giorno sarei incappato in questo errore. Foto banale e foto da turista. Ma non mi era mai capitato (a memoria) di trovarmi al finestrino di un volo aereo con il tramonto e il tappeto di nuvole. Ho colto l’occasione, estratto la reflex con il grandangolo dallo zaino posizionato sotto il sedile di fronte a me e ho scattato attraverso il finestrino. Nel caso inserire la posizione dello scatto mi risulta particolarmente ostico, diciamo Mar Tirreno al largo di una zona compresa fra Campania e Calabria. Ho incluso un pezzo di ala per dare un’idea di profondità. Prima e ultima volta.
POSTED ON 10 Mar 2024 IN
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POSTED ON 10 Nov 2023 IN
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POSTED ON 9 Nov 2023 IN
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L’ultimo fine settimana, ad Imperia, c’è stata un’importante mareggiata, una di quelle che capitano ogni 10 anni. Praticamente è scomparsa la spiaggia e gli stabilimenti balneari sono stati costretti a mettere in sicurezza le ultime attrezzature rimaste dall’estate. Mi trovavo in città e quindi ho deciso di fare due passi sul lungomare di Oneglia che dalla spianata arriva all’incompiuta. Il rumore del mare era fortissimo e le onde, decisamente alte, superavano le barriere arrivando, in alcuni casi, sulla strada. Purtroppo non sono riuscito a trovare una serie di immagini che potesse soddisfarmi e riuscisse a celebrare l’evento, anche perché nel pomeriggio di domenica il grosso della mareggiata era ormai un ricordo della notte. C’è solo questa foto che vorrei salvare, perché permette di comprendere la forza d’urto delle onde contro il celebre scoglio della Galeazza.
POSTED ON 25 Ott 2023 IN
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POSTED ON 17 Ott 2023 IN
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Cercando foto di Beinette nel mio archivio per un giornale locale mi sono imbattuto in qualche vecchia immagine (correva l’anno 2019) scattata con il filtro ND1000. Fra queste ho notato qualcosa che ha attirato la mia attenzione: una foto molto delicata che era meritevole di una piccola rivisitazione in chiave moderna. Mi capita, non di rado, quando giro fra le pagine del mio archivio fotografico. Et voilà, a distanza di oltre quattro anni, ho deciso di pubblicarla: erano ancora i meravigliosi anni reflex.
POSTED ON 15 Ott 2023 IN
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E finisce così, con la strada che si presenta ai miei occhi. Una strada ancora lunga, da percorrere -come sempre- a tutta velocità. In questi due mesi ho provato a raccontare il mio viaggio in Islanda: 49 articoli per 160 immagini. Un viaggio meraviglioso e faticoso, che mi ha migliorato (credo) come persona e come fotografo. E forse la prima volta che riesco a pubblicare un reportage di viaggio senza soluzione di continuità, ma dovessi scegliere una foto simbolo del viaggio davvero non saprei davvero da che parte iniziare. Da domani si riparte. Goodbye Iceland.
La storia di questa foto alla cascata di Gljúfrafoss è un po’ bizzarra. E complicata, come complicato è riuscire a fotografare questa piccola perla nascosta. Gljúfrafoss si trova a poca distanza da Seljalandfoss, ci si arriva a piedi percorrendo un piccolo tratto di strada. Purtroppo al primo passaggio non sono riuscito a vederla, anche perché ho ricevuto indicazioni sbagliate. All’ultimo giorno, durante il rientro, siamo tornati sulle nostre tracce e non ho esitato un secondo quando mi si è presentata la possibilità di fermarmi nuovamente in questa zona.
Purtroppo fotografare la cascata di Gljúfrafoss è un’impresa che potrei definire avventurosa: per arrivarci è necessario guadare un piccolo fiume ed entrare in una gola decisamente stretta. Non esiste una vera e propria strada, si salta di pietra in pietra per evitare di bagnarsi. Si forma una piccola coda in un solo senso di marcia, quindi si deve aspettare che si esaurisca il flusso di persone per riuscire ad entrare. Una volta arrivati sotto la cascata ci si trova in un piccolo antro di qualche metro con l’acqua che arriva da tutte le parti e con una luminosità ai minimi termini. Usare il treppiede è impossibile (non ci sono punti facili di appoggio), si è circondati da altre persone e il contrasto tra il cielo e l’interno della cascata è fortissimo.
Ho scattato con il fish-eye, esponendo sul cielo al centro del fotogramma a 400 ISO, 1/125, f/5.6. Giocoforza ho dovuto alzare le ombre e la luminosità in modo importante (e si nota) per ottenere una foto almeno comprensibile. Ho anche dovuto cambiare obbiettivo e siccome dentro la cascata è impossibile sono dovuto uscire e rientrare fra gli insulti di chi aspettava in coda (maledetti italiani). Gljúfrafoss è forse la cascata più complicata e particolare di tutta l’Islanda, ma merita davvero la doccia. :-)
POSTED ON 13 Ott 2023 IN
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POSTED ON 12 Ott 2023 IN
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POSTED ON 11 Ott 2023 IN
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Il ghiacciaio assomiglia a una gigantesca onda bianca gelata all’improvviso.
– Stephen O’ Shea
POSTED ON 8 Ott 2023 IN
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Ok, adesso devo utilizzare tre nomi davvero molto complicati: Fjallsárlón, Vatnajökull, Öræfajökull e sinceramente non conosco la pronuncia; con le lingue straniere sono un disastro. Fjallsárlón è un piccolo lago che si trova non lontano dal più conosciuto Jökulsárlón, qui il ghiacciaio Vatnajökull arriva con la sua lingua più meridionale (Fjallsjökull) e si spezza in iceberg. Öræfajökull invece è il nome del vulcano che sovrasta il lago. Abbiamo compiuto una meravigliosa escursione in gommone alla ricerca di foto e foche (ma è un’altra storia): i colori ed il freddo di Agosto sono indelebili nella mia mente.
Se siete nell’idea di un viaggio in Islanda il mio consiglio è di evitare l’escursione nel più famoso Jökulsárlón, ma se possibile preferite il
Fjallsárlón. È decisamente più piccolo, ma molto meno frequentato: le foche sono più tranquille e socievoli e l’escursione più
vivibile.
Ho impiegato diverso tempo per riuscire a trovare la quadratura del cerchio e ottenere un bilanciamento del bianco corretto: in questo tipo di fotografia che comprende ghiaccio, neve, cielo e acqua la macchina fotografica tende ad impazzire e non comprende l’esatta esposizione del bianco. Ho lavorato di memoria, fantasia e vena artistica. Sono 12 foto, ovviamente molto simili fra di loro, ma ho preferito esagerare per dare un’interpretazione completa del lago e del ghiaccio.
Non sono solito esibirmi nella nobile arte del selfie, ma a Svartifoss si sono create tutte le condizioni necessarie: sono arrivato per primo sul posto, ero solo, la mia giacca rossa (sempre con me) contrastava perfettamente con i colori dell’ambiente circostante (nero, azzurro, verde) e avevo la macchina.foto già sul treppiede. È stato quasi automatico: ma giuro, è l’unico selfie islandese. :-)