A margine della visita al Museo Civico della Stampa, mi sono divertito a scattare qualche foto con il 200mm. È un’ottica decisamente datata (progetto del 1996), ma che nel ritratto fornisce risultati davvero interessanti grazie alla cremosità dello sfuocato. È chiaro che il suo utilizzo naturale è quasi esclusivamente a tuttaapertura, perché lo sfondo diventa immediatamente particolare, con uno stacco con il primo piano mai troppo netto. Sono undici immagini, virate in silver, di quasi tutti i soci di MondovìPhoto che hanno partecipato all’evento. E come sempre: prima le donne.
Giovedì 16 Dicembre ho partecipato attivamente alla 111ª edizione della Fiera del Bue Grasso di Carrù. Per attivamente, evidenziato, intendo dire che mi sono presentato in paese alle 5 del mattino, ho fatto la tipica colazione a base di minestra di trippe e gran bollito misto nello storico ristorante Vascello d’Oro (alle ore 6 antilucane), quindi assistito all’arrivo del buoi in piazza, visto la premiazione, mangiato per pranzo all’Osteria del Borgo (nuovamente trippe e bollito), visita del paese e giro Fiera/Mercato. In mezzo a tutto questo ho anche partecipato alla Maratona Fotografica interpretando tradizione, convivialità e atmosfera con un reportage di 4 fotografie. La mia idea di base era rappresentare la celebre colazione fotografando Beppe Cravero (storico titolare e cuoco del Vascello d’oro) e i suoi ospiti; ho scelto 7 foto (che ho successivamente ridotto a 4 per il concorso) che credo riescano a raccontare in modo completo l’atmosfera di questo particolare giorno e di questa storica tradizione. Il mio intestino ringrazia e continua a lamentarsi a distanza di 60 ore.
Avevo lasciato in sospeso la storia da Marcos e adesso la concludo. Verso la fine dell’evento Wedding mi sono preso il lusso di scattare due ritratti a tuttaapertura con la focale classica per questo genere di fotografia: 85mm. Ho scelto l’ultima modella, Marella (fa anche rima), e gli ultimi secondi dello shooting. In esterna, niente flash, solo luce ambiente. E sono due foto almeno interessanti.
La scorsa settimana mi è capitata una cosa insolita. Lorena mi ha chiesto di farle da assistente per una serie di ritratti in abito da sposa da Marcos Atelier. Per rendere l’idea con una metafora è come se io chiedessi a Federer di farmi da raccattapalle allo Sporting Club di Mondovì. Ma con la mia consueta e proverbiale umiltà mi sono calato nella parte: ho trasportato il materiale come uno sherpa indiano, ho servito il caffè (si, pure quello), spostato le luci, sopportato e nel frattempo sono riuscito a rendere tangibile e artistico il concetto di foto di backstage. Si, non posso essere sempre umile. Ho selezionato 15 foto che rappresentano l’atmosfera dell’ambiente, ho scelto il bianco&nero per staccarmi dalle foto ufficiali (a colori) e perché ritengo il monocromatico più adatto a foto con grana evidente: non ho utilizzato il flash per non disturbare e quindi mi sono visto costretto ad aprire il diaframma e a impostare ISO alti (quasi sempre 1600). Poi mi sono concesso il lusso di scattare anche 2 ritratti; ma è un’altra storia…
Quando ti uccidi, tu ti diverti di più
Quando ti uccidi tu ti diverti di più
Quando mi uccidi, ridi, ridi.
– Moltheni
La curva più bella sul corpo di una donna è il suo sorriso
– Bob Marley
Quando si pubblicano le foto di una donna, meglio se nuda, la citazione, meglio se colta e addirittura aulica, fa sempre il suo effetto. E’ quasi un obbligo, sembra essere diventato fisiologico. Talvolta si cita un poeta celebrato, meglio se dannato, altre volte il testo di un famoso cantautore, meglio se ribelle, meglio ancora se morto per overdose (suicidio anche). In inglese poi diventa un must imperdibile, siamo tutti un po’ come Robert Mapplethorpe. In realtà penso sia tautologico affermare che si tratti di una buffonata: è davvero necessario aggiungere a queste foto delle parole, inutili, insignificanti, vuote? Davvero non credo, l’artista che si nasconde (molto bene) nel fotografo (che poi sarei sempre io) non sente il bisogno di aggiungere altro e mai avrebbe voluto. E’che mi hanno praticamente obbligato a scrivere qualcosa. Vi giuro, non avrei voluto tediarvi con questo noioso sproloquio. Ma necessità dev’essere giocoforza virtù, e quindi chi meglio di Bob Marley per elevare al rango di qualità assoluta questi 5 nudi? Artistici ovviamente, ça va sans dire.
Il giorno dell’epifania, dopo la grande nevicata di inizio gennaio, sono sceso in paese per scattare qualche foto di street. Certo Beinette non è Milano e nemmeno New-York, ma ho cercato di adattarmi. Ho montato sulla fotocamera il piccolo Helios 44M-7 58 f/2 e sono andato per strada. Per enfatizzare l’idea del vintage ho scelto di virare le foto in bianco e nero; rimane sempre molto complicato, per la mancanza di abitudine, focheggiare in manuale, soprattutto se si scelgono aperture di diaframma decisamente aperte. La mancanza di nitidezza ai bordi del piccolo soldato russo è evidente, ma nonostante tutto qualcosa di interessante sono riuscito a cogliere. D’altronde è documentazione.