Un oggetto, un colore forte che caratterizza una fotografia. In questo caso il mio sguardo e il mio obbiettivo si sono posati sul cappotto arancione di Vittoria. Un cappotto terribilmente teatrale che ha dominato (insieme agli occhiali da sole) tutta la serie. Qui pubblico quattro foto scattate alla ‘quasi deserta‘ stazione di Pianfei: solo la campanellina, che avvisava un treno fantasma in arrivo, faceva presagire una qualche attività trenistica. E un grazie alla bellissima Vittoria, che ha rischiato la vita posando per me sulle rotaie di un’affollata stazione viaggiatori (?).
Le 5 lettere contenute nella parentesi quadra hanno un significato ben preciso: Turquoise. Perché Turchese è il colore dominante della foto: un filtro. E siamo ancora al lago di Pianfei, sempre nella brutta stagione: è deserto, non c’è mai nessuno e mi lascia un senso di tranquillità e di pace. In questa foto ho enfatizzato i dettagli, contrastato le ombre e aggiunto un filtro colorato che aumentasse la qualità del cielo. Di questa foto mi piace tantissimo il disegno sull’acqua ghiacciata: lo trovo ‘quasi’ poetico. Di una poesia un po’ moderna e pittorica, non omologata ed affascinante.
Ed ecco il lago di Pianfei nella stagione estiva. Ho scattato questa foto al tramonto, a metà settembre. Ed anche in estate (come in inverno con la neve) il lago ha il suo fascino indiscreto, tranquillo. Poca gente, anzi nessuno, non c’è nemmeno il rumore delle onde. Per ottenere questa strana colorazione ho contrastato, molto, e aggiunto un filtro arancione. Ho quindi esasperato (non troppo) e saturato, con lo strumento spugna, il cielo per ottenere un colore più intenso, quasi bruciato.
La stazione di Pianfei si trova ai confini della realtà. E’ in totale abbandono: i cessi (c’è scritto proprio cessi) sono murati, le porte sigillate, sul display degli orari appare una schermata di Windows 95. Ma la campanella suona prima dell’arrivo del treno e gli orari sono aggiornati: qui fermano i treni. Sembra incredibile ma è vero. Pochi treni, ovviamente. Ho sfidato i divieti della mamma e ho camminato sulle rotaie, mi sono anche sdraiato sulle rotaie. E questo è il binario 2 della stazione di Pianfei.
E’ mezzogiorno. Fa incredibilmente freddo, la neve è ancora fresca. Mi sento solo e non credo che ci sia qualcuno qui intorno. L’atmosfera è solitaria. Ho come un’idea di alchimia, ho come l’impressione di trovarmi in un luogo magico, particolare. Il silenzio è irreale ed è impedito solo da un goccia d’acqua che dalla fontana sfida il ghiaccio e perde il confronto con la forza di gravità. Mi sembra di essere lontano dal mondo e invece sono a casa, davvero a pochi passi. Non riesco a comprendere come si possa ammirare qualcosa di così incredibilmente bello ed essere soli; perché qui non c’è davvero nessuno. Devo condividere. E sono sicuro che non riuscirò a bloccare questi momenti e questa immagine sul sensore della mia macchina.foto. E’ mezzogiorno ma la luce è perfetta, il cielo è grigio e immobile come se volesse aspettare il mio scatto. Mi sposto nella neve alta, arrivo a pochi metri dall’acqua ghiacciata. Adesso ho paura, il mio equilibrio è precario, piego le gambe e immagino una composizione. Sento il mio respiro, sento il freddo della neve sulle gambe. Scatto. Una, due, tre, quattro volte. Sono solo, circondato da qualcosa di meraviglioso. E non riesco a descriverlo.