Terme del Corallo

POSTED ON 16 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Ho inserito le foto delle Terme del Corallo nella categoria urbex perché le prime foto che vidi di questa straordinaria location rappresentavano davvero un luogo abbandonato. Nel 1854 in questa zona era stata scoperta una polla d’acqua salata che fu ritenuta idonea alla cura delle malattie dell’apparato digerente. Nel 1856 venne costruito un tempietto ottagonale che chiuse la sorgente per favorirne lo sfruttamento commerciale.

Scorrente per tramite occulto quest’acqua sorgiva bagnò per secoli inutilmente sotterra limo vile infecondo curiosità industre commise oggi alla scienza rilevarne i principii e l’uso benefico onde meritamente si noma acqua della salute ed ecco sopra la terra deserta non invano augurato all’utile pubblico un sorriso dell’arte.

Il successo della sorgente fu talmente grande che all’inizio del ‘900 fu rilevata dalla società Acque della Salute, che decise di costruirvi intorno uno stabilimento vero e proprio. Lo stabilimento termale Acque della Salute fu costruito nel 1903 su progetto dell’ingegnere Angiolo Badaloni. Le terme furono completate rapidamente e inaugurate nel luglio del 1904; nello stesso anno fu aperta una linea tranviaria che dallo stabilimento conduceva fino al centro cittadino. In breve le Acque della Salute divennero uno dei principali centri di attrazione di Livorno, che all’epoca era ancora una delle capitali italiane del turismo balneare. Fu innalzato anche un lussuoso albergo, l’Hotel Corallo, dotato già all’epoca di ascensori elettrici.

Il progetto di Badaloni si articola in tre edifici funzionalmente distinti, collegati tra loro da eleganti colonnati e disposti attorno ad un giardino aperto verso la strada: i padiglioni sono impreziositi da una elegante decorazione liberty e dall’impiego di molti elementi in calcestruzzo armato secondo la tecnica Hennebique. L’edificio a sinistra del corpo centrale accoglieva i laboratori medici e gli uffici della direzione; il padiglione destro, simile al precedente e caratterizzato da un’abside, era invece destinato alla distribuzione delle acque, alle quali venne dato il nome di Sovrana, Corallo, Còrsia, Preziosa e Vittoria, così da distinguerne le proprietà terapeutiche. Entrambi i padiglioni presentano maioliche, realizzate dall’artista Ernesto Bellandi, inserite a lato delle arcate che definiscono gli ingressi ai due edifici. Il corpo centrale, ornato da un grande portico ad arcate a tutto sesto, ospitava, al piano seminterrato, i bagni per il trattamento termale, mentre, al piano superiore si trovava un grande salone delle feste, affiancato da alcune sale minori riservate ad attività ricreative e a un ristorante.

La storia delle Terme del Corallo prosegue lungo tutto il secolo scorso. Nel 1968 un incendio danneggiò porzione della copertura del padiglione centrale e l’intero complesso andò velocemente in decadenza. Nel 1982 venne costruito un moderno cavalcavia che porto un grave danno di immagine alla struttura: lo stabilimento venne abbandonato e lasciato nell’incuria. Negli anni successivi furono promossi tantissimi tentativi di recupero, ma nell’ultimo periodo qualcosa è cambiato. Dal 2016 l’associazione Reset ha deciso di prendersi cura di questo luogo per cercare di riportarlo in vita: lo ha messo in sicurezza, i volontari si sono occupati di pulirlo e sono state organizzate giornate di sensibilizzazione e visite guidate. Le mie immagini risalgono al maggio 2021; qualche mese prima, nel dicembre 2020, il complesso era stato visitato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, per valutare la proposta di fare dell’ex stabilimento uno dei presidi del progetto “Uffizi Diffusi“. Il 21 luglio 2022, nel corso di una cerimonia, le autorità hanno ufficialmente dato il via ai lavori di restauro della sala della Mescita, del colonnato adiacente e delle biglietterie.

La storia delle Terme del Corallo probabilmente è destinata ad avere un lieto fine. Un evento più unico che raro nel mondo dell’esplorazione urbex, ma chi ha avuto la fortuna di visitare questo luogo negli anni del declino e dell’abbandono già sapeva che non poteva che esserci un epilogo positivo; perché in questa parte di mondo la meraviglia è di casa e non si può che rimanere a bocca aperta ammirando la bellezza dell’opera progettata, all’inizio del secolo scorso, da Angiolo Badaloni.

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Mausoleo di Ciano

POSTED ON 29 Set 2022 IN Reportage     TAGS: urbex, history

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Il mausoleo di Ciano si trova a Livorno, sulle colline alle spalle della città, in località Monteburrone. Avrebbe dovuto essere la tomba del gerarca fascista Costanzo Ciano, nato appunto a Livorno e morto nel 1939. La costruzione fu affidata allo scultore Arturo Dazzi per la parte statuaria, che a sua volta chiamò Gaetano Rapisardi per la parte architettonica. I lavori iniziarono velocemente, ma furono bloccati dalla caduta del regime fascista alla fine della seconda guerra mondiale.

Secondo il progetto, il monumento avrebbe dovuto essere costituito da un grande basamento sormontato da una statua, alta 12 metri, che lo rappresentava alla guida del suo “mas” (“motoscafo armato silurante”). Inoltre era prevista la costruzione di un colossale faro, a forma di fascio littorio, alto più di 50 metri.

Attualmente il mausoleo di Ciano giace abbandonato, da oltre 70 anni. Praticamente un enorme monumento, si tratta di un massiccio torrione alto circa 17 metri, dedicato alla caduta del regime fascista. La vista dal tetto (che attualmente è senza protezioni e di facile accesso attraverso una scala esterna) è incredibile, domina tutta Livorno e si estende sino alle isole dell’arcipelago toscano (Capraia, Gorgona, Elba); nelle giornate limpide si può anche ammirare il profilo della Corsica. Recentemente il fumettista Daniele Caluri aveva proposto (a sue spese) di trasformarlo in qualcosa di simile al deposito di Paperon de’ Paperoni e sarebbe stato semplicemente fantastico. Purtroppo l’idea non è andata in porto, davvero un grande peccato: non oso immaginare le orde di turisti in visita (e la strada non è delle più agevoli) ad una delle più curiose attrazioni del mondo.

La statua di Ciano, incompleta, non fu mai posta in opera, ma giace ancora sull’isola Santo Stefano nell’arcipelago di La Maddalena, in Sardegna, presso la cava nella quale era in lavorazione al momento della sospensione del cantiere (in particolare restano la grande testa e parti del corpo). Altre tre statue minori, che avrebbero dovuto ornare l’opera, si trovano invece a Forte dei Marmi: due marinai sul lungomare ed un balilla in un piccolo parco all’incrocio fra via Piave e via Mascagni.

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Long Exposure in Terrazza Mascagni

POSTED ON 14 Dic 2021 IN Landmark, Landscape     TAGS: longexposure, clouds, bigstopper

Long Exposure in Terrazza Mascagni

Il giardino d’inverno

POSTED ON 25 Set 2021 IN Reportage     TAGS: urbex

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Per arrivare alla serra di Villa Maurogordato a Livorno è necessario entrare in un parco, passare da una zona adibita ad area cani, anche senza un cane, e infine superare una recinzione completamente divelta. Dopo qualche metro nella folta vegetazione si sgorge la serra, quella che una volta era definita Giardino d’Inverno. Fu costruita nel 1871 (come recita la scritta all’entrata) dai fratelli Gambaro e disegnata da Carlo Ulivieri di Ardenza, ispirata a quelle di villa Demidoff a Firenze.

La villa in cima alla collina di fronte al mare fu costruita nel 700, fu prima la casa di campagna di un ricco commerciante, console di Russia, poi appartenne ad un conte romano e anche ad un principe polacco. La moglie Cassandra di quest’ultimo, rimasta vedova, la cedette ad un ricco mercante di origine greca che si innamorò di quel luogo e, oltre a dare un aspetto signorile alla villa, ci realizzò intorno un meraviglioso giardino.

Purtroppo si riesce a comprendere solo in parte la bellezza di un tempo: il verde ha preso il sopravvento, ha inghiottito la serra e per immaginare la ghisa e le vetrate colorate serve lavorare, e molto, di fantasia. Fortunatamente nell’ultimo periodo l’opinione pubblica ha messo nuovamente al centro del dibattito cittadino il destino di questa meravigliosa opera liberty e sembra che nel prossimo -breve- periodo possa essere liberata dalla vegetazione e messa a disposizione del pubblico attraverso un percorso guidato (in completa sicurezza). Speriamo, sarebbe un segnale davvero importante per la città.

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Boccale e Calafuria

POSTED ON 24 Giu 2021 IN Landmark, Landscape     TAGS: sunset, sea, clouds, longexposure

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Fish(ing) in Calafuria

POSTED ON 21 Giu 2021 IN Landmark, Landscape     TAGS: sunset, sea, clouds, fish-eye

Fish(ing) in Calafuria

Pontile

POSTED ON 20 Giu 2021 IN Landscape     TAGS: sunset, sea, clouds, longexposure

Il pontile

Punta del Casotto

POSTED ON 18 Giu 2021 IN Landscape     TAGS: sunset, sea, clouds

Punta del Casotto

Terrazza Mascagni

POSTED ON 7 Dic 2017 IN Landmark, Landscape     TAGS: sunset

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La Terrazza Mascagni è uno di quei luoghi che sono entrati nella mia mitologia. Avete presente quei posti che conoscete a memoria senza mai esserci stati? Nel mio personalissimo immaginario ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza; senza un motivo veramente valido e importante, non saprei dire perchè: mi piaceva, mi affascinava quell’enorme scacchiera sul mare. Non ero mai riuscito ad andarci, ma un giorno ho deciso di partire, senza se e senza ma. Caciucco alla Livornese e Terrazza Mascagni al tramonto. Ho avuto pochissimo tempo a disposizione, ma è bastato per realizzare il mio piccolo sogno. Ed è proprio come la immaginavo: un grande spazio aperto, arioso, con quel senso di libertà importante, a ridosso del mare per osservare, imparare, divertirsi, vivere. E magari fotografare.

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La Terrazza Mascagni è uno dei luoghi più eleganti e suggestivi di Livorno ed è ubicata sul lungomare a margine del viale Italia. Il nucleo originale fu costruito negli anni trenta del Novecento, ma la terrazza fu notevolmente estesa nell’immediato dopoguerra, quando fu intitolata al compositore livornese Pietro Mascagni.

Calafuria

POSTED ON 7 Feb 2017 IN Landscape     TAGS: sea, sky, clouds

Calafuria