Parque Nacional de Timanfaya

POSTED ON 30 Mar 2019 IN Reportage     TAGS: travel

Timanfaya #01

Il parco Nazionale Timanfaya si trova nell’isola di Lanzarote. E’ stato creato dalle eruzioni vulcaniche del 1730 e del 1736 e giace su un substrato geologico esclusivamente vulcanico. Si può visitare solo a bordo di un autobus gran Turismo (scomodo) oppure a dorso di Dromedario (credo fossero Dromedari)(ancora più scomodo). Se questo fosse un blog di viaggi dovrai raccontarVi dell’escursione sul curioso quadrupede africano, dei polli cotti allo spiedo sfruttando il calore del vulcano (ancora attivo), della guida che dimostra che la temperatura sotto terra supera i 100 gradi gettando dell’acqua nei fori costruiti nel terreno e ottenendo in risposta vapore acqueo. Ma questo non è un blog di viaggi, quindi guardate le foto e cercate informazioni turistiche altrove. :-)

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Scary Clown

POSTED ON 29 Mar 2019 IN Street     TAGS: HappyMarketTuesday

Scary Clown

Il mercato di Teguise, a Lanzarote, è stato decisamente deludente. Me ne avevano parlato molto bene, quasi in termini entusiastici, e avevo letto recensioni davvero positive. In realtà è semplicemente un grande mercatino di chincaglieria: puoi trovare di tutto, ma niente di utile. All’entrata però sono rimasto sorpreso da questo pagliaccio horror che ricalca gli incubi di tutti i bambini del mondo: un euro per la foto (insieme), ma Alice si è rifiutata di posare con il pupazzo (sembra vero, per un attimo ho pensato fosse una persona travestita). Questa è l’unica foto che voglio ricordare di Teguise e si adatta perfettamente al momento: oggi, causa febbre, mal di gola e raffreddore, mi sento la testa come quella del pagliaccio in questione.

Discoteca El Cielo

POSTED ON 25 Mar 2019 IN Reportage     TAGS: travel, urbex, disco, graffiti

El Cielo #01

El Cielo è una discoteca abbandonata vicino all’aereoporto di Lanzarote. Ci sono arrivato in macchina un pomeriggio, sul posto (decisamente isolato) c’era già parcheggiato un altro automezzo; nemmeno il tempo di riflettere e vedo uscire di corsa dalla porta della discoteca una ragazza: capelli lunghi, stivali neri, vestito nero, maschera e fucile. Ho impiegato una frazione di secondo per capire che all’interno si stava disputando una partita (si definisce cosi?) di softair. Ho alzato i tacchi e sono tornato all’alba del giorno successivo. L’interno è saturo di munizioni (evidentemente le partite non sono sporadiche) e la situazione è di totale abbandono; sono state costruite, probabilmente dai giocatori, delle fortificazioni da utilizzare durante le battaglie sul campo. Ma quello che rende particolare la discoteca è l’enorme quantità e varietà dei graffiti che colorano le pareti: qui la fantasia non manca e la qualità dei disegni è davvero alta. Del tendone che copriva la pista principale è rimasto solo qualche brandello, si trattava chiaramente una discoteca all’aperto. Nonostante fosse un locale di alto livello, curato nei minimi particolari, è stato chiuso dopo solo due anni dall’apertura: mi hanno riferito che la posizione scomoda e le difficoltà ad arrivare senza mezzi pubblici (praticamente inesistenti in orario notturno) ne hanno decretato un veloce e inesorabile declino. Per la gioia dei softgunners.

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Playa de Papagayo

POSTED ON 22 Mar 2019 IN Landscape     TAGS: sea, clouds

Papagayo #07

La Playa de Papagayo a Lanzarote è considerata una delle 10 spiagge più belle del mondo. Meravigliosa ed affascinante, la vista dall’alto è qualcosa di mozzafiato, ma la posizione in classifica mi sembra davvero eccessiva. Si raggiunge attraverso una luuuunga strada sterrata (pedaggio 3 euro) ed è leggermente (eufemistico) ventosa. Ci sono arrivato a metà mattinata, con il sole altissimo nel cielo, un vento pazzesco e pochissime opportunità fotografiche. Data la mia idiosincrasia alla vita di spiaggia ho colto l’occasione per un giro nei dintorni; le foto sono noiose, ma avevo il piacere di lasciare un ricordo di Papagayo Beach su queste pagine. Piccola vanità. Ho utilizzato un filtro di cross-processing nel tentativo di rendere i colori più interessanti, tentativo riuscito solo parzialmente.

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Sports Center Costa Teguise

POSTED ON 5 Mar 2019 IN Reportage     TAGS: urbex

SPCT #01

L’urbex è composto da diversi leggi non scritte (non credo che qualcuno si sia preso la briga di scriverle). Una di queste leggi sostiene che non bisogna mai andare da soli in esplorazione; il motivo è semplice: per potersi aiutare in caso di pericolo. Sia che si tratti di incontri imprevisti, sia per un discorso di incolumità fisica. Raramente ho infranto questa sacra regola, purtroppo se si viaggia all’estero con la famiglia diventa difficile rispettarla. E quando mi sono trovato da solo nello Sports Center Costa Teguise tanto sicuro non mi sono sentito. Si tratta di un centro sportivo nel pieno centro (scusate il gioco di parole) di uno dei più importanti snodi turistici dell’isola: Costa Teguise. Probabilmente è in disuso da diversi anni e nell’ultimo periodo è stato utilizzato come ricovero dai senzatetto: ci sono tracce di cibo e di piccoli accampamenti. Sono riuscito a visitare tutto in pochissimo tempo, quasi di corsa: ho scattato esclusivamente con il 14mm senza utilizzare la tecnica del bracketing che tanto mi piace in urbex. Avevo fretta, ma credo comunque di essere riuscito a rappresentare al meglio la desolazione del posto: intorno è vita, è vacanza, è divertimento. Fra le mura del centro sportivo è il silenzio interrotto solo dal rumore del vento.

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Abbandono in El Golfo

POSTED ON 16 Feb 2019 IN Reportage     TAGS: urbex

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Mentre mi trovavo sulla spiaggia di El Golfo ho intravisto questo marcione poco oltre la strada principale. Ho preso solo il 16-35, il treppiede e ho deciso di intrufolarmi, non sono riuscito a resistere alla tentazione. Niente di straordinario sotto il profilo urbex, ma decisamente importante dal punto di vista sociale. Lanzarote è un’isola a chiara vocazione turistica eppure solo le 2/3 città più importanti sono preda dei viaggiatori, i paesini più isolati sono ancora ad uso esclusivo di chi vuole evitare la massa. Il turismo si concentra in poche località (Playa Blanca, Costa Teguise) mentre le zone più selvagge rimangono poco battute e mantengono intatto un certo fascino che definirei aspro. E questo porta a trovare, a pochissima distanza dalla spiaggia, case abbandonate, alberghi chiusi. Un po’ come la Liguria d’inverno. :)

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La bellezza selvaggia di El Golfo

POSTED ON 13 Feb 2019 IN Landscape     TAGS: travel, sky, clouds, sea

El Golfo #03

El Golfo è un piccolo paesino sulla costa Ovest dell’isola di Lanzarote; ai limiti del parco nazionale del Timanfaya e poco più a Nord del punto panoramico di Los Hervideros. Ci si arriva dopo aver percorso una stradina meravigliosa che costeggia il mare, un ambiente vulcanico davvero suggestivo. A El Golfo si trova anche il lago Verde (che non sono riuscito a fotografare decentemente): un piccolo stagno di acqua clamorosamente verde per la presenza di organismi vegetali che vi vivono in sospensione, dichiarato riserva naturale e al quale non è possibile avvicinarsi. El Golfo è un piccolo villaggio turistico a ridosso della spiaggia: 10 case, 12 ristoranti, un parco giochi, 5 bar e niente altro. Ad Aprile è quasi deserto. Ho provato a raccontare con le immagini la bellezza di questo mare difficile e, per certi versi, selvaggio. Ho esaperato, anche troppo, contrasti e colori per rendere al meglio l’atmosfera che si respirava in quel momento. Un esperimento.

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From Zonzamas to Lanzarote

POSTED ON 11 Feb 2019 IN Landscape     TAGS: travel, sky, clouds

From Zonzamas to Lanzarote

Zonzamas Museo Arqueológico

POSTED ON 11 Feb 2019 IN Reportage     TAGS: urbex, travel

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Zonzamas è il nome dell’ultimo arborigeno a governare sull’isola di Lanzarote prima dell’arrivo dei conquistatori Europei, stiamo parlando della fine del 14esimo secolo. Non ho molte informazioni su questa struttura, abbandonata da tempo, ma secondo le ricostruzioni degli abitanti dell’isola avrebbe dovuto essere un museo dedicato alla storia di Lanzarote, da qui il nome con dedica a Zonzamas, l’ultimo vero leader. In realtà è solo una abbozzo, una colata di cemento, un’idea nella mente di qualche architetto arrivato dal futuro, un futuro distopico credo. Però vederla così ha qualcosa di affascinante, una strana cattedrale nel deserto. Dentro è inquietante, claustrofobico; ma un giro per gli amanti del genere è necessario. :)

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Urge defender la #Historia

Abandoned hotel near Los Charcones

POSTED ON 25 Gen 2019 IN Reportage     TAGS: URBEX, hotel

Los Charcones #01Los Charcones #02

Quest’hotel abbandonato si trova nella parte sud-ovest di Lanzarote, a poca distanza da Playa Blanca. La sua costruzione, se così possiamo definirla, risale alla fine degli anni ’60: non fu mai terminata. E’ uno dei reportage urbex che mi lasciato più ansia e paura. Per arrivarci è necessario percorrere una strada sterrata, che spesso sparisce, di circa 5 chilometri. Ho parcheggiato, dopo 50 minuti di strada a passo d’uomo nel deserto più assoluto, a 500 metri dalla struttura. Mi sono sentito davvero solo, il sole iniziava ad alzarsi all’orizzonte. L’albergo è enorme, è solo uno scheletro in una posizione straordinaria. Il vento fischiava fortissimo, il mare rumoreggiava contro gli scogli poco sotto. Ho fatto il giro completo e quando stavo per avviarmi alla macchina, per tornare in albergo, ho sentito il rumore di un motore in lontananza. Un pick-up con a bordo tre persone si stava avvicinando a discreta velocità; ecco, in un posto del genere puoi venire solo per due motivi, forse tre: un bagno solitario nell’oceano, fotografie urbex oppure qualche attività illecità. E in realtà è possibile che anche le prime due attività non siano poi così lecite. Mi sono nascosto e già immaginavo un inseguimento fra la mia berlina telaio basso e il loro mezzo fuoristrada, sullo sterrato, con poche, nulle, possibilità di fuga. Si sono fermati una decina di interminabili minuti rimanendo sul mezzo, uno dei tre è sceso a fumare, poi sono partiti in direzione opposta: piccola sosta, troppo sospetta, dalla mia Corvette a noleggio e poi sono tornati da dove sono venuti. Ho atteso ancora 10 minuti per sicurezza (nel frattempo avevo nascosto lo zaino con la macchina fotografica) e poi sono tornato indietro. Occhi sempre ben aperti, ma salito in macchina ho tirato un sospiro di sollievo: avevo immaginato diversi possibili finali e nessuno di questi era positivo per il sottoscritto. Ansia.

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The abandoned hotel near Los Charcones is now famously called the Hotel of Los Charcones, but was named Atlante del Sol Hotel, at the edge of Playa Blanca, built sometime in late 1960’s or early 1970’s. The famous story which makes round is that a German investor started the project to make a “Golf-Hotel” but his attempt to irrigate grass for the Golf Course on the volcanic clay soil didn’t work out. The building was abandoned with no concrete road leading to it. It is said that, it will cost more than 1.2 million euros to just get it down. Now of course you will see homeless and drug addicts using the hotel for lodging.

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Presa de Mala

POSTED ON 22 Set 2018 IN Reportage     TAGS: urbex

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La Presa de Mala è una grande diga costruita negli anni ’70 nella zona di Mala, a Lanzarote. Pensata e ideata (con costi altissimi) per fornire una riserva idrica all’isola non ha praticamente mai funzionato per problemi strutturali e oggi è completamente abbandonata. E’ tristissima. Per arrivarci si deve percorrere una lunga e polverosa strada sterrata. In salita. Intorno è il deserto di terra rossa, il caldo (ad Aprile) è terribile. Dentro però è davvero affascinante: si può scendere lungo una scalinata sino al fondo e passando nelle porte che si aprono nel cemento si entra nei cunicoli di manuntenzione. Decisamente angoscianti. E’ molto fotogenica, ma dopo qualche minuto ho deciso di risalire che mi mancava l’aria. Bellissimo il graffito che sovrasta la diga, rimane il dubbio: come sono riusciti? Si vede anche dalla costa passando in macchina sulla statale: decisamente di impatto. Dopo le foto ho pubblicato anche la storia della Presa de Mala: certe cose non succedono solo in Italia. Magra consolazione.

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Puente de las Bolas

POSTED ON 21 Set 2018 IN Landmark     TAGS: bridge

Puente de las bolas #01

Per arrivare al Castillo de San Gabriel bisogna attraversare il ‘Puente de las Bolas’. Il nome deriva, probabilmente, dalla struttura sormontata da due ‘palle di cemento’ che funziona da porta di ingresso al ponte e all’isolotto sul quale sorge il Castello. E’ molto interessante (e fotogenica) la scultura metallica (arruginita) che si trova proprio all’inizio del ponte e che fa pensare che in tempi passati sull’arco con le palle fosse presente una campana centrale. Non c’è molto ad Arrecife, ma questo ponte merita un minimo di attenzione: almeno fotografica.

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Pausa

POSTED ON 20 Set 2018 IN Street     TAGS: silver, wideaperture

Pausa

Telamon

POSTED ON 19 Set 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, sea

Telamon #01Telamon #02

La Telamon fu una nave da carico, costruita nel 1954 e arenata nel 1981 quando navigava battendo bandiera greca, nei pressi di Arrecife nell’isola di Lanzarote. […]Il 31 ottobre del 1981 mentre era in viaggio da San Pédro (Costa d’Avorio) con destinazione di Salonicco, trasportando un carico di tronchi d’albero, nei pressi dell’isola di Lanzarote, in seguito ad una tempesta, si aprivano diverse falle nello scafo imbarcando acqua. Alla nave venne negato il permesso d’ingresso nel porto di Arrecife dalle autorità spagnole che temevano potesse affondare da un momento all’altro e bloccando l’attività dell’intero porto. Fu così trainata da un peschereccio e fatta arenare nella baia vicino al villaggio de La Caletas tra Costa Teguise e Arrecife dove veniva abbandonata. Successivamente la nave si spezzò e il relitto venne definitivamente abbandonato. Con una parte del legname è stata realizzata una scultura eretta a Costa Teguise e inaugurata il 24 giugno 2009 che porta il nome di La hoguera de San Juan (falò).

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The Seeker

POSTED ON 18 Set 2018 IN Landscape     TAGS: sea, clouds

The seeker

Cueva de los Verdes

POSTED ON 17 Set 2018 IN Landmark     TAGS: longexposure, tripod

Cueva de los Verdes #01

La Cueva de los Verdes è una grotta situata sull’isola di Lanzarote e deve la sua creazione alla grande eruzione vulcanica del Monte Corona datata quasi più di 5.000 anni fa. Sono particolarmente interessanti grazie anche al lavoro dell’artista Jesus Soto che ha creato e curato l’illuminazione, il percorso interno e lo sfondo musicale che ci accompagna durante la visita. A me rimangono impresse nella memoria per un episodio decisamente fastidioso che mi è capitato nell’ultimo tratto della grotta; durante la visita sono rimasto sempre sul fondo del gruppo (un po’ staccato) per avere la possibilità di scattare con tempi lunghi e treppiede (ovviamente le grotte sono molte buie). Al termine della visita si arriva in un ambiente davvero particolare [ATTENZIONE SPOILER] che sembra una grossa cavità nel terreno (foto grande). Invece è un lago perfettamente immobile che riflette tutto quanto intorno e crea un effetto incredibile svelato, dopo una messa in scena degna del miglior Alfred Hitchcock, dalla guida che getta un sasso nell’acqua e svela l’arcano fra la sorpresa generale. Ho aspettato di essere l’ultimo del gruppo per poter scattare una foto senza ospiti, ma ho dovuto aspettare una coppia di ragazzi italiani che con compatta e flash ha cercato di scattare, senza riuscirci, un selfie con il lago sullo sfondo. Come se non bastasse, sfruttando la lontananza della guida, hanno anche gettato una piccola pietra in acqua per rinnovare l’effetto ottico. Ovviamente ho dovuto aspettare che si calmassero le acque (nel vero senso della parola) per poter scattare con il treppiede a 5 secondi di esposizione. Praticamente sono stato raggiunto dal gruppo successivo. :-)[FINE SPOILER]

Cueva de los Verdes #02Cueva de los Verdes #03Cueva de los Verdes #04

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