Villa Campari -Soffitti Meravigliosi-

POSTED ON 4 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: urbex

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Ci sono location urbex dimenticate, cioè talmente conosciute e talmente abbandonate che non rientrano nel grande giro stellato. Per definirle con una terminologia comprensibile sono diventate fuori moda, un po’ come i pantaloni a zampa d’elefante. Il caso di Villa Campari è emblematico. Non sono riuscito a trovare nessun cenno storico e la denominazione Campari è chiaramente un’invenzione di qualche simpaticone per la vicinanza con la fabbrica della celebre bevanda milanese. Purtroppo le sue condizioni sono in avanzato stato di decomposizione e la decrescita infelice è ogni giorno più palpabile.

L’interno è completamente distrutto, della storia e del passato non rimane quasi più niente: l’arredamento è sparito, le porte sono state divelte, le finestre non hanno più i vetri, qualche persiana la si può trovare in terra, anche i pavimenti non hanno resistito a vandali e ladri. Nonostante tutto mantiene ancora un fascino straordinario: il viale d’ingresso conserva tutta la sua importanza, la facciata è maestosa, imponente, e quando si entra non si può far altro che rimanere stupiti dalla bellezza dei soffitti che conservano, in discrete condizioni, gli affreschi (credo) originali.

Villa Campari è in stato di abbandono da tanto tanto tanto tanto tempo, ma nel bene e nel male rimane un luogo non privo di interesse, almeno fotografico. Mentre mi inoltravo al piano superiore (facendo attenzione, molta attenzione) sono rimasto sospeso con lo sguardo rivolto in alto ad ammirare i soffitti sopra la mia testa: non resisteranno ancora a lungo ed è un vero peccato. Perpetriamo il ricordo, almeno noi.

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Villa Minetta

POSTED ON 23 Set 2019 IN Reportage     TAGS: urbex

Villa Minetta #01

Villa Minetta si trova a Novi Ligure, che a dispetto nel nome è in provincia di Alessandria, in Piemonte. Qui visse quello che all’epoca era l’uomo più ricco d’Italia: l’imprenditore e parlamentare conte Edilio Raggio (Novi Ligure, 1840 – 22 ottobre 1906), che tra queste mura il 7 settembre 1877 ospitò re Vittorio Emanuele II e il principe Umberto di Savoia, futuro Umberto I. Oggi è in stato di completo abbandono, i 6 ettari di parco sono coperti da rovi e dell’antico splendore non rimane quasi più nulla. Nel 2004 venne comprata dall’industriale Valter Merletti che però non è mai riuscito a ristrutturarla. In queste stanze si racconta la storia d’Italia ed è un vero peccato che non ci sia nessuno con le potenzialità (e la voglia) per riportarla agli antichi splendori.

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Villa Minetta fu protagonista delle vicende della Seconda Guerra Mondiale: dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati e nel timore di un loro barco nel Nord Italia, il Comando Supremo delle Forze armate naziste si riorganizzò, formando in Liguria il GAL (Gruppo Armate Liguria), costituito da unità italiane e tedesche, che prese come suo quartier generale proprio questo edificio.

Ci avrebbe vissuto il suo famigerato comandante fascista, il Maresciallo Rodolfo Graziani. Poi nella villa sarebbero arrivati gli americani e poi una nota famiglia di sfollati circensi, quella di Giovanni Palmiri (nome d’arte “Diavolo Rosso”), la cui moglie, Mafalda Colin, proveniva proprio da Novi Ligure. I Palmiri sarebbero tornati in città molti anni dopo, nel 1960 – il capofamiglia era però morto nel 1949 durante un numero –. Successivamente la villa sarebbe stata acquistata da un’altra famiglia, quella degli Spinoglio, che lavorò al suo ingrandimento con una piscina, un campo da tennis e una struttura con saune e spogliatoi. Tuttavia poi sarebbe stata costretta a venderla all’asta: uno dei potenziali acquirenti era Dodi Al-Fayed, l’imprenditore e produttore cinematografico e discografico di origine egiziana – figlio di Mohamed Al-Fayed, ex proprietario dei grandi magazzini Harrod’s a Londra – famoso per essere stato l’ultimo compagno di Lady Diana, con la quale morì nell’incidente d’auto nel Tunnel de L’Alma a Parigi il 31 agosto del 1997.

Alla metà degli Anni Novanta la villa venne di nuovo venduta all’asta e dieci anni fa cambiò di nuovo proprietario. Circa alla metà del 2000 fu acquistata dall’industriale Valter Marletti, che aveva in mente di ristrutturarla, ma non vi riuscì. Da allora la villa è andata in abbandono ed è stata anche soggetta a furti.

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Il tuffo come condizione dell’anima

POSTED ON 21 Set 2019 IN Reportage     TAGS: urbex

Il tuffo #01

Il tuffo è una condizione dell’anima
E’ un modo di intendere la vita
E’ una scelta, è qualcosa che traccende la nostra volontà
La discriminante è sempre il cervello
Si può decidere quando è il momento di rischiare
Ma è più difficile capire quando è necessario fermarsi sul bordo del trampolino
E’ quello il momento in cui si fa la differenza

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