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La fabbrica dei detersivi
POSTED ON 2 Nov 2020 IN Reportage

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La Mira Lanza è stata una delle aziende italiane più famose: questo perché negli anni d’oro del Carosello fu protagonista di numerosi spot pubblicitari con personaggi diventati icone come Calimero e la bella olandesina. Ava come lava, con la voce del piccolo pulcino nero, ancora oggi è uno degli slogan più conosciuti nel nostro paese. La storia di questa azienda attraversa quasi 100 anni della vita italiana, inizia nel 1924 quando due antiche aziende, la veneziana Fabbrica di candele di Mira, produttrice di candele, e la torinese Reale Manifattura di saponi e candele steariche fratelli Lanza, produttrice di saponi, si fondono insieme, dando così vita alla Mira Lanza società anonima. La fabbrica conta ben 5 grossi stabilimenti sparsi per l’Italia, sopravvive alla seconda guerra mondiale nonostante il ridotto consumo dei suoi prodotti, nel 1948 nella fabbrica di Mira sono costruite le prime unità di solfonazione e le prime 2 torri di spruzzature, con le quali veniva realizzato il primo detersivo in polvere della Mira Lanza, noto come MIRAL e nel 1953 viene lanciato sul mercato AVA con la sua formula al perborato stabilizzato che rendeva il pulcino Calimero così pulito. Nel 1984, dopo varie vicissitudini, la Mira Lanza viene ceduta alla ditta chimica Montedison e inizia il declino che, tra speculazioni finanziarie e meccanismi che portano alle smembramento delle fabbriche del gruppo, si concluderà nel 2001 con la chiusura di tutti gli stabilimenti e la sparizione del marchio. Lo stabilimento che ho visitato e, ovviamente, fotografato, è quello di Genova: copre una vasta area di circa 20.000 metri quadrati in una delle zone industriali e periferiche della città. Come sempre in questi casi si parla di recupero, ma al momento tutto rimane nel vuoto e nel silenzio delle varie amministrazioni comunali. Calimero non sarebbe contento.

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Illuminato
POSTED ON 17 Ott 2020 IN Portrait

Illuminato

Il manicomio vicino al mare
POSTED ON 17 Ott 2020 IN Reportage

Il manicomio vicino al mare #29

La proposta di costruire un manicomio viene esposta dall’Amministrazione provinciale di Genova nel 1892. Viene individuata un’area di 70.000mq a Quarto dei mille, vince il concorso l’ingegnere Vincenzo Canetti, e l’appalto viene affidato alla ditta milanese Francesco Minorini. I lavori procedono spediti è gia nel 1895 viene completata parte del progetto, così 377 pazienti sono accolti nel nuovo manicomio: essi vengono trasferiti all’alba con mezzi appositamente noleggiati, al fine di evitare “l’inopportunità della folla, che certamente si sarebbe agglomerata lungo le vie ad osservare il convoglio dei pazzi”. Il progetto originale prevedeva che la struttura sarebbe potuta arrivare ad ospitare un massimo di 700 malati, ricoverati in cinque sezioni diverse: tranquilli, epilettici e mesti, semi-agitati, agitati ed infermi. Malgrado le dimensioni del complesso, dopo solamente un anno è palese la mancanza di posti letto: nel 1904 i pazienti residenti a Quarto passano da 973 a 1010, tra cui alcuni bambini sistemati nel reparto “semiagitati” ed altre bambine alloggiate senza criterio nei vari reparti. La mortalità tra i ricoverati raggiunge il 10% a causa della tubercolosi e risulta evidente la necessità di una nuova struttura. A causa del sovraffollamento, le stanze da bagno sono indecenti, “i dormitori sono occupati da un numero di letti di gran lunga superiore alla capacità consentita” e in alcuni casi non è possibile il passaggio di una persona tra un letto e l’altro; inoltre nelle stanze di isolamento sono collocati fino a quattro letti. Nel 1924 la Deputazione provinciale attua alcune misure di miglioramento e le condizioni del manicomio di Quarto iniziano a cambiare. La Provincia, nel 1927, unifica sotto un unico Dipartimento Sanitario la struttura di Quarto e di Cogoleto. Nella prima dispone l’accettazione ed i malati guaribili, nella seconda i laboratori ed i malati cronici inguaribili. Il termine “manicomio” viene sostituito dalla denominazione “ospedale psichiatrico”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questi edifici sono stati occupati dai militari italo-tedeschi ed i pazienti vengono trasferiti tutti nella seconda struttura. Concluso il conflitto mondiale, l’ospedale si ripopola progressivamente, il primo intervento nel dopoguerra risale al 1963, quando a causa dell’aumento del tasso di mortalità, viene creata una Commissione speciale al fine di valutare le condizioni della struttura. Nello stesso anno nasce la “psicoterapia” e si definisce un piano di ristrutturazione per l’intero complesso. Nel 1969 viene aggiunto finalmente un nuovo padiglione per colmare le carenze di spazio, dal 1978 però, grazie alla legge Basaglia, il manicomio viene progressivamente dismesso sino alla definitiva chiusura del 1997. Il resto è storia, da diversi anni si cerca un recupero del manicomio di Quarto: purtroppo senza risultati.

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Domenica al Porto Antico
POSTED ON 28 Apr 2019 IN Street

Street in Genova #01Street in Genova #02

E’ domenica, è Genova. Potrebbe piovere ma no, c’è aria gelida e un freddo inaspettato per essere Liguria. Il parcheggio al Silos è un classico dal costo esorbitante, due passi verso il centro, il vento ti sferza in faccia e devi alzare il bavero della giacca per proteggerti. Aprile è già iniziato, ma è strano. Sembra ancora presto, ma la mattina è già inoltrata, nonostante le condizioni atmosferiche ci sono persone. Tante persone e non ci credevi. E’ come l’attesa che arrivi il giorno vero. Prendi il 24-70, aumenti gli ISO quanto basta per garantire una velocità eccessiva a tuttaapertura. Ti guardi intorno, osservi, pochi secondi. Qualche scatto, il tuo occhio si sposta sullo schermo: è iniziato il giorno vero.

Genova di ferro e di scale
POSTED ON 27 Apr 2019 IN Street

Genova di ferro e di scale

Genova mia città intera.
Geranio. Polveriera.
Genova di ferro e aria,
mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria scale.
– Giorgio Caproni

Bigo (Genova)
POSTED ON 21 Apr 2019 IN Landmark

Bigo (Genova)

Il ponte per l’aldiquà
POSTED ON 13 Apr 2019 IN Street

Sull'altra sponda

L’ultimo tema della della maratona fotografia genovese è stato il più complicato. Perchè Sull’altra sponda può avere mille significati, ma per il sottoscritto la sponda è quella di un fiume. E quindi ho subito pensato al ponte e per la precisione al ponte Morandi; il problema è che per realizzare la foto che avevo in mente sarei dovuto salire sul ponte e credo che attualmente sia un’impresa complicata anche per Ethan Hunt. Non volevo però abbandonare l’idea e quando ho visto questa perfezione geometrica non ho saputo resistere: è l’ultimo tratto di via Cibrario a Sestri Ponente, un passaggio sopraelevato che scavalca la ferrovia. Mi sono piazzato sul lato a Sud e ho aspettato (non è una via molto trafficata) sino a quando non è passato un signore calvo (anche di una certa età): si è fermato un secondo con lo sguardo rivolto a Nord e ho scattato con il 50mm a tuttaapertura cercando la simmetria assoluta. E’ l’ultima foto che ho scattato, poco prima di partire alla volta di casa. E forse, fra quelle che ho inviato, è la mia preferita.

Genova PhotoMarathon 2019
POSTED ON 12 Apr 2019 IN Portrait, Street

AAA cercasiSe gli occhi potessero parlare

Domenica scorsa ho partecipato alla mia 6ª PhotoMarathon (3 volte a Genova, 2 volte a Torino e 1 volta a Milano). As usual ho deciso di viverla come una giornata all’insegna del turismo e della vacanzaaaa: ho incontrato amici genovesi, visitato il quartiere di Boccadasse e pranzato in un ristorante tipico (prenotato per tempo). Molto easy, senza pressioni psicologiche; le foto in qualche modo arrivano sempre se la mente non è assillata. E infatti, tranne per l’ultimo tema, non ho avuto grosse difficoltà a trovare spunti fotografici (anche grazie ai suggerimenti del mio gruppo di NON fotografi). A dire il vero un paio sono costruite (piccola e geniale, ma avevo la modella a disposizione), ma riesco a trovare sempre qualche idea interessante, anche fuori dal contesto della gara fotografica. L’unica foto che mi lascia perplessità è Cambio Strada: è la prima che ho scattato, l’ho considerata fatta per tutta la giornata salvo poi notare, in post, una scarsa nitidezza: peccato, ho dimenticato che è necessario procurarsi sempre un’alternativa valida prima di considerare concluso un tema.

Update 29/05/2019: la foto scattata con il fish-eye, il treppiede a filo pavimento e sdraiandomi per terra (sulle pietre bagnate dalla pioggia), ha vinto, con mia grande sorpresa, il primo premio nella categoria città vecchia. Bello, no?

Bello incontrarsiCambio stradaI colori del gusto

Città vecchiaPiccolo e geniale

In ordine di apparizione i titoli sono:
AAA Cercasi
Se gli occhi potessero parlare
Bello incontrarsi
Cambio strada
I colori del gusto
Città vecchia
Piccolo e geniale

Genova si vede solo dal mare
POSTED ON 11 Apr 2019 IN Landscape

Genova si vede solo dal mare

Chiesa del Gesù
POSTED ON 9 Apr 2019 IN Landmark

Chiesa del Gesù

Ultimamente ho questa voglia pazza di scattare con treppiede e tempi lunghi di esposizione nei luoghi di culto e visitare la chiesa del Gesù a Genova (fra Piazza de Ferrari e Via San Lorenzo) è stato un urlo liberatorio. Appena ho varcato il portone d’ingresso ho capito come avrei scattato: ho inserito la colonna corta sul treppiede, ho appoggiato la macchina.foto praticamente per terra e ho impostato f/11 in priorità di diaframmi con il fish-eye a 15mm. Dopo un paio di tentativi (manovrare la macchina da quella posizione è molto complicato) ho trovato la giusta composizione e prospettiva; la foto è quasi zenitale (se mi concedete il paragone).

La chiesa del Gesù è un’altissima espressione del barocco internazionale a Genova, con opere di Rubens, Vouet e Carlone. Nello sfarzo di ori, stucchi e marmi policromi, negli arditi scorci degli affreschi dei fratelli Giovanni e Giovan Battista Carlone l’interno della chiesa rappresenta un prestigioso esempio di barocco genovese, quando le più importanti famiglie aristocratiche della città chiedono ai più celebri artisti di decorare le cappelle di famiglia. Il luogo sacro racchiude capolavori assoluti, come la Circoncisione e il Miracolo di Sant’Ignazio di Peter Paul Rubens e l’Assunzione di Guido Reni. La basilica assume le attuali forme e il nome di Chiesa del Gesù dopo la grande ricostruzione del XVI secolo ad opera della Compagnia di Gesù, su progetto di Giuseppe Valeriano, pittore, architetto e padre gesuita. L’edificio sacro è intitolato ai Santi Ambrogio e Andrea, poiché la chiesa originaria del VI sec. era dedicata ad Ambrogio vescovo di Milano, rifugiatosi a Genova in fuga dal sacco longobardo di re Alboino. Da non perdere anche dipinti e affreschi di molti importanti pittori della scuola genovese e non solo. Tra gli altri: Domenico Piola, Domenico Fiasella, Valerio e Bernardo Castello, Giovanni Andrea e Lorenzo De Ferrari, Domenico Scorticone, Andrea Pozzo e Simon Vouet. (from visit Genoa)
Palazzo Ducale
POSTED ON 8 Apr 2019 IN City & Architecture, Landmark

Palazzo Ducale

Matitone through the glass
POSTED ON 27 Nov 2017 IN City & Architecture

Matitone through the glass

Mentre selezionavo le foto per il post dedicato al PhotoWalk ho trovato questa immagine del Matitone di Genova (vero nome San Benigno Torre Nord) attraverso una vetrata, una cupola del Terminal Traghetti. Ed è stato colpo di fulmine: tra le tante foto mediocri di quel giorno ho scoperto questa perla grezza (a distanza di tempo devo dire che si trattò di uno scatto fortunato). E credo sia giusto, dopo oltre dieci anni, pubblicarla in un post dedicato.

Ciao!
POSTED ON 23 Lug 2017 IN Street

Ciao!

Ho scattato questa foto durante la photomarathon genovese della primavera scorsa (ma sembrava inverno). E’ una foto particolare, una foto di strada: c’era questa bravissima coppia di artisti e un capannello di gente ad ascoltare. E poi un bambino di colore che, incuriosito e stupito dalla situazione, si divertiva a prendere i soldi dal cappello delle offerte. Fra le risate degli astanti e i goffi tentativi del padre di fermarlo. A quel punto ho deciso di fotografare la scena ma appena mi sono abbassato, per cogliere il punto di vista del bambino, lui si è accorto della mia presenza e come se nulla fosse mi ha salutato. Ciao con la manina. La foto è scattata a 24mm quindi ero veramente vicino: difficile passare inosservato. Sono stato parecchio indeciso se pubblicare questa foto: c’è un bambino e non ho la liberatoria firmata dai genitori. Ma credo si tratti di una foto innocente e quindi ho lasciato da parte per una volta il discorso della privacy. Ma penso che un giorno ritornerò sull’argomento.

[…] A meno di artifici che rendano la fotografia equivoca, introducendo contenuti morbosi, incongrui e potenzialmente pregiudizievoli per l’incolumità del soggetto, l’immagine pubblica dei bambini deve poter tornare a disposizione del “sogno” (di cui la fotografia è al servizio), sempre più minacciato dalla ventata oscurantista e persecutoria che sta ammorbando questa fase storica della nostra società.
Fotografare bene, fotografare tutto ma con amore. Ecco la battaglia di libertà che ogni fotografo oggi dovrebbe consapevolmente combattere, un piccolo contributo alla cura della paranoia. Uno dei modi in cui l’arte può provare a migliorare il mondo. Sempre che ci crediamo ancora. (Carlo Riggi)
Oltre
POSTED ON 30 Giu 2017 IN Portrait

Oltre la recinzione

Tutto esaurito [San Luca]
POSTED ON 16 Apr 2017 IN Landmark

Tutto esaurito (San Luca)

Ho scattato questa foto nella chiesa di San Luca, situata nell’omonima piazza, a Genova. Si tratta di un piccolo luogo di culto situato nel centro storico e con quasi mille anni di vita. Ho utilizzato il 50ne a tuttaapertura (pochissima luce); sullo sfondo si intravede la figura del gruppo ligneo del Cristo Deposto di Filippo Parodi: un po’ macabro, la ferita sul costato è terribilmente realistica, ma credo sia il giorno adatto per la pubblicazione. Mi piaceva la modernità delle candele elettriche (che in realtà trovo bruttissime) in contrasto con l’ambiente anacronistico della chiesa e ho trovato davvero curioso che fossero tutte accese. Quanta gente è disposta a spendere 50 centesimi per accendere una candela elettrica in chiesa? Buona Pasqua, gioite: il Cristo è risorto.

Genova per Noi (Reprise)
POSTED ON 16 Apr 2017 IN City & Architecture, Landmark

Genova per Noi (Reprise)

Questa foto è l’ideale continuazione di quella pubblicata qualche girono fa dal titolo ‘Genova per Noi’. E’ stata scattata nello stesso giorno, quasi nello stesso posto (qualche metro più a destra), con lo stesso obbiettivo (fish-eye) e con le stesse impostazioni di diaframma (F/8). La cosa particolare è che l’ho scattata quasi cinque ore prima. Molti dicono che il fish-eye alla lunga possa stancare: io invece lo trovo semplicemente fantastico e non lo tolgo mai dallo zaino. Certo è necessario saperlo dosare, ma gli effetti che regala non sono mai banali.

Palazzo Doria-Tursi
POSTED ON 15 Apr 2017 IN City & Architecture, Landmark

Palazzo Doria TursiRolli Days

Ho scattato queste due foto durante la Genova Photo Marathon del 2 Aprile scorso all’interno del Palazzo Doria-Tursi. E’ la sede del Comune di Genova ed è uno dei 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova diventati il 13 luglio 2006 Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La seconda foto è solo didascalica e ho deciso di inserirla per non essere costretto ad inserire un’immagine in verticale: malsopporto le immagini verticali sul web. La foto del chiostro (non è la definizione adatta, ma aiuta a capire) è stata scattata mettendomi al centro del cortile e sdraiandomi per terra con il fish-eye a 15mm. Ho cercato la simmetria perfetta ed aiutato dalle nuvole sono riuscito a trovare un’immagine che mi piace davvero tantissimo. L’avevo preparata in orizzontale, ma grazie al consiglio di un paio di amici ho deciso di provare la soluzione verticale: e credo che in verticale sia molto ma molto meglio.

Baci & Abbracci
POSTED ON 10 Apr 2017 IN Street

BacioAbbraccio

Ho scattato queste due foto durante la Genova Photo Marathon e non c’è alcun riferimento alla nota casa di abbigliamento. :) Sono due ritratti di strada, il tema era ‘Con Trasporto‘. Alla fine ho scelto il bacio perché mi creava meno problematiche di liberatoria (i protagonisti sono di spalle e quindi non riconoscibili) e perché il bacio, effettivamente, dà l’idea del trasporto inteso come impeto, entusiasmo, passione. Per la seconda foto (l’abbraccio) ho chiesto ai due ragazzi il permesso di poterli fotografare, erano molto particolari: lui senza scarpe, lei decisamente elegante. Bellissimi. Mi capita di rado di chiedere il permesso per una foto street e quando capita deve valerne veramente la pena.

Portiamo il verde…
POSTED ON 5 Apr 2017 IN City & Architecture, Details

Portiamo il verde...

Genova per Noi
POSTED ON 4 Apr 2017 IN City & Architecture, Landmark, Street

Genova per Noi

Il primo tema della maratona fotografica genovese di domenica scorsa (ma tranquilli, tornerò sull’argomento) ha sorpreso un po’ tutti per la sua semplicità: Genova per Noi. Facile viene da pensare. Ma poi ti viene in mente che si tratta del titolo di una bellissima e celebre canzone di Paolo Conte; e interpretare un tema del genere non è affatto facile, per la vastità dell’argomento (e delle possibilità) e per il rischio di cadere in qualcosa di tremendamente banale. Io ho pensato a cosa è Genova per Me e sono arrivato alla conclusione che Genova è San Lorenzo. E ho deciso di interpretare la Superba nel mood che attualmente mi è più congeniale: fish-eye e monocromo. Ho fatto un paio di tentativi prima di trovare la giusta armonia, ma credo che questa immagine rappresenti perfettamente cosa è Genova per Me. E spero anche per Noi.

Ma quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi
Mentre guardiamo Genova
Ed ogni volta l’annusiamo
E circospetti ci muoviamo
Un po’ randagi ci sentiamo noi

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