Panta Rei

POSTED ON 6 Set 2019 IN Landscape     TAGS: longexposure, silver, bigstopper, river

Panta rei

Fare questa foto (ma anche quelle di ieri) è stata un’impresa decisamente faticosa. Avevo individuato un’ansa del Tanaro molto interessante, a metà fra Clavesana e i celebri Calanchi. Ma fra il dire, il programmare e il fare, ci sono di mezzo boschi e rovi. Purtroppo non ho avuto modo di organizzarmi: il cielo perfetto è arrivato quando meno me lo aspettavo in un pomeriggio di metà luglio. Ma sono preparato e ho sempre con me tutto il necessario: macchinafoto, treppiede, filtri, zaino, copertura antipioggia e fantastici copriscarpe in gomma (assolutamente consigliati, mai più senza). Sotto la pioggia e nel fango sono riuscito, con un certa dose di fatica, a raggiungere la zona prescelta. Ho fotograto in 40 centimetri d’acqua con tempi decisamente lunghi: questa è 25 secondi, ma sono arrivato anche a 2 minuti di esposizione (con ND1000 e pola) giusto per sentirmi un po’ Michael Kenna (e nel frattempo mandavo posizione GPS e foto a casa in caso potessi risultare disperso). Il problema è stato tornare: ho sbagliato strada (ottimo senso dell’orientamento) e mi sono trovato dentro una foresta di rovi, completamente bagnato, con i pantaloni corti. Ho portato i segni dell’avventura per circa 2 settimane: e poi dicono che la fotografia non è pericolosa, ma d’altronde il pericolo è il mio mestiere.

Calanchiamo

POSTED ON 4 Set 2019 IN Landscape     TAGS: longexposure, bigstopper, river, clouds

Calanchiamo #01Calanchiamo #02

Nikla -Calanchi-

POSTED ON 8 Lug 2019 IN Portrait     TAGS: model, flash, beauty

Nikla (Calanchi) #01Nikla (Calanchi) #02

Io sono nato qui

POSTED ON 3 Set 2018 IN City & Architecture     TAGS: invention, ontheroad, superwideangle

Nato qui

Io sono nato qui, nel lontano ottobre del 1966. In questa casa sulla destra. E qui ho vissuto un periodo bellissimo della mia vita: non c’erano macchina all’epoca e si poteva uscire senza paura. Qui abitavano tre bambini: con Marco e Francesca ho passato intere giornate a giocare. La televisione non esisteva, internet era solo un pensiero lontano nella mente di alcuni visionari. E si scendeva in strada, con il pallone e la bicicletta. E si tornava a casa sempre sporchi di fango, ma felici. Non è cambiato molto, anzi, è rimasto tutto identico come all’inizio degli anni 70. Hanno solo costruito una grande panchina gialla pochi metri più in là; non so perché. Forse è meglio non chiedere, non indagare. Qualche giorno fa ho rivisto Francesca, è rimasta la stessa bambina allegra di sempre: ci siamo abbracciati come se non fossero passati quasi 50 anni da quei giorni ingenui e sorridenti. Vive a Cuneo con la sua famiglia, è felice. Io invece vivo a Torino, e sono rimasto la clamorosa testa di cazzo di sempre. I fantasmagorici anni 80 mi hanno segnato il cuore e l’anima. E’ solo quando torno a casa che ritrovo un minimo di lucidità: è l’aria triste di Borgata Palazzetto a Clavesana. Io sono nato qui.

Una storia inventata, un momento di lucidità estrema. Un gioco collegato ad una fotografia, una mia fotografia: un modo come un altro di immaginare la realtà, di immedesimarsi in situazioni non troppo lontane dalla vita quotidiana di ognuno di noi.

Against the light

POSTED ON 15 Lug 2017 IN Landscape     TAGS: fog, backlight

Against the Light