Dopo la pausa dovuta alla questione Covid sono riuscito a tornare a Torino per partecipare alla tappa sabauda (e unica) dell’Italia PhotoMarathon, a distanza di 4 anni dall’ultima volta. Se non erro dovrebbe trattarsi della mia quarta partecipazione. Come sempre mi sono divertito: Torino (la domenica) è una città meravigliosa e, se dimentico i problemi dovuti alla circolazione in auto (che odio), davvero vivibile. Il centro storico è una festa di folklore, eventi, persone, amicizia, arte ed è facile perdersi in mezzo alla gente. Ho camminato tantissimo, alla fine della giornata ho superato i 30.000 passi, e nonostante le difficoltà credo di essere riuscito a trovare 9 foto interessanti. Poi sarà al solito la giuria a giudicare, ma anche questa volta l’impegno è stato massimo. Si respira sempre un’atmosfera positiva e allegra alla Torino PhotoMarathon: sono riuscito ad incontrare vecchi amici e a conoscere persone interessanti. Ho anche mangiato abruzzese e sono andato all’Olimpico Grande Torino a vedere il Toro (e una foto è scattata di fronte allo stadio). Cosa chiedere di meglio?
In ordine di apparizione i titoli sono:
Leggerezza
In astratto
Circolare
Allo Specchio
Mani in pasta
Non c’è due senza tre
Tra le nuvole
Inclusione
Ultim’ora
Come faceva freddo
Come faceva freddo
Lui mi guardava
Come faceva freddo
– Nada
Ho scattato queste foto di Veronica (anche quella pubblicata sabato) durante un workshop di ritratto che avevamo organizzato con MondovìPhoto a margine dell’ennesima edizione del concorso nazionale. All’epoca ero in un periodo molto difficile dal punto di vista -tempo a disposizione- e quindi avevo relegato le foto in soffitta. In quest’ultimo periodo invece amo viaggiare con la macchina del tempo e sto ripercorrendo a ritroso alcune tappe fotografiche della mia voluminosa carriera. E queste foto credo possano meritare un po’ di spazio su queste pagine anche se, avendo partecipato marginalmente all’evento, Veronica non guarda mai nella mia direzione.
Aveva una sensualità capace di strappare dolcemente, a una a una, le sottili membrane che avvolgono il cuore umano
– Haruki Murakami
Sospesa mi vedrai
negli occhi brillerai
sei sponda compagnia
fai luce in ogni via
– Malika Ayane
La curva più bella sul corpo di una donna è il suo sorriso
– Bob Marley
Quando si pubblicano le foto di una donna, meglio se nuda, la citazione, meglio se colta e addirittura aulica, fa sempre il suo effetto. E’ quasi un obbligo, sembra essere diventato fisiologico. Talvolta si cita un poeta celebrato, meglio se dannato, altre volte il testo di un famoso cantautore, meglio se ribelle, meglio ancora se morto per overdose (suicidio anche). In inglese poi diventa un must imperdibile, siamo tutti un po’ come Robert Mapplethorpe. In realtà penso sia tautologico affermare che si tratti di una buffonata: è davvero necessario aggiungere a queste foto delle parole, inutili, insignificanti, vuote? Davvero non credo, l’artista che si nasconde (molto bene) nel fotografo (che poi sarei sempre io) non sente il bisogno di aggiungere altro e mai avrebbe voluto. E’che mi hanno praticamente obbligato a scrivere qualcosa. Vi giuro, non avrei voluto tediarvi con questo noioso sproloquio. Ma necessità dev’essere giocoforza virtù, e quindi chi meglio di Bob Marley per elevare al rango di qualità assoluta questi 5 nudi? Artistici ovviamente, ça va sans dire.