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Hohenzollern Bridge
POSTED ON 28 Set 2018 IN Landmark

Hohenzollern Bridge #01

Il ponte Hohenzollern (in tedesco: Hohenzollernbrücke) è un ponte che attraversa il fiume Reno accessibile solo al traffico ferroviario e al traffico pedonale. Fu costruito tra il 1907 e il 1911 a seguito della demolizione del Ponte Cattedrale. All’estremità delle rampe di accesso troviamo quattro statue equestri di re prussiani ed imperatori tedeschi. Esso fu uno dei ponti più importanti in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale; anche in presenza di attacchi aerei quotidiani il ponte, infatti, non subì gravi danni. Il 6 marzo 1945 fu però fatto esplodere quando le truppe alleate iniziarono l’assalto alla città. La sua ricostruzione iniziò al termine della guerra e fu completato definitivamente nel 1959. Ad oggi Il ponte Hohenzollern vede il transito giornaliero di oltre 1200 treni ed è considerato una parte molto importante di Colonia fungendo da collegamento tra la stazione centrale e le principali città europee dall’altra parte del Reno. Da alcuni anni le coppie di innamorati hanno iniziato ad attaccare lucchetti d’amore sulla recinzione tra il marciapiede e le linee ferroviarie per poi gettare le chiavi nel Reno. Ad oggi oltre 60.000 lucchetti di varie forme e dimensioni ornano il ponte. (from Wanderlust)

Hohenzollern Bridge #02Hohenzollern Bridge #03Hohenzollern Bridge #04

Puente de las Bolas
POSTED ON 21 Set 2018 IN Landmark

Puente de las bolas #01

Per arrivare al Castillo de San Gabriel bisogna attraversare il ‘Puente de las Bolas’. Il nome deriva, probabilmente, dalla struttura sormontata da due ‘palle di cemento’ che funziona da porta di ingresso al ponte e all’isolotto sul quale sorge il Castello. E’ molto interessante (e fotogenica) la scultura metallica (arruginita) che si trova proprio all’inizio del ponte e che fa pensare che in tempi passati sull’arco con le palle fosse presente una campana centrale. Non c’è molto ad Arrecife, ma questo ponte merita un minimo di attenzione: almeno fotografica.

Puente de las bolas #02Puente de las bolas #03

Cueva de los Verdes
POSTED ON 17 Set 2018 IN Landmark

Cueva de los Verdes #01

La Cueva de los Verdes è una grotta situata sull’isola di Lanzarote e deve la sua creazione alla grande eruzione vulcanica del Monte Corona datata quasi più di 5.000 anni fa. Sono particolarmente interessanti grazie anche al lavoro dell’artista Jesus Soto che ha creato e curato l’illuminazione, il percorso interno e lo sfondo musicale che ci accompagna durante la visita. A me rimangono impresse nella memoria per un episodio decisamente fastidioso che mi è capitato nell’ultimo tratto della grotta; durante la visita sono rimasto sempre sul fondo del gruppo (un po’ staccato) per avere la possibilità di scattare con tempi lunghi e treppiede (ovviamente le grotte sono molte buie). Al termine della visita si arriva in un ambiente davvero particolare [ATTENZIONE SPOILER] che sembra una grossa cavità nel terreno (foto grande). Invece è un lago perfettamente immobile che riflette tutto quanto intorno e crea un effetto incredibile svelato, dopo una messa in scena degna del miglior Alfred Hitchcock, dalla guida che getta un sasso nell’acqua e svela l’arcano fra la sorpresa generale. Ho aspettato di essere l’ultimo del gruppo per poter scattare una foto senza ospiti, ma ho dovuto aspettare una coppia di ragazzi italiani che con compatta e flash ha cercato di scattare, senza riuscirci, un selfie con il lago sullo sfondo. Come se non bastasse, sfruttando la lontananza della guida, hanno anche gettato una piccola pietra in acqua per rinnovare l’effetto ottico. Ovviamente ho dovuto aspettare che si calmassero le acque (nel vero senso della parola) per poter scattare con il treppiede a 5 secondi di esposizione. Praticamente sono stato raggiunto dal gruppo successivo. :-)[FINE SPOILER]

Cueva de los Verdes #02Cueva de los Verdes #03Cueva de los Verdes #04

Castillo de San Gabriel
POSTED ON 14 Set 2018 IN Landmark, Landscape

Castillo de San Gabriel #01

Sono arrivato ad Arrecife la sera tardi. E ho subito notato il Castillo de San Gabriel, troppo tardi per poterlo visitare, ma ancora in tempo per qualche scatto al sorgere del sole il giorno successivo. Sono arrivato all’alba, la città era praticamente deserta e nei dintorni del castello nemmeno un’anima viva. Purtroppo il cielo sereno, ma troppo grigio (caratteristica di tutte le sveglie mattutina a Lanzarote) non ha aiutato la mia idea di scatto; ho utilizzato il treppiede con tempo lungo di esposizione (8 secondi nella prima foto) per catturare il fermo del mare. Da vicino non è proprio questa incredibile bellezza, ma osservato dalla città è davvero un’opera intrigante.

Già nel 1586 il fortino, ribattezzato castillo de San Gabriel, dovette resistere ad un intenso attacco dal mare, da cui ne uscì malridotto. L’italiano Leonardo Torriani impiegò così tutto il suo genio per progettare nel 1591 una innovativa rete di passaggi coperti e fortificati con postazioni per cannoni che moltiplicavano la potenza di fuoco del castello e rendevano più difficili attacchi dal mare. La storia dei secoli seguenti darà ragione all’ingegneria difensiva di Leonardo Torriani: non si registrano più attacchi vincenti provenienti dalla porzione di mare protetta dal fortino.

Castillo de San Gabriel #04Castillo de San Gabriel #03Castillo de San Gabriel #02

In Vitae
POSTED ON 1 Set 2018 IN Landmark

In Vitae

Sono passato nei pressi del cimitero Monumentale di Milano quasi per caso, ero curioso, e sono entrato. Mai avrei immaginato di trovare qualcosa di così meraviglioso. Imponente. Il gusto in alcuni settori è un po’ pesante e di dubbia interpretazione, ma il risultato è un insieme di stili e visioni davvero particolare. Ho trovato, lungo la strada principale, questo interessante obelisco (non chiedetemi il significato e nemmeno cosa possa rappresentare); direi un po’ esagerato come monumento funebre (ma d’altronde gli egiziani hanno costruito le piramidi), al tempo stesso però assolutamente fotografabile. Ho messo il superwideangle e mi sono abbassato il più possibile per riuscire a cogliere il senso di innalzamento al cielo. E spero di esserci riuscito.

Ventaglio Milanese (reprise)
POSTED ON 1 Ago 2018 IN City & Architecture, Landmark

Ventaglio Milanese (Reprise)

Le foto dal basso ad ampia apertura di focale sono diventate un must ultimamente (per il sottoscritto). Senza scomodare la Z di Zampetti e le sue foto Zenitali devo ammettere che è un tipo di immagine che mi affascina. Questa è scattata nel pieno centro della galleria Vittorio Emanuele praticamente da terra (treppiede basso) e con il 14mm. Il titolo è un doveroso omaggio a una foto che scattai diversi anni fa (in modo molto basico, per non offendere) praticamente dalla stessa posizione. La intitolai Ventaglio Milanese proprio per via delle geometrie a forma di ventaglio; nei commenti un lettore mi consigliava di provare un 10mm (APS). Direi che ci ho provato. I risultati sono nettamente migliori anche se vorrei rivisitare la foto antesignana del 2008 (per vedere l’effetto che fa).

Nell’ombra
POSTED ON 30 Giu 2018 IN Landmark, Street

Nell'ombra

Delle foto scattate alla Milano Photo Marathon questa è sicuramente la mia preferita. L’idea era quella di ritrarre una persona nell’ombra, ma ombra intesa socialmente e non come area scura provocata dalla luce. La fortuna è stata quella di riuscire a trovare un mendicante sotto i portici proprio di fronte al Duomo e parzialmente in ombra rispetto al resto dell’immagine. Ho cercato di non farmi notare, sono passato dietro e ho scattato con il 14mm mettendo in evidenza la figura nell’ombra in primo piano (ma senza aprire troppo il diaframma). Ho ringraziato e fatto una piccola donazione. Anche se solitamente non pago i soggetti che fotografo. ;-)

La danza della città
POSTED ON 29 Giu 2018 IN Landmark, Street

La danza della città

Come ogni città, anche Milano ha il suo rito scaramantico. Esso si svolge all’interno del salotto di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni e inaugurata negli anni ’60 dell’Ottocento.

Il passaggio pedonale collega piazza Duomo con piazza della Scala ed è caratterizzato da uno sfarzo di elementi, colori e richiami ad altre culture o città italiane. Tra queste si ricorda anche Torino, città sabauda prima capitale d’Italia, grazie al toro rappresentato in un bellissimo mosaico.

Da anni l’animale richiama milanesi e turisti da ogni dove per compiere il rito scaramantico: tre giri sulle palle del toro col tallone del piede destro. Le dicerie nel corso degli anni sono state diverse in merito a questo rito, dalla fertilità per le donne, al garantirsi una seconda visita a Milano fino al buon auspicio per il nuovo anno. Qualunque sia il motivo del rito quello che è certo è che l’attrazione attira un altissimo numero di persone disposte a mettersi in coda per compierlo.

La mia Milano
POSTED ON 28 Giu 2018 IN Landmark, Street

La mia Milano

Domenica scorsa ho partecipato alla Milano Photo Marathon. Il primo tema in gara: “La mia Milano“. Essendo un turista, nel vero senso del termine, ho cercato di rappresentare davvero quello che per me è Milano; ho pensato pochissimo perché lo scatto era ben impresso nella mia mente. Un classico della città del panettone, già visto milioni di volte, ma la mia Milano è tutta in questa immagine: metrò e Duomo. Forse un po’ banale, ma davvero in tema. Nelle prossime ore vi parlerò delle altre foto in gara: ma solo di quelle interessanti. Poche, tranquilli.

Palazzo Nervi
POSTED ON 19 Giu 2018 IN Landmark

Palazzo Nervi

Il palazzo Nervi (definito anche Palazzo del Lavoro) era da tempo un mio obbiettivo. Ero incuriosito dalla struttura progettata dall’ingegner Nervi, volevo assolutamente fotografare i pilastri a forma di albero. Ho fatto una perlustrazione e mi sono accorto di un’apertura nel cancello principale: non ho esitato, sono entrato dentro e ho scattato con il grandangolo e il treppiede. Mi sentivo decisamente a disagio, atmosfera al limite del surreale, e quindi sono uscito troppo in fretta. Un solo scatto, un colpo unico. Discreto e geometrico, proprio come lo cercavo.

Il Palazzo dell’Esposizione Internazionale del Lavoro, meglio noto come Palazzo del Lavoro o – dal nome del suo autore – Palazzo Nervi, è un edificio ubicato nel quartiere Nizza Millefonti (zona Italia ’61), alle porte sud della città di Torino. Fu progettato dall’ingegner Pier Luigi Nervi, con la collaborazione dell’architetto Gio Ponti e di Gino Covre, e completato nel 1961. All’epoca della sua inaugurazione, è stato un notevole esempio di struttura espositiva per dimensioni e innovazione tecnologica. Versa in stato di abbandono.

A partire dal 1959, Torino vide la realizzazione di una serie di edifici realizzati nel quartiere Nizza Millefonti, in occasione dell’evento Italia ’61, ovvero le celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia. Tra di essi, questo edificio si distinse per le caratteristiche dimensionali e progettuali all’avanguardia. In seguito fu, con lunghi intervalli, utilizzato per ospitare eventi fieristici, mostre, esposizioni internazionali e, fino alla metà degli anni ottanta, alcuni uffici del Centro Internazionale B.I.T. – Agenzia delle Nazioni Unite, successivamente spostati sempre lì vicino. Fino al 2008, ospitò anche una sezione distaccata della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, più una parte di sedi didattiche di un consorzio specializzazioni post-diploma. Dal 2009, fu occupato da sporadiche attività commerciali, tra cui anche una discoteca o per serate o feste musicali a tema, ma progressivamente, è stato nuovamente abbandonato per via degli ingenti costi di gestione. Lodato da numerose testate giornalistiche di architettura per le innovative tecnologie costruttive impiegate, il Palazzo del Lavoro è caratterizzato da un ampio padiglione quadrangolare di 22.500 m2 e 156 metri per lato, costituito da 16 elementi modulari con copertura a base quadrata. Ciascun modulo, di 40 metri per lato, è sorretto da un pilastro centrale di 25 metri rastremato in altezza, che termina con una caratteristica raggiera di travi in acciaio dal diametro di 38 metri. L’illuminazione naturale è garantita da lucernari ricavati dallo scostamento di ciascun modulo e dalle pareti perimetrali che presentano, anche se in stato di degrado, un complesso sistema di lamelle frangiluce la cui inclinazione varia a seconda dell’esposizione solare.

Il grande padiglione interno era originariamente provvisto di caffetterie in ciascuno dei quattro angoli e soluzioni versatili per ospitare ulteriori eventi futuri. Il piano interrato ospita una grande sala conferenze, due sale cinematografiche, una piccola struttura ricettiva e locali di servizio.

San… Pietrini
POSTED ON 1 Giu 2018 IN City & Architecture, Landmark

San... pietrini

Domenica scorsa ho partecipato alla decima edizione della Cuneo Photo Marathon (la più antica d’Italia). Fra i temi proposti, nella prima tornata, saltava all’occhio: “In questa città di… santi!“. Ovviamente si tratta di un titolo che apre le porte a qualsiasi interpretazione, i puntini di sospensione suggeriscono inoltre un malcelato tentativo di ironia. E qual è il santo più conosciuto di Cuneo? Sicuramente sono i famosi blocchetti di leucitite (ne ho imparata una nuova) che servono a piastrellare gran parte del centro storico della città: i sanpietrini (o sampietrini). Ho aspettato che la pioggia scendesse di intensità, ho approfittato della piazza semideserta e ho scattato con il 14mm praticamente per terra (meraviglia dello schermo orientabile) una visuale estesa dei celebri sanpietrini di Piazza Galimberti. E’ proprio una città di santi.

Las Coloradas
POSTED ON 3 Mag 2018 IN Landmark

Las Coloradas

Terrazza Mascagni
POSTED ON 7 Dic 2017 IN Landmark, Landscape

Terrazza Mascagni #01

La Terrazza Mascagni è uno di quei luoghi che sono entrati nella mia mitologia. Avete presente quei posti che conoscete a memoria senza mai esserci stati? Nel mio personalissimo immaginario ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza; senza un motivo veramente valido e importante, non saprei dire perchè: mi piaceva, mi affascinava quell’enorme scacchiera sul mare. Non ero mai riuscito ad andarci, ma un giorno ho deciso di partire, senza se e senza ma. Caciucco alla Livornese e Terrazza Mascagni al tramonto. Ho avuto pochissimo tempo a disposizione, ma è bastato per realizzare il mio piccolo sogno. Ed è proprio come la immaginavo: un grande spazio aperto, arioso, con quel senso di libertà importante, a ridosso del mare per osservare, imparare, divertirsi, vivere. E magari fotografare.

Terrazza Mascagni #02Terrazza Mascagni #03

La Terrazza Mascagni è uno dei luoghi più eleganti e suggestivi di Livorno ed è ubicata sul lungomare a margine del viale Italia. Il nucleo originale fu costruito negli anni trenta del Novecento, ma la terrazza fu notevolmente estesa nell’immediato dopoguerra, quando fu intitolata al compositore livornese Pietro Mascagni.

Notturno in Gran Madre (reprise)
POSTED ON 4 Dic 2017 IN Landmark

Notturno in Gran Madre (Reprise)

Castello Normanno Svevo
POSTED ON 17 Nov 2017 IN City & Architecture, Landmark

Castello Normanno Svevo

Siamo in Piazza dei Martiri a Gioia del Colle (paese Natale di Silvestro Stallone). E nella foto potete ammirare il Castello Svevo Normanno monumento simbolo della città. Si tratta di una pessima foto di architettura scattata con il grandangolo dal basso, quasi da terra; nonostante tutto io trovo che le linee convergenti di questo tipo di foto siano davvero affascinanti. E’ vero, probabilmente le regole della buona fotografia non vengono rispettate (sempre che esistano) ma per una volta (forse anche più d’una) voglio far finta di non conoscerle. Sono il primo sostenitore delle regole e non sopporto chi parla di infrangerle solo dopo una foto costruita male (e criticata), ma in questo caso e in questo tipo di fotografia (putroppo tipica del mio repertorio) mi sento in dovere di fare una piccola eccezione. Giuro, domani si torna a raddrizzare le linee dell’orizzonte e alla regola dei terzi.

Noi ragazzi del Muro di Berlino
POSTED ON 9 Nov 2017 IN Landmark, Portrait

Il muro/SilviaIl muro/Trabant

Oggi cade l’anniversario della caduta del Muro di Berlino. Io mi ricordo molto bene quel giorno, e per quello che avevo studiato a scuola era la prima data di una certa importanza che affrontavo live (dopo il mondiale spagnolo ovviamente). Qualcosa di veramente importante che non avrei trovato sui libri di storia, ma che potevo ascoltare direttamente dalla televisione e dalla viva voce dei cronisti dell’epoca. Mi fece un effetto stranissimo, e sono passati 28 anni. Un’eternità. Mi capita sempre più spesso di incontrare persone, giovani, che sono nati dopo la caduta del muro e che pensano alla divisione tedesca nel dopoguerra come un’assurdità, come qualcosa di assolutamente illogico e impensabile. Ed è così, è normale pensarlo, eppure quel muro è rimasto in piedi quasi 30 anni; il ricordo mi provoca un senso di disagio difficilmente descrivibile: come può l’uomo aver creato una mostruosità del genere? La consolazione è che forse stiamo migliorando, lentamente, molto lentamente, ma migliorando. Ho scattato queste due immagini, poco più che due foto ricordo, durante una vacanza a Berlino nel 2003. All’epoca ero all’inizio dell’avvento digitale e scattavo con la bellissima (era davvero bella, quasi affascinante) Canon Digital Ixus 400. La modella è Silvia, mia compagna di viaggio in quell’avventura assurda (etnica e di birra) che ricorderò sempre con molto piacere.

Il 10 settembre del 1989 l’Ungheria aprì ufficialmente i suoi confini all’Austria.
Poi quella sera del 9 novembre un portavoce del governo della Ddr diede la notizia della riforma sui viaggi all’estero.
A Berlino est quella notizia fu interpretata come la fine del maledetto muro.
Migliaia di persone si accalcarono così nella porta di Brandeburgo quando improvvisamente, nella incredibile confusione, venne dato ai soldati dell’est l’ordine di ritirarsi dai posti di blocco. I due popoli, i fratelli tedeschi, dell’est e dell’ovest, si poterono così riabbracciare, tra le lacrime, dopo 29 anni.
Sacrario Partigiano di San Bernardo #02
POSTED ON 9 Nov 2017 IN Landmark, Landscape

Sacrario Partigiano di San Bernardo #02

Ho deciso di iniziare una serie sul sacrario Partigiano di Bastia Mondovì e quindi mi trovo costretto a numerare le foto dedicate in ordine crescente. La numero UNO risale al 25 Aprile scorso (data non casuale), questa invece è stata scattata domenica durante un trail tra fango e pioggia; io ovviamente mi sono limitato a fotografare i coraggiosi che si sono cimentati nella prova, che una competizione del genere non rientra nelle mie corde. Al termine del passaggio, nonostante condizioni metereologiche poco clementi, ho deciso di scattare una singola foto al Sacrario. Mano libera, niente treppiede, sacchetto di nylon intorno al corpo macchina. Ho chiuso il diaframma a F/8 e alzato gli ISO per evitare il micromosso, nonostante fosse quasi mezzogiorno. Il prossimo appuntamento è il reportage completo, magari (spero) con condizioni climatiche migliori.

Trulli Trulli Trulli e ancora Trulli
POSTED ON 7 Nov 2017 IN Landmark

Trulli #01

Chi non conosce Alberobello alzi la mano! Non credo ci sia qualcuno con la mano alzata, nel dubbio ho comunque messo il link alla pagina su wikipedia. Ho scattato queste 4 foto nel 2013 durante la vacanza/viaggio in Puglia (ovviamente). Non avevo mai trovato il tempo di pubblicarle, ma a distanza di oltre 4 anni credo sia il momento di fare giustizia. Non sono immagini che reputo straordinarie, anzi, sono poco più interessanti di quelle che avrebbe potuto scattare mia madre con il telefonino cinese; aggiungo anche che forse avrei dovuto inserirle nel contesto giusto, così sono una sorta di anacronia post-bellica buttata nel mucchio senza ritegno. Ma voglio comunque lasciare traccia perché sono il ricordo di un bellissimo viaggio e perchè credo che oggi affronterei quella settimana in terra di Puglia con un diverso approccio fotografico. E ci tengo a sottolinearlo, quasi esclusivamente per me stesso.

Trulli #03Trulli #04Trulli #02

FILA 25-05-17. Finalmente a casa.
POSTED ON 25 Mag 2017 IN Landmark, Reportage

Filadelfia #01

Il Filadelfia è un sogno che si realizza. Siamo tornati a casa. È la frase che tutti ripetono, molti con le lacrime agli occhi (sottoscritto compreso), da questa mattina. È un mantra incessante che solo un tifoso del Toro può comprendere. Perché su questo campo, costruito dal conte Enrico Marone Cinzano nel 1926, è arrivato il primo scudetto e su questo campo il Grande Torino di Valentino Mazzola è rimasto imbattuto per quasi 8 anni e 106 partite consecutive: dal 25 ottobre 1942 al 1 ottobre 1950. Su questo campo è nata la leggenda granata, qui si sono allenati Ferrini e Meroni, su questo campo Pulici è diventato Puliciclone. Per i tifosi del Toro è un monumento di straordinaria importanza. Cairo ieri ha detto che il merito della rinascita è in gran parte dei tifosi, e ha ragione: perché sono i tifosi del Toro che dal 1998 ad oggi hanno impedito le speculazioni e il decadimento del Fila. Oggi c’era tantissima gente granata. E tanti bambini a visitare per la prima volta la nuova casa del Toro. E c’ero anche io. Ero passato tante volte davanti alle macerie del Fila e vederlo oggi, bellissimo, mi ha riempito il cuore di gioia. È finito l’incubo, finalmente siamo tornati a casa. #SempreForzaToro #FVCG.

Filadelfia #04Filadelfia #03

Filadelfia #05Filadelfia #11Filadelfia #02

Il Fila è il tempio di una fede laica. È la manona di mio padre che qui mi accompagnava. È un alpino con la penna granata che descrive battaglie come partite e partite come battaglia. È il mio primo autografo, sul braccio: Gigi Meroni. Il fila è il mantra della formazione del Grande Torino recitata tutta d’un fiato e finita con amen e Juve merda. Il fila è la sera dello scudetto, di gioia infinita. Questo è il mio fila, ma sono sicuro che assomiglia ai vostri e a quello dei vostri padri. Ecco, papà, siamo tornati a casa. (Massimo Gramellini)

Filadelfia #09Filadelfia #10

Filadelfia #06Filadelfia #07Filadelfia #08

Filadelfia #15Filadelfia #14Filadelfia #13Filadelfia #12

Notturno in Gran Madre
POSTED ON 6 Mag 2017 IN Landmark

Notturno in Gran Madre

La nostra vita è un passaggio, silente, ed inarrestabile, e se non lasciamo un segno della nostra presenza, svanisce in un battito di ciglia. (Antonino Gatto)

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