Colazione da Tiffany inizia all’alba con la protagonista del film, Holly Golightly interpretata da un’iconica Audrey Hepburn, che dopo essere scesa elegantemente da un taxi consuma una veloce colazione davanti alla vetrina di Tiffany & Co. E’ un incipit interessante, e forse straniante, per raccontare un reportage di abbandono. Sinceramente non sono a conoscenza del perché nel mondo urbex questa villa/castello sia definita Tiffany, tiro a indovinare e credo per la colorazione del soffitto e delle porte della sala principale (ma anche di altre stanze) che ricordano il celebre blu, che è addirittura un marchio registrato e ha un codice Pantone (PMS 1837) dedicato alla data di fondazione della famosa catena di negozi americana. C’è anche un discorso di eleganza e bellezza che pervade tutti gli ambienti e che evoca un importante senso di aristocrazia e di lusso: villa Tiffany è un piccolo gioiello, una perla di raffinatezza in contrasto al senso di abbandono e disperazione che solitamente si percepisce nelle esplorazioni di luoghi abbandonati. In queste foto ho messo un po’ di tutto e ho utilizzato in modo massiccio il fish-eye perché credo che sia l’obbiettivo migliore per rappresentare un certo tipo di ambienti: fornisce una prospettiva diversa, ma permette comunque di immaginare in pieno la struttura della stanza. L’angolo di ripresa è di 180° e anche rispetto al grandangolo più estremo ha una visuale decisamente maggiore. Villa Tiffany è un luogo privato e come tale deve restare, per questo motivo non posso/voglio fornire le coordinate. Abbiate pazienza. :-)
Le cose che ami di più, hai paura di prenderle.
– Holly Golightly