Quando si giocava a tennis ai Piani

POSTED ON 21 Ago 2019 IN Reportage

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Quando ero ragazzo, e parliamo di scuole superiori quindi primi anni ’90, si andava a giocare a tennis ai Piani. Per il mio gruppo di amici, appassionati di sport, era un classico: si prendeva la corriera in piazza Dante (conosco ancora gli orari e conservo l’abbonamento con i timbri mensili) e si giocava tutto il pomeriggio a tennis. Era una gara per chi arrivava prima e poi ci si alternava. C’erano due campi, entrambi in pessime condizioni, ma per noi dilettanti della racchetta erano il top: ricordo ancora quando si provava a rammendare la rete con le fascette di plastica, oppure quando si cercava di alzarla a misure certificate FIT (magari con un bastone) per dare un minimo di regolarità alle partite. Non era insolito essere in tanti e allora ci si organizzava in tornei da 1 set, magari con il finto commento di Rino Tommasi e Gianni Clerici a bordo campo. Era un luogo meraviglioso di sport e amicizia. Gratis. Ci sono tornato a distanza di vent’anni, raramente mi capita di inoltrarmi oltre la rotonda per andare in corso Allende. E sono rimasto profondamente deluso: i campi non esistono più, la rete manco a parlarne, le erbacce spuntano ovunque dal cemento, i lampioni (che non si sono mai accesi) sono arrugginiti. Quelli che avrebbero dovuto essere spogliatoi, mai portati a termine, sono diventati un rifugio per i senza tetto: dentro si intravedono un letto, un materasso, lenzuola, bottiglie di birra vuote, oggetti personali. Una tristezza e uno squallore infinito. Possibile che una città come Imperia non riesca a gestire e conservare uno spazio di aggregazione di questo tipo?

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