Io fotografo a colori. Perché ritengo che il colore abbia un fascino nettamente superiore e sia più reale, più vero. Il biancoenero è un artificio, una sorta di filtro che si applica alle foto. Forse il miglior filtro che possiamo applicare ad una fotografia. E sono un po’ paraculo quando lo applico, perché so che quella immagine, anche se l’ho pensata a colori, può trovare maggiore apprezzamento da parte chi osserva se trasformata in bianconero. E quindi applico il filtro. Perché io guardo ed osservo a colori, e quando scatto immagino un mondo colorato nella mia foto. Non ci può limitare a scattare una foto a colori e poi convertirla, perché è una cosa diversa. La foto va pensata, ragionata e calibrata in biancoenero, prima dello scatto. E quando si preme il pulsante bisogna essere sicuri e certi che quella foto sarà in biancoenero. Perché se noi proviamo a trasformarla dopo, quindi pensiamo a colori e poi proviamo a trasformarla in post-produzione, non avremo mai lo stesso risultato. E’ vero che il sensore della macchina fotografica scrive il file con tutte le informazioni cromatiche, ma è quando pensiamo di scattare che la nostra visione deve cambiare ed è in quel momento che scegliamo come deve essere la foto. Se la alteriamo dopo sarà comunque una foto convertita, non sarà mai una foto in biancoenero. Perché se noi pensiamo a colori e stampiamo in bianconero, abbiamo una visione trasformata, è un filtro: ed è una cosa molto diversa.
Quando sono nato, la televisione, il cinema e la fotografia erano in bianco e nero e i miei maestri – Cartier-Bresson, William Klein, Jim Smith, Willy Ronis – erano tutti fotografi di bianco e nero. Io mi sono formato alle loro scuole, quindi istintivamente sono diventato un fotografo in bianco e nero. All’atto pratico, poi, trovo che per il mio tipo di fotografia il bianco e nero sia più efficace, più grafico, più forte. Inoltre, penso che il colore disturbi perché il fotografo, quando scatta, è attratto dai colori, che lo distraggono. Se in una foto c’è una macchia di colore, il viso del protagonista passa in secondo piano, mentre con il bianco e nero il rosso diventa nero e il viso risalta. Ed è questo che mi interessa. (Gianni Berengo Gardin)
Che ci vuole una Leica M Monochrom per essere coerenti. Il bn era un limite tecnico, non una scelta, come per la tv. Ora la tecnologia ti permette di scegliere. Fine della mia opinione in merito. :-)
E’ vero quello che dici, ma ci portiamo anche dietro una cultura storica fotografica in bianco e nero. I grandi maestri hanno iniziato a fotografare in bianco e nero senza farsi queste domande perchè i colori non esistevano e noi fatalmente ci riproponiamo alle origini della fotografia, al fascino che ci hanno tramandato ed alle loro proposizioni.
Può essere, anzi, probabilmente è. Perché questo però non succede con il cinema? Eppure il processo è simile. Se ti proponessero un film moderno in bianco e nero cosa penseresti? Per il sottoscritto rimane un filtro come può essere il cross-processing oppure il polarizzatore. E lo utilizzo quando credo possa servire.
Il cinema è un’arte molto più popolare. La fotografia, la nostra fotografia, è un’altra cosa. Comunque la tua precisazione è pertinente. Ora abbiamo la possibilità di scegliere la migliore presentazione dei nostri scatti.
La tua opinione è molto apprezzata. Ed in effetti questo mondo manca proprio di coerenza, in tutti i campi. E la fotografia non è esclusa; io sono il primo a non esserlo. :)