La Göba, ex discoteca a Niella Tanaro

POSTED ON 16 Giu 2016 IN Reportage

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La Göba, a Niella Tanaro, è il classico esempio di discoteca andata in rovina. Enorme, diverse sale da ballo, tre piani più due, un’insegna gigantesca, pizzeria, un clima un po’ da balera. Almeno questa è l’idea a luci spente. Non ho ben capito come potesse funzionare all’epoca: i soliti beneinformati mi dicono fosse un luogo di enorme successo. Io sinceramente stento a crederci. Non ho ben capito perché la struttura è organizzata in modo strano: ho visto due piste da ballo, una più moderna e l’altra dedicata al classico (e il disegno sulla parete con i due anziani che ballano non lascia spazio a molte interpretazioni). Un ristorante tipico ed una pizzeria con forno a legna. Un guardaroba all’entrata e forse due ingressi separati. E poi uno stranissimo sottotetto e un ancora più strano seminterrato con, mi sembra di aver capito, un paio di lunghissimi campi per il gioco delle bocce; date le dimensioni avrebbero potuto anche giocarci a pallone elastico (solo qualche problema di altezza).

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E poi ci sono degli oggetti anche un po’ particolari. Nella stanza di entrata, dove si trovavano la cassa ed il guardaroba, c’è ancora un telefono a gettoni; uno degli ultimi (di quelli che non funzionavano mai) ed era davvero tanto tempo che non ne vedevo uno. In un’altra stanza invece, in disuso da tempo, una strana macchina: penso per produrre la pasta, ma non sono un esperto del settore e quindi potrei anche sbagliare sulla reale funzione. I vandali qui non sono ancora entrati (non troppo almeno) forse per una forma di rispetto verso la magia e la gioia che questa discoteca/pizzeria/ristorante/balera ha riservato ai suoi frequentatori. Mi piace pensare così.

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Girando per la struttura si trova un po’ di tutto. C’era anche una zona adibita ad albergo, almeno credo, con diverse stanze, tutte con bagno privato (e uno stile molto anni ’70). L’impianto di riscaldamento occupa un paio di locali, ma la zona che mi ha colpito di più è sicuramente il seminterrato: si raggiunge attraverso una scala decisamente ripida e buia (sembra di andare in una cantina) e arrivati sul fondo si apre un’enorme sala, mattoni a vista e molto luminosa, con due campi da bocce, un bagno con la scritta WC dipinta in modo grossolano con la vernice e una serie di suppellettili assurdi fra i quali spicca un cartellone pubblicitario di un noto mobilificio: è interessante perché il numero di telefono è a 4 cifre senza prefisso. Su Facebook ho trovato un bellissimo gruppo di assidui frequentatori de ‘La Göba’ e i loro ricordi sono una via di mezzo fra la nostalgia e la commozione. Ho copiato alcune frasi e rendono bene l’idea di che luogo meraviglioso fosse la Göba di Niella Tanaro. ;-)

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Io andavo solo in discoteca… nella sala sotto… sopra c’era il liscio! Ricordo un carnevale bellissimo, io e la mia amica avevamo vinto anche una coppa per la terza maschera più bella! Questo fine anni ’80 e poi anni ’90, era venuto DJ Albertino… e tanto altro… Tempi troppo belli! Ti divertivi un casino!!! (A.M.)

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Alla Göba venivo a ballare sia il liscio nella saletta di sopra e sia in discoteca di sotto. Nel ’91 ho anche servito nel ristorante sia a capodanno che i sabati e le domeniche. Comunque sono stati anni bellissimi e pieni di ricordi. :-) (T.N.)

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Tempi fantastici: taxi da Mondovì, pizza, birretta e poi giù di Bols (quello blu) o Batida di Cocco. Miracoloso il fatto che ad oggi il fegato funzioni ancora alla grande!!! (M.R.)
La Göba!!! Mamma mia quanti ricordi! GRILLO, i POOH, STEFANIA ROTOLO, i miniassegni, 500 lire di entrata, i complessi del sabato sera, GIGI al bar… (P.L.)
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