La villa di Paperino

POSTED ON 18 Apr 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Ci sono esplorazioni brutte, che non lasciano emozioni e solo poche fotografie. A me questa sensazione capita sempre nel disordine, perché al caos preferisco il razionale e l’ordine. E nella Casa di Paperino, il significato del nome lo svelo dopo, ho trovato proprio la mia nemesi e non sono riuscito a tirarmi fuori dall’angolo. È stato brutto, le foto rispecchiano perfettamente il mio stato d’animo: pochi scatti, di pessima qualità, un fastidio composto, ma insopportabile e la fuga per la sconfitta (passando da una finestra sporca, pericolosa e scomoda).

Ma nella bruttura si può sempre trovare qualche piccola perla: il giocattolo che regala il nome a questa location è davvero importante. Si tratta di una Giordani 903, un’auto a pedali meravigliosa. Costruita negli anni ’60 è probabilmente l’auto a pedali più famosa d’Italia, la più rara, l’antesignana di tutte le altre imitazioni degli anni ’70, ispirata al mondo Disney di Topolino, identica alla mitica “313” di Paperino (ed ecco spiegato l’arcano). Purtroppo è in condizioni pessime ed è un vero peccato. Ma mi ha permesso di sognare qualche minuto e di immaginare un passato giocoso e divertente: non è poco.

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Pulcinella vS. McDonald’s

POSTED ON 17 Apr 2024 IN City & Architecture     TAGS: travel, graffiti

Pulcinella vS. McDonald's

San Domenico

POSTED ON 16 Apr 2024 IN Landmark     TAGS: travel, monuments

San Domenico

La Baronessa

POSTED ON 14 Apr 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

La Baronessa /16

Se dovessi stilare una classifica delle esplorazioni urbex più belle (operazione che in realtà mi capita, non di rado, di immaginare) sicuramente quella che, in modo originale, è stata definita “La Baronessa” (per una certa somiglianza con il Barone) meriterebbe un posto nell’Olimpo degli Dei. Per tutta una serie di motivi e di racconti, di storie, di leggende, di vere e proprie invenzioni che si celano dietro la breve vita urbex di questa location decisamente intrigante.

L’ingresso è complicato e non riusciamo a trovare l’entrata. Anzi, a dire il vero l’impresa è piuttosto semplice, il problema è che l’ingresso è stato sprangato. Quando le speranze sembrano perdute incontriamo altri due esploratori: sono volti noti (genovesi, lei giovane, lui meno giovane) e facciamo subito amicizia nel parco della Villa (come se fossimo al bar). Tocca fare un nuovo giro di perlustrazione con loro e riusciamo a trovare un’altra entrata, ma talmente piccola che la mia statura nemmeno fa pensare a un tentativo; ma sono l’unico alto e i miei compagni di avventura riescono ad infilarsi (e gentilmente mi aprono, con qualche rischio calcolato, la porta).

L’interno è fantastico e ancora incredibilmente intatto. Non perdo tempo (che in urbex è tiranno) e inizio subito a fotografare: un paio di stanze sono talmente buie che devo ricorrere alla posa bulb superando i 3 minuti di esposizione. Avevo visto poche immagini della Baronessa (salita alla ribalta in tempi relativamente veloci), ma una mi era rimasta impressa nella mente: una stanza da letto con due tappeti a forma di tigre (almeno così mi era sembrato). E come sempre mi accade non riesco a trovarla: sembra una maledizione. Dopo aver girato inutilmente in tutte le stanze intravedo una porta nascosta che mi era sfuggita: pensavo fosse una libreria. Muovo la maniglia e, colpo di scena, finalmente posso ammirare in tutta la loro bellezza le fiere (termine un po’ inusuale per indicare un animale selvatico che è insieme feroce e di grossa mole). È stata impegnativa (per la distanza, le difficoltà in entrata, la situazione luce), ma nel momento di uscire sono riuscito a percepire un’enorme soddisfazione.

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Parcheggio Riservato

POSTED ON 14 Apr 2024 IN City & Architecture     TAGS: car, lightsandshadows

Parcheggio riservato

Santuario di Santa Maria

POSTED ON 12 Apr 2024 IN Landmark     TAGS: church, zenit

Santuario Santa Maria

Murales -Leticia Mandragora-

POSTED ON 11 Apr 2024 IN City & Architecture     TAGS: travel, graffiti, below, smartphone

Eleonora Pimentel Fonseca

Talvolta la fotografia può diventare anche un modo per imparare qualcosa, per conoscere, per approfondire. Durante il mio viaggio a Napoli di qualche mese fa ho fotografato -udite udite con lo smartphone– un murale molto particolare che ricopriva un intero palazzo. Sul momento non ho indagato, ma quando ho ricontrollato le immagini mi sono accorto di una firma: Leticia Mandragora. Sul momento il nome non mi ha detto nulla, ignoranza cosmica, e sono andato a cercare: ho scoperto un’artista straordinaria, autrice di diversi murales nella città partenopea, fra cui sicuramente il più celebre è quello di Diego D10S Armando Maradona (ma anche Sophia Loren per citarne un altro).

Nella mia foto invece è rappresentata, in modo sicuramente fantasioso, Eleonora de Fonseca Pimentel la nobildonna portoghese, eroina della rivoluzione napoletana del 1799 (impiccata a 47 anni), che visse nei Quartieri Spagnoli. Il murale è situato sulla facciata dell’ex mercatino di Sant’Anna di Palazzo, ormai in disuso. La foto è presa da un’angolazione strana e probabilmente non rende giustizia alla bellezza dell’opera di Leticia Mandragora, ma credo che nonostante tutto abbia un’aurea, per qualche verso, affascinante: il potere dello smartphone.

Villa Kristal

POSTED ON 9 Apr 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Villa Kristal è stata un’esperienza diversa dal solito e che mi ha lasciato un retrogusto amaro, anche se non riesco a spiegarmi il motivo. Diversa perché sono andato da solo: sveglia con il buio, ma buio pesto, e quando sono arrivato davanti al cancello il sole non pensava nemmeno di sorgere. Ho dovuto aspettare e sono entrato proprio alle prime luci dell’alba e se questo mi ha garantito tranquillità (ero certo che non avrei trovato nessuno all’interno), d’altrocanto mi ha creato non poche difficoltà fotografiche: senza luce è complicato trovare foto interessanti.

Ma andiamo con ordine e procediamo per gradi. Il parco di Villa Kristal è enorme, immenso, a perdita d’occhio e non curato; il vantaggio è che difficilmente qualcuno riuscirà a vederti, lo svantaggio è che per trovare la porta d’ingresso ho dovuto girare per diversi minuti. Appena salite le scale esterne ho notato che l’entrata era spalancata: il primo impatto è straordinario. Davanti a me si mostrava in tutta la sua bellezza il salone principale: un lampadario maestoso, busti, un caminetto, marmi, poltrone, un tavolo gigantesco, polvere e calcinacci: sicuramente l’idea di abbandono era presente. Purtroppo di luce nemmeno l’ombra (è un modo di dire) e quindi ho deciso di salire al piano superiore alla ricerca di qualche raggio di sole.

Villa Kristal è una meraviglia dietro l’altra, quando si pensa di aver trovato una stanza incredibile subito dopo si entra in qualcosa che lascia ancora più stupefatti e senza parole. Il salone d’ingresso è sicuramente una delle visioni più belle che io abbia mai trovato in urbex, ma se dovessi scegliere una seconda posizione avrei veramente l’imbarazzo della scelta. Ho fotografato con calma il secondo piano e appena il sole ha iniziato il suo percorso nel cielo sono tornato al primo piano: non volevo aprire le finestre e quindi mi sono visto costretto a scattare con esposizioni di diverse decine di secondi. Le immagini della stanza del biliardo rosso (ho scoperto il colore guardando le foto) sembrano luminose, ma hanno un tempo di scatto di 120 secondi. Era buio tarabu e sono andato a tentativi.

E mentre iniziavo a pensare a come fotografare il salone ecco la lieta novella: dalla porta sento delle voci, guardo fuori, e vedo arrivare una coppia, lui molto alto lei meno, con l’atteggiamento da giro al centro commerciale. La sensazione è stata quella come di essere Rambo nella foresta pluviale, silenzioso e camaleontico, e incontrare una coppia di turisti de Roma, rumorosi e sgargianti, che credono di essere a Fregene a Luglio. Imbarazzante. Dopo qualche simpatico convenevole (noi si fa urbex dal 1975) ho chiesto di poter fare le foto in quell’ultima stanza (la più scenografica) che poi sarei andato via in tempo zero. Il consiglio è sempre quello di fotografare prima la stanza più bella, io ovviamente riesco sempre a fare il contrario: anche quando sono da solo (ma nel caso speravo nell’arrivo del sole). Sono uscito rilassato e tranquillo, ho percorso il parco a ritroso, mi sono perso un paio di volte, ma sono riuscito a trovare la via di fuga.

Dopo qualche giorno ho scoperto che nel pomeriggio un altro fotografo, probabilmente più spensierato del sottoscritto, è stato chiuso dentro ed è riuscito ad uscire solo con l’aiuto delle forze dell’ordine (con le conseguenze del caso). E ripensando alle mie impressioni di quel giorno mi torna quel retrogusto amaro di cui parlavo all’inizio e non riesco a comprendere il perché. Forse è lo scampato pericolo.

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Cappella Votiva “La Rotonda”

POSTED ON 7 Apr 2024 IN Landmark     TAGS: church, zenit

Cappella Votiva La Rotonda

La casa dei peluche pazzi

POSTED ON 1 Apr 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Devo essere sincero: non mi aspettavo molto, non credevo che la pazzia dei peluche potesse essere interessante. Poi però mi è capitata l’occasione di passare da queste parti e ho colto la palla al balzo; d’altronde non si può dire no al fascino dell’urbex in solitaria. E se c’è una cosa che può caratterizzare un ambiente urbex è proprio la presenza di peluche, soprattutto se legati ad un periodo storico già fuori moda. È chiaro che il pianoforte, la carrozzina, il biliardo e la macchina da cucire, singer ovviamente, garantiscono un fascino decisamente più decadente, ma il peluche non è da sottovalutare.

La casa dei peluche pazzi è in stato di abbandono da ormai molti anni, il tempo e le intemperie hanno lasciato davvero poco da fotografare e la natura si è ripresa i suoi spazi (si dice sempre così quando un rampicante entra dalla finestra). Però qualche spunto interessante sono riuscito a trovarlo e la presenza di questi brutti pupazzi, distrutti, devastati, inquietanti, riesce a donare alla location un interesse maggiore di quello che pensavo.

Poi all’uscita mi sono dovuto cambiare d’abito perché dopo mi aspettava un evento mondano e non potevo presentarmi con i pantaloni da urbex, sporco e le ragnatele sulla maglia. Non avendo un camerino a disposizione mi sono visto costretto ad arrangiarmi sul sedile posteriore (la zona non è molto trafficata) e mentre mi abbottonavo i pantaloni -puliti- è saltato in aria il bottone a clips. Le imprecazioni sono ancora lì che rimbalzano in macchina.

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Giada -Black-

POSTED ON 1 Apr 2024 IN Portrait     TAGS: model, urbex

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Il collegio segreto

POSTED ON 30 Mar 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, school

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Ho deciso di definire questo collegio segreto per un motivo un po’ bizzarro e che forse esula dalle caratteristiche intrinseche della location; perché non è affatto segreto, ma nasconde un’insidia. Prima definiamo la situazione: siamo in un piccolo paese desolato, ma talmente desolato che alla richiesta di un bar per un caffè un local, che girava stancamente in bicicletta in cerchio senza apparente destinazione (noia mortale la domenica), ci ha suggerito di andare nel paese vicino (una roba che a raccontarla adesso mi sembra assurda); che qui i foresti non sono graditi (il corsivo è una mia libera interpretazione). Comunque aveva ragione, di bar aperti nemmeno l’ombra e siamo stati costretti ad avanzare senza caffè (per il giubilo dei miei compagni di avventura).

In questo angusta terra di mezzo sembra tutto abbandonato e non c’è anima viva (a parte il tipo simpatico in bicicletta): riusciamo comunque a trovare il nostro obbiettivo, la porta è aperta, l’entrata è semplice. Andiamo alla ricerca della chiesa, trovata, scopro l’aula di chimica, un altro giro veloce e siamo fuori in circa 30 minuti: un po’ di fretta perché avevo notato (dalla finestra) un tipo sospetto (una seconda anima annoiata) che con il cellulare all’orecchio guardava con insistenza nella nostra direzione.

Perché segreto? Semplice, uscendo andiamo in direzione della macchina (nascosta in un parcheggio vicino) e rimaniamo sorpresi da un gruppo di 4 persone con un’aria tipica, e facilmente riconoscibile, che mangiano in piedi dei panini con il bagagliaio della macchina aperta; con un abbigliamento che non avrei definito della domenica. Un paio di occhiate furtive e viene spontanea la domanda: Urbex? Ovviamente si, ci si conosce tutti, e scatta il racconto della nostra domenica in giro per il mondo abbandonato. Lì abbiamo trovato l’allarme, dall’altra parte c’erano i carabinieri, dall’altra parte ancora hanno chiuso con un lucchetto nuovo e siamo dovuti passare dalla finestra. Questo invece bellissimo, avete visto che meraviglia le stanza affrescate nella parte vecchia? Io e Lorena ci siamo guardati, una riflessione veloce e, nonostante la sua titubanza, ci siamo visti costretti (io ho costretto lei) a rientrare per visitare la parte segreta.

E quindi niente, di nuovo tutta la trafila, ma con le indicazioni passo/passo, da veri urbexer di livello, siamo riusciti anche noi a trovare la zona antica, introvabile e nascosta. A nostra discolpa posso dire che si passava da una scala buia e pericolosa, con anche qualche ragnatela, e le nostre paure ancestrali ci hanno impedito di varcare la soglia: poi c’era anche un canestro da basket rovesciato per terra (si vede bene nell’ultima foto) che impediva l’accesso in modo importante. Ma colpa mia, è nel mio DNA essere sempre un po’ frenetico. Bella comunque, il rientro ha meritato la fatica: era proprio necessario, non mi sarei mai perdonato la mancanza. Poi c’è anche quel discorso della Ferrari, ma è un’altra storia da raccontare…

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Monet on Ice

POSTED ON 28 Mar 2024 IN Sport, Performing Arts     TAGS: EVENT

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Dopo Van Gogh (2021) e Klimt (2022) venerdì 12 Gennaio al Palavela di Torino è stata la volta di Claude Monet diventare protagonista con le sue opere della nuova produzione internazionale di Show on Ice, realizzata da Dimensione Eventi con la collaborazione dell’Associazione Culturale Dreams.

Una prima mondiale straordinaria, esclusiva per l’Italia, ancora ospite dell’impianto Olimpico del Palavela di Torino. Al centro della scena il video mapping che utilizza la pista come una tavolozza per disegnare i quadri dell’artista che ha fatto scoprire al mondo l’impressionismo: il ghiaccio diventa acqua vibrante nello “Stagno delle Ninfee”, si infiamma di un rosso vivo ne “I Papaveri”, si tinge dei colori dell’alba ne “Impressione, levare del sole” (il quadro manifesto dell’impressionismo).

In pista, sulle tele disegnate da Monet, si sono alternati campioni internazionali di pattinaggio, atleti fantastici provenienti da tutto il mondo che hanno sorpreso il pubblico con evoluzioni al limite della fisica e delle possibilità umane: Keegan Messing, da Anchorage (Alaska), due volte campione Grand Prix, campione nazionale canadese, Polina Edmunds, da Santa Clara (California), campionessa Four Continents e Usa Classic, Michail Shaidorov, dal Kazakistan, medaglia di bronzo della Coppa di Cina 2023, due volte tra i migliori del Four Continents e tre volte campione nazionale. Tra i protagonisti sui pattini anche la coppia italiana composta da Elisabetta Leccardi e Mattia della Torre, già nel 2022 in Klimt on Ice (il loro Tango ha estasiato il pubblico), la lettone Angelina Kucvalska, la svizzera Yasmine Kimiko Yamada, il francese Clement Pinel, conosciuto in tutto il mondo per il suo super flip, il salto mortale all’indietro con il quale ha raccolto il boato e l’applauso del pubblico.

Il sottofondo musicale è stato eseguito dalla Montecarlo Orchestra composta dalle musiciste Andrea Csury, Herics Csenge, Greta Eszer e Teodora Feher, dirette dal compositore e violinista di fama mondiale Edvin Marton (noto come il violinista dei pattinatori sul ghiaccio) che ha curato le musiche e gli arrangiamenti dello spettacolo e si è esibito in un assolo di violino al centro della pista (sul quale è arrivato con qualche difficoltà e problemi di equilibrio). Il maestro ungherese ha deliziato il pubblico con il suono inconfondibile del suo Stradivari, costruito a Cremona nel 1697 e utilizzato dal grande Nicolò Paganini 200 anni fa. Il violino è di proprietà di una banca Svizzera e Marton ha ottenuto il privilegio di utilizzarlo per tutta la vita durante una competizione mondiale che l’ha visto prevalere su altri 350 violinisti. L’esecuzione dell’Inverno di Vivaldi con la pioggia che bagnava la pista del Palavela è stata qualcosa di meraviglioso e unico.

Fra le novità dell’edizione 2024 la presenza di Sabino Gaita, tenore stabile al Teatro Regio di Torino dove si esibisce da oltre vent’anni, che ha coinvolto il pubblico sulle note della Turandot di Puccini.

Non è semplice raccontare, anche con l’aiuto delle immagini, la bellezza e le emozioni che si provano quando si ha l’onore di assistere ad uno spettacolo di questo livello, di questa meraviglia. I colori e la musica si fondono in uno scenario unico e regalano un palcoscenico, che possiamo definire al limite dell’immaginazione, ad atleti e artisti unici al mondo. Negli occhi e nel cuore rimane la sensazione di essere al cospetto di un evento che rimarrà impresso nella nostra memoria per lungo tempo. Grazie di questa magia.

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Villa Castagnola

POSTED ON 24 Mar 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, drone

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Villa Castagnola riprende il nome dei proprietari originali, una famiglia di nobili banchieri, e venne costruita all’inizio del secolo scorso. Fu successivamente ceduta alla famiglia Quaglia, che operava nel settore della ceramica e del laterizio, e cambiò nome, ma dopo l’8 settembre 1943 venne espropriata dai nazisti. La Famiglia Quaglia ritornò in possesso della Villa fino alla morte, nel 1972, del commendatore Eugenio Quaglia. Nella seconda metà degli anni ’70 venne comprata dalla società Castagnola che riprese il nome originale; purtroppo a seguito del fallimento, nel 1999, la Villa è in stato di abbandono, c’è un curatore fallimentare che purtroppo non è riuscito a vendere la proprietà.

Nel 2017 diversi roghi (forse dolosi) interessarono la Villa, ci fu l’intervento dei Vigili del Fuoco che dovettero sfondare la porta per riuscire a domare le fiamme. Purtroppo da quel giorno è iniziata l’invasione di ladri e vandali che negli ultimi anni hanno spogliato e devastato Villa Castagnola. Al piano terra, vicino alla piccola chiesa, sino al 2018 c’era anche un tipico gozzo ligure: non ha resistito a lungo, trafugato da qualche filibustiere moderno.

La mia esplorazione di Villa Castagnola è ormai datata 2022. Ho iniziato con un volo d’ispezione con il drone, quindi ho salutato la vicina di casa (uscita sul terrazzo a controllare) e ho chiesto informazioni: gentilmente mi ha detto di fare attenzione e mi ha raccontato degli incendi che hanno reso pericolosa la struttura (in realtà non tanto). Ho fotografato con tutta calma, ma al momento di andare via ho sentito delle voci: in urbex è sempre particolare il momento in cui si percepisce di non essere soli. Sono uscito allo scoperto e ho visto una ragazza che raccontava la storia della Villa a due turisti (non saprei come altro definirli). Mi sono presentato e in logica conseguenza aggiunto alla comitiva: non mi era mai capitato di fare una visita turistica illegale con tanto di guida in un luogo abbandonato.

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Lorena -urbex in black-

POSTED ON 20 Mar 2024 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, black

Lorena -black-

Qualche giorno fa Lorena mi ha chiesto, per un articolo di un giornale, la foto ritratto che le scattai per il progetto Herem nel 2022. Sono riuscito a trovare quel ritratto black/dark in studio, che poi comunque non è stato utilizzato: forse un po’ troppo cattiva in questa foto. Ma mi sono reso conto di non averla mai pubblicata su queste pagine e quindi è giusto correggere il tiro: se arrivate da queste parti con la ricerca Lorena Durante Urbex potete trovare il suo sito qui. :-)

Just Married in Palazzo Fauzone -Paolo-

POSTED ON 20 Mar 2024 IN Portrait     TAGS: EVENT, man, justmarried, 50ne

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Seconda e ultima parte di racconto di un matrimonio nella meravigliosa cornice di Palazzo Fauzone Relais, con la collaborazione di Marcos Atelier. Questa volta il modello è l’aristocratico e affascinante Paolo che indossa un completo blu elettrico di Manuel Ritz. Questa sessione è stata decisamente più complicata in quanto la stanza non era adatta al ritratto maschile e non avevo a disposizione nessuna luce flash in aiuto: mi sono visto costretto ad utilizzare esclusivamente la -poca- luce proveniente dalla finestra e ad alzare gli iso per compensare la mancanza di luminosità. Da Palazzo Fauzone è tutto, non mi rimane che ringraziare Paolo per la disponibilità. :)

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